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OLTRE al Museo Garda di Ivrea- facciamo l’Europa partendo dalla cultura

By CRAMUM
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Francesca Piovesan, Volto

La Fondazione Giorgio Pardi è onorata di poter portare in Italia il Progetto OLTRE avviato grazie all’associazione cramum e alla Farnesina a Budapest nel 2015. La mostra OLTRE, curata da Sabino Maria Frassà, sarà inaugurata al Museo Garda di Ivrea (sito Museo) il 20 febbraio alle ore 16:00 grazie alla collaborazione con il Museo, il Comune di Ivrea e la Fondazione Guelpa.

Il Segretario Generale della Fondazione e curatore della Mostra, Sabino Maria Frassà sintetizza così il progetto: “Oggi più che mai è importante fare l’Europa. Dopo decenni di regole, è tempo di lavorare alla creazione di una cultura europea, che valorizzi le peculiarità di ogni Paese, senza appiattirle: OLTRE si muove in tale direzione. Dietro OLTRE c’è quindi la ferma volontà di far conoscere e condividere nuove idee e riflessioni, cercando di valorizzare la cultura e i giovani che sono l’ossigeno del nostro futuro e della crescita come Paese e come Europa”

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Daniele Salvalai, K2

In mostra a Ivrea fino al 29 aprile 2016 oltre 40 opere di 16 artisti italiani e ungheresi di diverse generazioni, in un allestimento che permetterà di porre a confronto artisti affermati con giovani talenti emergenti.  Gli artisti ungheresi in mostra sono: Szilárd Cseke, artista a cui è dedicato il Padiglione Ungheria dell’attuale Biennale di Venezia, Andi Kacziba, scultrice tessile a cui Milano ha appena dedicato una personale, Zoltán Tombor, fotografo di fama internazionale. Con loro, i giovani talenti David Merényi , Beáta Székely e Kamilia Kard (immagine di copertina). Sono italiani, invece, Eva Sorensen, artista a cui è stato dedicato il Padiglione della Biennale di Venezia del 1981 e che dal 1961 decise di vivere in Italia, Alberto di Fabio, a cui nel 2015 è stata dedicata una mostra personale al Macro di Roma, Elisabeth Scherffig (in Italia dal 1978) e Daniele Salvalai, artisti a cui Milano ha dedicato recenti monografie, HH LIM, presente anche alla Biennale di Venezia 2013 che decise di vivere in Italia dal 1976, Franco Mazzucchelli, già alla Biennale di Venezia 1976, Raffale Penna, tra i più noti fiber-artist italiani; in mostra, anche i giovani talenti Paolo Peroni, vincitore premio cramum 2014, Francesca Piovesan, vincitrice premio cramum 2015, ed Eracle Dartizio protagonista a gennaio di una mostra site-specific allo Studio Museo Francesco Messina di Milano).

 Alberto Puricelli

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20 febbraio– 29 aprile 2016
Museo Civico Garda – Piazza Ottinetti – Ivrea (TO)
Lunedì, Martedì, Mercoledì e Venerdì: dalle ore 9 alle ore 13
Giovedì dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 14,30 alle ore 18,30
Aperture il primo week end di ogni mese (sabato e domenica) dalle ore 15 alle 18,30

Vernice 20 febbraio 2016 ore 16,00

VìOLA: arte e cultura per combattere la violenza contro le donne

By CRAMUM
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Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La Fondazione Giorgio Pardi ha deciso di affrontare questo problema appoggiando il progetto artistico VìOLA di Andi Kacziba, in collaborazione con il Comune di Milano, l’associazione cramum e l’Istituto Balassi-Accademia di Ungheria a Roma. Andi Kacziba, artista italo-ungherese, ha incentrato da sempre la sua ricerca artistica sul ruolo della donna oggi e il 9 dicembre inaugurerà la mostra VìOLA allo Studio Museo Francesco Messina, a cura di Sabino Maria Frassà.

VìOLA riflette su cosa sia la violenza contro le donne. Sono senz’altro i fatti drammatici di cronaca, ma Andi Kacziba ci fa notare come stia crescendo una generale violenza anche a livello verbale, psicologico e sociale: “Una società che enfatizza senza limiti il culto della giovinezza e della bellezza a tutti i costi non fa violenza alle donne? Il tempo biologico è una realtà ineluttabile e sempre più donne sono così portate a vivere il dramma della mancata o negata maternità”.

Chi subisce una violenza, per non soccombere, spesso si piega, modifica il proprio essere, fino quasi ad annientarsi. Normale e comprensibile è il cercare un “miracolo”, un deus ex machina che ci salvi, ci dia la forza di cambiare e andare avanti. Per Andi Kacziba però ciò non è sufficiente: non si può solo denunciare e sperare in un intervento esterno salvifico. Per combattere la violenza bisogna ribellarsi/reagire.

Il vero miracolo è quindi da ricercarsi in noi stessi, nella volontà di cambiare e non accettare inutili compromessi.  Coltivare la propria curiosità e cultura è uno strumento reale per ribellarsi, per reagire, perché ci si rende consapevoli di noi stessi e del mondo che ci circonda. Anche Andi Kacziba si unisce quindi all’appello lanciato da Franco Mazzucchelli [fancy_link link=”https://amanutricresci.com/non-abbandonarmi-a-milano-la-mostra-appello-franco-mazzucchelli/” variation=”mauve” textColor=”#e0044e” target=”blank”]Vedi dettagli appello[/fancy_link] proprio al Museo Messina per non abbandonare la cultura e l’arte, che sono i veri strumenti per combattere ogni tipo di violenza.

VÌOLA
Andi Kacziba
Museo Francesco Messina Via San Sisto 4/A Milano
10 dicembre/20 dicembre 2015
da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00
Vernissage 9 Dicembre – 18.00

foto: Emiliano Biondelli

LIBERI TUTTI! Il 25 aprile 1945 visto con gli occhi dei bambini

By CRAMUM

Con “LIBERI TUTTI! Il 25 aprile 1945 visto con gli occhi dei bambini” la Fondazione Giorgio Pardi conferma il proprio impegno nei confronti delle nuove generazioni, della cultura e dell’arte in Italia. Vi aspettiamo quindi da giovedì 23 aprile 2015 a:

LIBERI TUTTI!
Il 25 aprile 1945 visto con gli occhi dei bambini

Conferenza stampa & Inaugurazione,  23 aprile 2015,  ore 17.30
Ingresso libero 24-26 aprile 2015 10:00 18:30
MUBA, Museo dei bambini, Rotonda della Besana, Milano

Intervengono: Filippo Del Corno, assessore alla cultura, Comune di Milano | Albertine Cerutti, Louisette di Suni e Alessandra Mascaretti, ideatrici della mostra | Sabino Maria Frassà, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Pardi | Dario Bolis, direttore comunicazione e relazioni esterne Fondazione Cariplo | Valentina De Poli, direttore del settimanale Topolino | Franco Mazzucchelli, bambino nel 1943 e artista della Biennale di Venezia 1976 | Raffaele Fiengo, giornalista

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“Liberi tutti! Il 25 aprile 1945 visto con gli occhi dei bambini” La mostra nasce dai racconti di chi, allora bambino, ha vissuto il dramma della guerra e la gioia della liberazione dal nazifascismo.

I testimoni raccontano le emozioni, la vita quotidiana sotto i bombardamenti, gli oggetti usati, le parole dell’epoca, il cibo.

A tutti questi temi si ispirano i laboratori organizzati dalla redazione di Topolino, il 25 e il 26 aprile. Gli orari dei laboratori: dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 17.30. Per partecipare, la prenotazione è obbligatoria al numero di telefono 02 43980402.
All’interno di un grande cubo le pareti rimandano allo scenario di una città distrutta, con la gente che festeggia la Liberazione. Un impianto audio riproduce i rumori dell’epoca: l’ululato della sirena antiaerea, le note allegre del boogie e la voce di Radio Londra. Un documentario riporta una serie di interviste a milanesi nati tra il 1930 e il 1940.
Sabato 25 aprile, alle 18, suoneranno di Enrico Intra e Paolo Tomelleri, musicisti della civica scuola di jazz, bambini al tempo della Liberazione. Con Liberi tutti!  si celebra il settantesimo anniversario della Liberazione con un’attenzione particolare per i più piccoli: i testimoni di allora, i laboratori organizzati dalla redazione di Topolino, video, schede storiche, immagini e suoni per raccontare un momento storico straordinario ad altezza di bambino.

Un progetto realizzato da Fondazione Giorgio Pardi insieme al Museo dei Bambini Muba, con il sostegno di Fondazione Cariplo e di tutti coloro che hanno partecipato alla produzione dal basso PDB. Da un’idea di Albertine Cerutti, Louisette di Suni e Alessandra Mascaretti. Testi e interviste di Studio editoriale Raccontandosi e di Albertine Cerutti con l’appoggio dell’Associazione Quartieri Tranquilli. Disegni di Giorgio Albertini. Con la partecipazione della redazione di Topolino e Radio Popolare. Progetto, grafiche e realizzazione allestimento scenico di Set Up Allestimenti.

Patrocinio del Comune di Milano, Fondazione Cariplo e di EXPO Padiglione Italia.

 

Altare della sterilità (Andi Kacziba) – quando l’arte parla di infertilità e ribellione

By CRAMUM, Salute
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Celebriamo le donne e la loro festa, raccontandovi il lavoro dell’artista Andi Kacziba (pagina dell’artista), autrice di “Altare della sterilità” opera manifesto dell’arte al femminile oggi.

<<Essere donna per me significa accettare di vivere il Mio tempo>>

Altare della sterilità è sia il punto di arrivo sia il nuovo inizio di Andi Kacziba. Andi, ex modella di successo, (ex?) fotografa, vicino agli “anta”, ha dovuto ripensare la sua vita e il suo essere donna. Tanti i dubbi senza risposte, tante le frustrazioni, ma anche le aspirazioni in una società per cui a 40 anni si è ancora giovani.

Il tempo biologico però è un’altra cosa, ogni donna prima o poi se ne accorge. [fancy_link link=”https://amanutricresci.com/eta-fertile/” textColor=”#9e0851″]Qual è l’età “fertile”?[/fancy_link]

“Spesso mi domando come sono arrivata qui. Arrivai a Milano quando avevo vent’anni per fare la modella e ora cosa sono oggi? Una ex modella ungherese? Un’artista italiana? Forse sono un po’ tutto: penso in italiano e conto in ungherese”.

Andi ha riscoperto le sue radici e trovato nella tessitura di arazzi le sue risposte e il suo (nuovo) ordine. La nonna di Andi le aveva insegnato a tessere durante le vacanze trascorse nella campagna ungherese. La tecnica dell’arazzo prevede gesti continui, ripetitivi, attenti, quasi matematici. Andi ha scelto di usare corda al naturale – materiale duro e difficile da lavorare. Perciò per fare le sue opere di arazzo serve tantissimo tempo. Andi, fotografa di formazione, ha così riscoperto il piacere del tempo della creazione e della realizzazione, quelle lunghe ore notturne in cui si estrania e lavora in pace.

Il tempo è stata la catarsi di Andi.

“Ho rinunciato all’ansia fotografica di cogliere il momento, ho accettato i miei tempi e capito forse che erano diversi da quelli imposti dalla società e dagli altri”

Gli arazzi secondo Andi non sono però mai piatti drappelli da parete, diventano tridimensionali, vere sculture: sono organi rossi come il sangue, secchi, immutabili, senza più linfa. Un ciclo di opere si chiama appunto ex-succus, dal latino “disseccato, privo di linfa”.  Proprio l’assenza di linfa vitale, di prospettiva è alla base di Altare della fertilità : le donne di oggi sono stritolate, prosciugate da legittime aspirazioni, convenzioni sociali e l’impossibilità di dilatare i tempi biologici.

[googleplusone size=”standard” lang=”it”]Tanto dolore non trasforma le opere di Andi in una condanna, una rivendicazione o urlo disperato di una femminilità e maternità mancata o incompiuta. Avere un figlio non è un diritto a tutti i costi, ma una legittima aspirazione di ogni donna.  [fancy_link link=”https://amanutricresci.com/nicla-vassallo-un-figlio-non-a-tutti-i-costi-ma-dirittoconsapevole/” textColor=”#9e0851″]Un figlio è un diritto a tutti i costi? Risponde la filosofa Nicla Vassallo[/fancy_link]

“La società non ti prepara realmente all’essere e diventare madre. Non funziona che un giorno ti alzi e decidi che sarai mamma: è un processo di consapevolezza e amore, innanzitutto verso se stessi”

La vera ribellione dell’essere donna è riflettere, accettare sé ed il mondo che ci si è costruiti intorno. All’altare della sterilità ci si reca quindi non per avere un figlio, ma per pensare, per ritrovare il significato di cosa voglia dire essere donna oggi.

 (Sabino Maria Frassà)

Andi Kacziba ha presentato Altare della Sterilità in anteprima all’interno della mostra <<Molli? Ne quaere mollia>>, promossa dalla Fondazione Giorgio Pardi e dall’associazione cramum, curata da Sabino Maria Frassà allo Studio Museo Francesco Messina. L’opera verrà riproposta all’interno della mostra Mater (Parma, Palazzo Governatore dall’ 8 marzo) mentre le opere “Misurazioni quotidiane” (foto) saranno in mostra nella mostra An Art of One’s Own (Torino, Galleria De Chirico, dal 5 marzo).

Andi Kacziba ha ideato con Sabino Maria Frassà il Premio cramum e ha rivisto e autorizzato questo testo il 25 febbraio 2015. [fancy_link link=”https://amanutricresci.com/nominati-i-finalisti-del-3-premio-cramum-giovani-artisti-in-italia/” textColor=”#fcbc14″]Cos’è il premio Cramum?[/fancy_link]

Fuga di cervelli all’estero? Presentati i dati della Fondazione Giorgio Pardi

By CRAMUM, Salute
[fblike layout=”standard” action=”like” font=”lucida+grande” colorscheme=”light”] [margin10]Milano – 28 novembre 2014,
La Fondazione Giorgio Pardi oggi rende pubblici i dati dell’indagine “I giovani e la ricerca medica in Italia”, realizzata in partnership con AstraRicerche (Enrico Finzi) e le principali associazioni del settore (SIGO, AGUI, SIMP, AGIF, ONSP SIERR). Il tema della disoccupazione, dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, è un punto nodale per il nostro Paese. La Fondazione con questa indagine porta all’attenzione dell’opinione pubblica lo stato di salute del sistema italiano di sostegno ai giovani e alla ricerca. L’indagine si è quindi concentrata non solo su chi faccia ricerca in Italia, ma anche su come si mantenga e quali siano i soggetti sostenitori (pubblico, aziende e non-profit). I dati descrivono una situazione problematica in cui il 30% dei ricercatori non svolge più alcuna attività di ricerca, il 39% continua a farla gratuitamente, il 14% la svolge con opportuni aiuti/finanziamenti in Italia e l’8% all’estero.
[googleplusone size=”small” lang=”it”]Di seguito la sintesi dell’indagine.
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[pullquote3 variation=”hotpink” bgColor=”#fcb1fc” textColor=”#880844″]La Fondazione Giorgio Pardi è nata nel 2008 per combattere la fuga di cervelli e sostenere i migliori giovani soprattutto in ambito materno-neonatale. In 5 anni ha sostenuto oltre 100 giovani.[/pullquote3]
I dati dell’indagine sono stati presentati oggi a Milano all’interno del congresso nazionale dell’Associazione di Medicina Perinatale Agorà SIMP. L’indagine demoscopica, fortemente voluta da Nicoletta Corbella Pardi e Guido Venturini (ripsettivamente Presidente e Tesoriere della Fondazione) è stata portata avanti da AstraRicerche e si è concentrata sul settore materno-fetale. Un lavoro di mesi (dicembre 2013 – luglio 2014) portato avanti da Sabino Maria Frassà – Fondazione Giorgio Pardi – da Enrico Finzi (Presidente AstraRicerche) e tutto lo staff di AstraRicerche (Cosimo Finzi e Simona Mastrantuono per citarne alcuni) ha permesso di coinvolgere le principali Associazioni di Categoria (SIMP, AGUI, SIGO, SIERR, ONSP, AGIF) e 552 ricercatori (ginecologi, pediatri, neonatologi, biologi, embriologi). 552 ricercatori hanno risposto tra giugno e luglio 2014: per il 66% donne; per il 19% 24-29enni, il 23% 30-34enni, il 22% 35-45enni, il 36% dai 46 anni in su; per il 46% ginecologi, il 23% pediatri, il 10% neonatologi ed inoltre il 16% biologi/embriologi/biotecnologi,  5% altre specializzazioni; per il 29% senza pubblicazioni negli ultimi due anni, il 26% con 1-2 due pubblicazioni, il 23% con 3-5, il 23% con 6 o più).

Button TextLa situazione della ricerca di base e medica in Italia – per quel che attiene alla ginecologia, alla neonatologia, alla pediatria, alla biologia, alla embriologia, alla biotecnologia connesse – è prevalentemente negativa, talora drammatica. I giovani troppo spesso non vengono selezionati, valorizzati, motivati e specialmente aiutati, con varie conseguenze: la fuga all’estero; il mancato ritorno ‘da fuori’; l’abbandono del mondo della ricerca con un clamoroso spreco di talenti e di opportunità; il perseguire nella ricerca ma senza alcun sostegno e dovendo dedicarsi contemporaneamente ad altre attività che garantiscano la sopravvivenza; il disagio personale e professionale per un ambiente e un ‘clima’ troppo spesso non incentivanti se non addirittura demotivanti per il deficit di meritocrazia che frequente-mente connota il nostro Paese. Cruciali sono i finanziamenti pubblici e – decisivi seppur minoritari – i finanziamenti privati da parte di imprese e (su valori analoghi) di associazioni/fondazioni.

Il nostro Paese è giudicato assai arretrato rispetto ad altri per quel che attiene alla crescita professionale e all’avanzamento di carriera (87%), ai redditi (85%), alla valorizzazione dei meriti (83%), all’accesso ai finanziamenti (78%), alla notorietà/visibilità nel mondo della ricerca (70%).Un giovane che voglia fare ricerca di base e/o clinica in Italia deve affrontare numerosi e gravi problemi, indicati nella tabella che segue, la quale mostra che gli intervistati si sono scontrati nella loro esperienza personale con una drammatica insufficienza dei finanziamenti pubblici e privati, con tempi troppo lunghi per la loro crescita professionale, con difficoltà burocratico-amministrative, con un deficit di meritocrazia aggravato dalla carenza di stimoli e di opportunità, da redditi bassi o nulli, da una persistente condizione di incertezza e di instabilità circa la propria condizione lavorativa.

Il 38% del campione ha fatto una o più esperienze di ricerca all’estero, con due motivazioni-chiave: il desiderio di fare un’esperienza internazionale prima di un eventuale ritorno in Italia (60%) e l’esistenza altrove di maggiori opportunità di crescita (49%). Ma hanno giocato anche – seppur meno – la percepita debolezza del sistema italiano nella propria specifica area di competenza (22%), il timore o la certezza della mancanza di meritocrazia in Italia (22%), le maggiori opportunità di guadagno altrove (17%), specifici motivi personali (quali i rapporti di coppia: 11%). Con un’aggiunta: il 18% ha effettuato parte dei propri studi all’estero, dove è poi stato facilitato nel proseguire  con la ricerca.

Il 75% degli intervistati ha avuto esperienze di ricerca anche o – prevalentemente – solo in Italia, nella metà dei casi in maniera del tutto gratuita, riuscendo a sopravvivere grazie all’aiuto della famiglia e/o ricavando redditi da altre attività (per es. l’attività clinica per molti medici). I risultati sono spesso assai negativi: il 30% dei ricercatori non sta oggi svolgendo alcuna ricerca, il 39% continua a farla ma senza alcun sostegno, il 14% la svolge con opportuni aiuti/finanziamenti in Italia e l’8% all’estero.

Nell’insieme, i soggetti che tuttora svolgono ricerca con un sostegno esterno lo ricavano in gran parte (per il 63%) dal ‘pubblico’ mentre la minoranza (37%) si bipartisce pressoché esattamente tra coloro che sono sostenuti da associazioni/fondazioni non profit e coloro che lo sono da privati (anzitutto imprese). Considerando insieme il passato e il presente, un terzo del campione non ha mai ricevuto alcun finanziamento o sostegno o premio per fare ricerca in Italia, il 36% ne ha ricevuto uno o due, il 16% da tre a cinque, il restante 15% sei o più. Va aggiunto che solo per il 7% l’aiuto ricevuto è stato finalizzato a favorire il rientro in Italia di ricercatori operanti all’estero. A proposito di tale rientro, coloro che sono attualmente impegnati in attività di ricerca all’estero per il 14% affermano di non avere alcuna intenzione di rientrare comunque in Italia, il 12% è certo invece che lo farà prima o poi, ben il 67% vorrebbe tornare nel Bel Paese ma solo se trovasse opportunità simili a quelle che ha attualmente al di fuori dei confini (il 7% non esprime opinioni in merito).

La valutazione del sostegno ricevuto da coloro che ne hanno potuto godere è nell’insieme assai positiva: il 65% dice che esso ha favorito la propria crescita professionale; il 61% che è stata la condizione sine qua non per intraprendere o continuare l’attività di ricerca; il 57% ha goduto del vantaggio di essere messo in contatto con figure che sono state e spesso sono tuttora punti di riferimento nel proprio percorso professionale; una minoranza del 33% riconosce di aver potuto conseguire l’indipendenza economica. Nell’insieme, gli entusiasti ammontano al 35% di coloro che sono stati aiutati/finanziati; il 34% si dice moderatamente soddisfatto; il 31% prevalentemente o totalmente insoddisfatto.

Button TextMalgrado i limiti, i ricercatori che hanno goduto di forme di finanziamento/sostegno per fare ricerca in Italia reputano tale aiuto assolutamente indispensabile: infatti il 39% dice che – in assenza di tale supporto – avrebbe rinunciato ad effettuare ricerca e si sarebbe dedicato ad altro; il 38% avrebbe comunque svolto attività di ricerca in questo Paese ma affiancandola ad altre attività stante la necessità di sostenersi economicamente; il 20% sarebbe emigrato per fare ricerca all’estero; infine il 3% non sarebbe rientrato in Italia come invece ha fatto.

Certo, svolgere attività di ricerca di base o clinica nel nostro Paese è estremamente arduo: la quasi totalità degli intervistati giudica indispensabile un radicale ripensamento del ‘modello’ attuale, suggerendo – in risposta a una domanda ‘aperta’ (ossia a libere risposte non pre-definite) – una serie di interventi qui di seguito sintetizzati. Come si nota dalla lettura della tabella che segue, le due principali domande riguardano l’affermazione – senza eccezioni – di scelte meritocratiche e l’incremento dei finanziamenti pubblici; su valori più bassi troviamo lo snellimento della burocrazia, specifiche politiche di valorizzazione dei giovani (includenti una loro maggior remunerazione), la crescita della trasparenza e dei controlli su progetti e stanziamenti, misure a favore dei finanziamenti privati, la lotta al precariato, ecc..

Presentato il bando della 3° edizione del premio cramum – Rivelati in nomi degli artisti famosi fuori concorso

By CRAMUM
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Milano, 4 novembre 2014,

La Fondazione Giorgio Pardi e l’associazione cramum confermano il proprio impegno a favore dei migliori giovani in Italia. Presso lo Studio Museo Francesco Messina hanno presentato la 3° edizione del premio cramum, per l’arte contemporanea, riservato ad artisti under 36 anni. Il premio, ideato da Sabino Maria Frassà & Andi Kacziba, vedrà in mostra i 10 finalisti del premio cramum al fianco di 8 artisti di fama internazionale.

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Il tema della 3° edizione, insieme al nome degli artisti famosi, è stato rivelato oggi durante la conferenza stampa, alla quale sono intervenuti: l’assessore del Comune di Milano Filippo del Corno, Sabino Maria Frassà direttore del Premio, Leonardo Capano – giurato del Premio e Professore IULM, Andi Kacziba, artista e Presidente Associazione cramum, Maria Fratelli direttrice dello Studio Museo Francesco Messina (che ospita la mostra che lancia il bando “In pulverem Reverterisi”).

Il tema della 3° edizione del premio cramum è FRANGIT NUCEM – COS’E’ L’ARTE CONTEMPORANEA?

Gli artisti invitati famosi che esporranno fuori concorso sono: Alberto Di Fabio, Andi Kacziba, Ingar Krauss, H.H. Lim, Franco Mazzucchelli, Paolo Peroni (vincitore Premio cramum 2014), Cheryl Pope, Gerda Ritzman, Daniele Salvalai (vincitore Premio cramum 2013), Eva Sørensen.

Oltre a questi artisti della giuria faranno parte il direttore del Premio (Sabino Maria Frassà) un rappresentante dell’associazione cramum (Alberto Puricelli – ufficio stampa Premio Cramum) e il Comitato Scientifico composto da: Leonardo Capano (IULM), Cristiana Collu (direttrice Museo MART), Julia Fabényi (direttrice Ludwig Múzeum di Budapest), Marco Franciolli (direttore Museo Cantonale d’Arte e del Museo d’Arte di Lugano), Maria Fratelli (direttrice Studio Museo Francesco Messina), Angela Madesani (IED & Brera), Michela Moro (Rai 5), Antonello Negri (Università degli Studi di Milano), Demetrio Paparoni (curatore e scrittore), Renato Rizzo (La Stampa).

Il bando si chiude l’11 gennaio 2015.

La premiazione si terrà all’inaugurazione della mostra il 12 maggio 2015.

Il Premio è presentato dalla Fondazione Giorgio Pardi e dall’Associazione cramum

In collaborazione con: Comune di Milano, Provincia di Milano, Veneranda Fabbrica del Duomo,
Studio Museo Francesco Messina, Istituto Confucio;

Con il Patrocinio di: Padiglione Italia di Expo 2015, Ambasciata di Danimarca, Consolato Generale
di Ungheria a Milano, Consolato generale di Svizzera a Milano, Università degli Studi di Milano,
Goethe Institut, Accademia di Danimarca;

Immagine di copertina: il cubo che verrà consegnato al vincitore della 3° edizione del premio cramum. Preparato e offerto dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano – è fatto del marmo di Candoglia, la stessa pietra del Duomo di Milano.

La Fondazione Giorgio Pardi riporta Eva Sørensen a Milano

By CRAMUM
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L’ITALIA CHE FUNZIONA: LA COLLABORAZIONE TRA PUBBLICO E PRIVATO RIPORTA A MILANO EVA SøRENSEN, ARTISTA DI FAMA INTERNAZIONALE CHE HA DECISO DI VIVERE E LAVORARE IN ITALIA.

Nella foto da sinistra: Maria Fratelli (Direttore Museo), Sabino Maria Frassà, Eva Sørensen, Raffaella De Chirico, Andi Kacziba. Fotografie – Valentino Albini.

Il Comune di Milano con lo Studio Museo Francesco Messina aderisce al Premio cramum per giovani artisti, ideato da Sabino Maria Frassà e Andi Kacziba e promosso dall’Associazione Cramum e dalla Fondazione Giorgio Pardi. L’obiettivo comune di questi enti – pubblici e privati – è la lotta alla fuga di cervelli ed il sostegno della cultura in Italia. Tra i primi frutti di tale collaborazione, il ciclo “Parva sed apta mihi – 2 donne e una scelta”. Si tratta di un ciclo di due mostre monografiche, curato da Sabino Maria Frassà & Andi Kacziba, dedicate a due artiste straniere – Eva Sørensen ed Elisabeth Scherffig – che hanno scelto di vivere e lavorare in Italia facendo del nostro paese il centro della loro esistenza, del loro successo e della loro realizzazione professionale.  

Eva Sørensen (dal 21 ottobre al 1° novembre 2014) apre questo ciclo e ritorna protagonista di un Museo italiano dopo 30 anni.  Anche grazie alla lungimiranza della gallerista torinese Raffaella De Chirico, il primo appuntamento di “Parva sed apta mihi – 2 donne e una scelta” offrirà per la prima volta la possibilità di analizzare l’intero percorso artistico di Eva Sørensen dal 1962 al 1982. Eva Sørensen, artista schiva, eppure tra i nomi più noti e significativi dell’arte scandinava contemporanea, si è stabilita in Italia negli anni ’60 e ha collaborato con Piero Manzoni, Lucio Fontana ed Enrico Castellani.Matura uno sviluppo artistico unico, che la porta nel 1982 ad esser protagonista della Biennale di Venezia dove le viene dedicato il padiglione danese nella sua interezza. Il lavoro presentato a Venezia e riproposto nella Mostra al Museo Messina è l’apice di una riflessione senza precedenti sullo spazio, sulla materia e sulla scultura contemporanea. Eva Sørensen affianca alle sculture in granito disegni che sono essi stessi scultura. Come ha notato Oystein Hjort, nel suo lavoro, “ogni linea tracciata sul foglio vincola la successiva. Tutte insieme creano un campo di forze che è al tempo stesso pelle e paesaggio”.In mostra 12 opere: dalla ceramica di Albissola, alla pittura, ai primi disegni “tridimensionali” del 1972, a 5 lavori della Biennale alla scultura del 1981 – opera in granito inedita.
Studio Museo Francesco Messina
Via San Sisto 4
fino al 1° novembre 2014
Mart – Ven 10:00 14:00
Sab 14:00 18:00

 

Studio Museo Francesco Messina, Fondazione Giorgio Pardi e Cramum insieme a favore dei (giovani) artisti in Italia

By CRAMUM
Il 7 OTTOBRE 2014 allo Studio Museo Francesco Messina alle 18:30 viene inaugurata la collaborazione tra lo Studio Museo (Comune di Milano), la Fondazione Giorgio Pardi e l’Associazione Cramum. L’obiettivo è quello di supportare i migliori giovani artisti in Italia, sostenendoli nella loro crescita professionale e mettendoli in relazione con artisti di chiara fama.
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Lo Studio Museo Francesco Messina  (importante museo del Comune di Milano a due passi dal Duomo) aderisce quindi al Premio Cramum. Il Premio, ideato da Sabino Maria Frassà e Andi Kacziba, è promosso dall’Associazione cramum e dalla Fondazione Giorgio PardiIl premio che si tiene a Palazzo Isimbardi (nel mese di maggio) permette a 10 giovani artisti finalisti di essere in mostra al fianco di artisti affermati, fuori concorso e membri della Giuria (insieme a critici, curatori e giornalisti).

L’adesione del Museo al Premio l’ingresso di un rappresentante del Comune di Milano nella Giuria del Premio (nel 2015, Maria Fratelli – Direttrice del Museo).Per celebrare l’avvio della collaborazione, a partire dal 7 ottobre saranno allestite 5 mostre allo Studio Museo Francesco Messina. Le mostre, curate da Sabino Maria Frassà, saranno dedicate al vincitore del premio Cramum 2013 (Daniele Salvalai), ai giovani finalisti del Premio Cramum (Kamilia Kard, Valentina Lara Garbagnati, Alessandro Mazzoni, Giovanni Zaccariello) e agli artisti fuori concorso, che hanno voluto aderire al Premio e supportare  così i colleghi più giovani (Andi Kacziba, Eva Sorensen, Elisabeth Scherffig, Carla Tolomeo).

CALENDARIO EVENTI
  • dal 7 al 18 ottobre 2014, “Molli?” , le sculture tessili di Valentina Lara Garbagnati, Andi Kacziba e Carla Tolomeo dialogano con le opere di Francesco Messina.
  • 21 ottobre – 1 novembre 2014, la mostra monografica di Eva Sorensen, parte del ciclo “Parva sed apta mihi – Due donne e una scelta”. In mostra anche le opere dalla Biennale di Venezia.
  • 4 – 8 novembre 2014, “In pulverem reverteris”, mostra dedicata ai giovani video-artist Camilia Kard, Alessandro Mazzoni e Giovanni Zaccariello. Durante la mostra sarà proiettato il corto “Indagine sull’arte, oggi” realizzato dai curatori della mostra, Sabino Maria Frassà & Andi Kacziba.
  • 18 –  29 novembre 2014,  la mostra monografica di Elisabeth Scherffig, parte del ciclo “Parva sed apta mihi – Due donne e una scelta”.
  • 13 maggio – 9 giugno 2015, la mostra site-specific del vincitore del Premio Cramum 2013 – Daniele Salvalai – titolo provvisorio “Squarto”.

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Partner tecnici: Idee e Realizzazioni; Papas&Beer; Raffaella De Chirico Arte Contemporanea (scopri la Galleria); Riccardo Terzi

Paolo Peroni vince il 2° premio Cramum – Fondazione Giorgio Pardi

By CRAMUM
Milano 13 maggio 2014, Palazzo Isimbardi di Milano
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Da sinistra: Andi Kacziba, Nicoletta Corbella Pardi, Paolo Peroni, Sabino Maria Frassà

Da sinistra: Andi Kacziba, Nicoletta Corbella Pardi, Paolo Peroni, Sabino Maria Frassà

Paolo Peroni vince con “Sudari da Caccia” il 2° Premio Cramum, presentato dall’Associazione Cramum e dalla Fondazione Giorgio Pardi all’interno della Mostra Internazionale “Pulvis Es – Cosa rimarrà dell’arte contemporanea?”. 2° classificati a pari merito lo svizzero Adriano Sganzini con “C’era” e l’italo-ungherese Kamilia Kard con “Senza Titolo 2014”.  

Peculiarità dell’evento, ideato e curato da Sabino Maria Frassà ed Andi Kacziba: fino al 19 maggio in mostra a Palazzo Isimbardi di Milano le opere di giovani artisti (finalisti del Premio e under 36) al fianco di artisti affermati fuori concorso e membri della Giuria. Tutti gli artisti (8 su 23 stranieri, ma che vivono/hanno vissuto in Italia) hanno interpretato il tema della mostra Pulvis Es – Cosa rimarrà dell’arte contemporanea?”. Grazie alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, al vincitore è stato consegnato il cubo di pietra, simbolo del premio, realizzato quest’anno con il marmo di Candoglia, lo stesso marmo del Duomo di Milano.

La Premiazione è giunta, tra centinaia di spettatori e alla presenza dei rappresentanti dei corpi diplomatici e delle istituzioni partner, a conclusione degli interventi del Direttore del Premio, Sabino Maria Frassà, del rappresentante della Provincia di Milano, Pasquale Maria Cioffi, del Presidente dell’Associazione cramum, Andi Kacziba, e delle riflessioni sul tema della mostra “Pulvis Es: cosa rimarrà dell’arte contemporanea?” dei membri del Comitato Scientifico: Silvia Berselli, Leonardo Capano, Angela Madesani, Michela Moro, Antonello Negri, Renato Rizzo.

ARTISTI FINALISTI:

Adele Ardigò
Matthew Attard – Malta
Laura Bisotti
Eracle Dartizio
Marco Formisano
Valentina Lara Garbagnati
Kamilia Kard – Italia & Ungheria
Zhaopeng Li – Cina
Stefania Lomi
Alessandro Mazzoni – Svizzera
Paolo Peroni
Adriano Sganzini – Svizzera
Gli artisti fuori concorso e membri della Giuria: Salvatore Astore, 
Leonida De Filippi, Luisa Elia, Andi Kacziba (Ungheria), Elena Modorati, Daniele Papuli, Raffaele Penna, Daniele Salvalai (vincitore della 1° edizione), Elisabeth Scherffig (Germania), Carla Tolomeo e Zoltan Tombor (Ungheria).

Paolo Peroni: è un giovane artista di 30 anni che vive e lavora tra Milano e Torino. Collabora con la Galleria de Chirico, che gli ha dedicato diverse mostre personali. Comincia la sua carriera, classificandosi terzo alla XXIV Biennale di Scultura di Gubbio nel 2006 e nel 2012 vince il Premio Schindler per l’Arte.  Con “Sudari da Caccia”, un calco in silicone sul tumore di una pianta, Paolo riflette sulla violenza dell’uomo che imprime sulla natura.

Ufficio Stampa: Alberto Puricell: info@cramum.org