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I nuovi libri d’artista dedicati a H.H. Lim e Laura de Santillana

By CRAMUM

Dopo l’anteprima all’Accademia di Ungheria in Roma il 13 gennaio, gli ultimi due libri d’artista pubblicati nella collana OLTRE da cramum in collaborazione con Quinlan saranno visibili a Bologna al Fruit Exhibition 2017 (dal 27 al 29 gennaio 2017 a Palazzo Re Enzo).

I due volumi, dedicati rispettivamente al lavoro di H.H. LIM e di Laura de Santillana, sono stati curati da Sabino Maria Frassà in collaborazione con il graphic designer Emiliano Biondelli. I libri sono dedicati agli ultimi progetti artistici di H.H Lim e Laura de Santillana realizzati al Museo Francesco Messina grazie all’impegno di CRAMUM, da anni impegnata nel supporto alle eccellenze culturali e artistiche in Italia.
Gli artisti insieme al curatore si sono interrogati sul ruolo e sulla funzione dell’artista, della cultura e dell’arte contemporanea nella nostra società. Testi di Sabino Maria Frassà e Maria Fratelli.

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Eracle Dartizio: a Milano la sua mostra sulla perdita della mamma e la solitudine dell’uomo

By CRAMUM
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Eracle Dartizio

Il 12 gennaio 2016 inaugurò a Milano al Museo Francesco Messina la mostra “MORTE DI UNA STELLA E ALTROVE” di Eracle Dartizio (vero nome Fabio Dartizio), a cura di Sabino Maria Frassà. La mostra faceva parte della collaborazione tra il Premio Cramum e il Museo Francesco Messina: Fabio Dartizio fu infatti finalista del premio cramum 2014. La mostra di Dartizio era incentrata sulla perdita (prematura) della mamma e della solitudine che ne consegue. L’artista partiva così dalla morte della propria mamma per riflettere sulla piccolezza dell’esperienza umana e sulla difficile e incessante ricerca di un “altrove”, di un rifugio e di una speranza. Dartizio non rappresenta quindi mai la madre, preferendo mettere lo spettatore di fronte alla morte stessa dell’universo: i cieli crollano travolgendo anche le sculture equestri di Francesco Messina, le “pozzanghere” sono innalzate e finiscono per essere le uniche stelle e fonti di luce. Come ricorda il curatore, Sabino Maria Frassà, “l’universo sta morendo. Anche i cieli, dopo di noi, scompariranno. L’uomo è sempre più consapevole di ciò. E’ passato nei secoli dal credersi centro perpetuo dell’Universo alla consapevolezza della propria piccolezza e temporaneità”.

Cosa può fare l’uomo così infintamente piccolo? Aggrapparsi a cieli morenti? No l'<<altrove>> del titolo, la speranza, è in realtà la forza di ognuno di noi, da rintracciarsi nella consapevolezza di sé, nei propri affetti e nel loro prezioso ricordo. Non stupisce perciò la scelta del curatore, Sabino Maria Frassà, di impostare il proprio testo e la lettura della mostra intorno ad una vecchia e nota canzone Son tutte belle le mamme del mondo: “Cosa ci fa comprendere meglio questo essere finiti, se non la perdita della mamma? Nella morte dei propri genitori si vede la propria morte. E allora toglie il respiro la mancanza di quel sentimento, <<di quel grande tesoro di luce e bontà, che custodisce un bene profondo, il più sincero dell’umanità (da Tutte le mamme, Umberto Bertini ed Eduardo Falcocchio 1954)“.

Mostra realizzata grazie a cramum sono molto grati al Comune di Milano | Studio Museo Francesco Messina e a tutti i partner che rendono possibile tale inziativa: Amaike Textile Industry, Ishikawa (J); Cafro srl, Fino Mornasco; Fonderia Artistica Campagner, Senago (Mi); Galleria Alessio Moitre, Torino; Silhouette Eyewear, Como. Si ringrazia anche per la concessione dell’opera Pozzanghere: Fonderia Artistica Battaglia, Milano; Galleria Toselli, Milano.

La pace è più vicina … con la Forza delle donne. Israele-Palestina

By CRAMUM, Cultura
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Due mesi fa si è tenuta a Gerusalemme una marcia di due settimane per la Pace in Israele. Poco se n’è parlato sui giornali, ma oggi grazie ai social e alla colonna sonora, “Preghiera delle Madri”, la notizia sta superando i confini.
Conosciamo un po’ di più il progetto Women Wage Peace e la colonna sonora. La canzone è il risultato dell’impegno della cantautrice Yael Deckelbaum e le riprese sono state fatte nel deserto che si trova a nord del Mar Morto.

https://www.youtube.com/watch?v=uTbrcxdR29A

Si tratta dell’ultima iniziativa di Women Wage Peace (Le donne fanno la pace), il movimento fondato da un piccolo gruppo di israeliane nell’estate del 2014, durante l’ultimo attacco a Gaza che conta oggi migliaia di adesioni: donne laiche, religiose, di destra o sinistra, colone, musulmane, ebree e cristiane, donne provenienti da ogni settore della popolazione unite da una richiesta:

women peace israeli«Che i nostri leader politici lavorino con rispetto e coraggio, includendo la partecipazione delle donne per trovare una soluzione al conflitto. Solo un accordo politico onorevole può assicurare il futuro dei nostri figli e nipoti».La partecipazione delle donne palestinesi è stata organizzata da Huda Abuarqoub, attivista nata a Gerusalemme e cresciuta a Hebron, direttrice regionale dell’Alleanza per la pace in Medio Oriente: «Sono qua con donne che hanno scelto coraggiosamente di intraprendere una strada che non è ancora percorsa. Una strada di speranza, amore, luce, dignità, inclusione e riconoscimento reciproco. E sono anche qui per dirvi, sì, avete un partner, lo avete visto».

Ama Nutri Cresci – Notizia per un futuro migliore

ASPETTANDO L’ISPIRAZIONE … per rispondere ai dubbi dell’uomo contemporaneo

By CRAMUM

“Il destino di ogni artista è danzare un valzer sul filo del rasoio per continuare a cercare di uscire dal tunnel”

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hh-lim-anche-i-denti-storti-raccontano-chi-sei-2015Inaugura il 15 novembre 2016, presso lo Studio Museo Francesco Messina, la mostra ASPETTANDO L’ISPIRAZIONE” di H.H. Lim, curata da Sabino Maria Frassà. “Aspettando l’ispirazione sarà inaugurata il 15 novembre alle ore 18:30 e rimarrà aperta fino all’11 dicembre. La mostra è parte del progetto cramum, che la Fondazione Giorgio Pardi (scopri cosa fa) porta avanti per valorizzare in Italia e nel mondo le eccellenze culturali e artistiche. 

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DOVE? Studio Museo Francesco Messina, Via San Sisto 4 (angolo via Torino)

QUANDO? Dal 15 novembre (inaugurazione ore 18:30) all’11 dicembre

La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino all’11 dicembre, indaga il ruolo dell’arte e dell’artista oggi. H.H. Lim ricostruisce il proprio studio romano all’interno del Museo, instaurando un forte dialogo con lo spazio – la Chiesa sconsacrata di San Sisto – e con le opere del Maestro Francesco Messina. Allo spazio barocco e all’arte figurativa del Maestro Messina H.H. Lim accosta le sue famose sedie, i pannelli di gesso bianco e le tele nere, su cui riporta e scrive i propri dubbi e interrogativi. Allo spettatore l’onere e il piacere di elaborare la risposta. L’artista H.H. Lim introduce così la sua mostra: “Ho sempre pensato che il destino di un artista fosse quello di danzare un valzer sul filo del rasoio. L’incessante cercare l’ispirazione per trovare le risposte ed uscire dal tunnel dell’esistenza è il ring e il senso stesso della vita del vero artista.”

Il curatore, Sabino Maria Frassà, spiega così la mostra: “Aspettando l’ispirazione riesce ad essere una caustica, ironica e puntuale analisi su cosa sia oggi l’arte contemporanea. H.H. Lim condivide il proprio smarrimento e i propri dubbi riguardo l’autorefernzialità dell’arte e in merito alla possibilità che l’arte contemporanea possa fornire certezze trascendenti. Chi crea e consuma arte oggi più che mai dovrebbe essere colui che indaga per indagare, per sapere, per portare l’uomo e l’umanità a un livello superiore. Al contrario l’ammiccamento al mercato tipico di tanta arte di oggi semplicemente non è arte contemporanea, quanto piuttosto uno sbiadito neo-barocco, che nasce vecchio e morirà – presto – vecchissimo”.

BIOGRAFIA

H.H. Lim è un artista cinese, nato in Malesia. Si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Roma. Dal 1976, vive e lavora tra Roma Penang. È fondatore e animatore dello spazio espositivo romano Edicola Notte, che dal 1990 rappresenta una delle realtà più dinamiche e propositive della capitale. Dal 2015 collabora e aderisce al progetto “cramum” della Fondazione Giorgio Pardi. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, tra cui Singapore Biennale 2016 Singapore; 12°edizione della Dakar Biennale, Dakar Senegal 2016; Biennale di Praga 6, Praga, Repubblica Ceca 2013; Biennale di Venezia, Padiglione della Repubblica di Cuba, Venezia, Italia 2013; GNAM Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, Italia 2011; UCCA Centro Ullens per l’Arte Contemporanea, Pechino, Cina 2010;  3° Biennale di Tirana, Galleria Nazionale d’Arte, Tirana, Albania 2005.

La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione con RAM radioartemobile, Zoo Zone Art ForumSauro Radicchi, Manuela Caminada.

 

I FEDELI – la mostra di Laura de Santillana che cerca di colmare l’Assenza dei giorni nostri

By CRAMUM
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cramum promuove I FEDELI, la mostra di Laura de Santillana a cura di Sabino Maria Frassà, dal 13 dicembre al Museo Francesco Messina di Milano. La Fondazione ancora una volta riesce a promuove il binomio cultura e donna: in una società ancora fortemente machista, la Fondazione promuove la ricerca artistica di un’artista che elevato il vetro a materia d’arte contemporanea.

Il curatore, Sabino Maria Frassà, introduce così la mostra: “nella Chiesa di San Sisto Laura de Santillana colloca 20 sculture di ferro e vetro, tutte bianche o trasparenti, ad eccezione di quattro “libri” rossi. Il dialogo tra vetro, luce e spazio innesca una forte empatia, suggestioni mutevoli e personali, attraverso le quali l’artista invita noi tutti colmare il nostro vuoto interiore e a ricercare in noi stessi (e non all’esterno) le risposte, la saggezza e l’equilibrio. Allo spettatore non resta che vivere questa mostra in silenzio come una preghiera.”

Opere di Laura de Santillana nella mostra OLTRE ROMA a cura di Sabino Maria Frassà - Palazzo Falconieri

Laura de Santillana spiega così la genesi di I Fedeli: “La nostra è una società che vive nell’assenza. Assenza di cosa? L’assenza è sempre una mancanza di fede in qualunque modo la si voglia intendere. Quando gli uomini non credono producono un vuoto ed io questo vuoto ho voluto riempirlo dei miei fedeli. ”

Questa mostra regalata a Milano è il proseguimento del percorso di Laura de Santillana con il progetto cramum sul tema “A chi parla l’arte contemporanea?”. Laura de Santillana è presente fino al 13 gennaio con alcune opere nella collettiva internazionale “Oltre Roma” curata da Sabino Maria Frassà per cramum e Accademia di Ungheria a Roma.

INGRESSO LIBERO DA MARTEDI A DOMENICA DALLA 10:00 ALLE 18:00
Studio Museo Francesco Messina – Via San Sisto (angolo Via Torino, ex Chiesa di San Sisto) Milano

 

Le nuove mostre di CRAMUM: a Roma e Milano con 20 artisti di fama internazionale

By CRAMUM
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Milano – Roma 20 settembre 2016. CRAMUM presentata la stagione autunno-inverno 2016, rinnovando il proprio impegno a favore della cultura e dell’arte contemporanea in Italia, con particolare attenzione ai giovani artisti, messi in relazione e in mostra al fianco di artisti di fama internazionale.
Confermato alla direzione artistica di CRAMUM Sabino Maria Frassà, che ha selezionato 14 artisti di fama internazionale e 6 giovani artisti da far conoscere al grande pubblico italiano in tre nuove mostre tra Roma e Milano.
[fancy_link link=”https://www.facebook.com/cramum/?fref=ts” variation=”yellow” textColor=”#b08d00″]Segui CRAMUM su facebook[/fancy_link] [googleplusone size=”standard” lang=”it”]CRAMUM conferma la “storica” collaborazione con lo Studio Museo Francesco Messina di Milano e la sua direttrice – Maria Fratelli – portando a Milano le mostre personali di H.H. Lim e Laura De Santillana. Inoltre grazie alla collaborazione con l’Accademia di Ungheria e con la Fondazione Giorgio Pardi si terrà  a Palazzo Falconieri di Roma la mostra internazionale OLTRE Roma, che esporrà 60 lavori di: Magdalena Abakanowicz, Zolt Asta, Szilárd Cseke, Eracle Dartizio, Laura de Santillana, Alberto di Fabio, Matteo Fato, Andi Kacziba, Kamilia Kard, H.H LIM, Franco Mazzucchelli, David Merényi, Raffaele Penna, Paolo Peroni, Francesca Piovesan, Luigi Presicce, Daniele Salvalai, Elisabeth Sherffig, Eva Sorensen, Beáta Székely, Zoltán Tombor, Michele Volpe.

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HH Lim, Le conseguenze della memoria, in “Aspettando l’Ispirazione” a cura di Sabino Maria Frassà allo Studio Museo Francesco Messina dal 15 novembre 2016

H.H. LIM “Aspettando l’ispirazione”, a cura di Sabino Maria Frassà, 15 novembre -11 dicembre (Studio Museo Francesco Messina a Milano).

La mostra ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Giorgio Pardi e dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano.
H.H. Lim è nato in Malesia. Si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Roma. Dal 1976, vive e lavora tra Roma e Penang. Ha partecipato a diverse biennali tra cui Istanbul (2007), Praga e Venezia (2013), Kochi Muziris (2014).
Dal 2014 collabora con il premio cramum: nel 2015 è tra i giurati del premio cramum. CRAMUM seleziona HH LIM per le mostre OLTRE e OLTRE ROMA rispettivamente a Budapest nel 2015 e a Roma nel 2016.
[fancy_link link=”https://amanutricresci.com/h-h-lim-cramum-arte-corpo-mente-frangit-nucem-giornata-contro-discriminazione-raziale-2015/” variation=”yellow” textColor=”#d09d39″]Leggi l’intervista a HH LIM ‘La mia arte è corpo e mente'[/fancy_link]
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Magdalena Abakanowicz, Face XXXI (dettaglio) opera in mostra a Roma dal 25 novembre 2016 in OLTRE ROMA a cura di Sabino Maria Frassà

OLTRE Roma (Palazzo Falconieri a Roma), a cura di Sabino Maria Frassà, 25 novembre 2016 – 17 gennaio 2017.

Artisti in Mostra: Magdalena Abakanowicz, Zolt Asta, Szilárd Cseke, Eracle Dartizio, Laura de Santillana, Alberto di Fabio, Matteo Fato, Andi Kacziba, Kamilia Kard, H.H LIM, Franco Mazzucchelli, David Merényi, Raffaele Penna, Paolo Peroni, Francesca Piovesan, Luigi Presicce, Daniele Salvalai, Elisabeth Sherffig, Eva Sorensen, Beáta Székely, Zoltán Tombor, Michele Volpe.
Con il Patrocinio di Fondazione Giorgio Pardi, Comune di Roma, Accademia di Ungheria a Roma, Istituto Polacco a Roma, Ludwig Muzeum.
[fancy_link link=”https://amanutricresci.com/oltre-roma-quando-larte-va-oltre-i-muri/” variation=”yellow” textColor=”#c09d00″]Tutti i dettagli su OLTRE ROMA[/fancy_link]
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Laura De Santillana, REDS, opera inedita 2016 presentata nella sua mostra personale "Fedeli" a cura di Sabino Frassà allo Studio Museo Francesco Messina di Milano

Laura De Santillana, REDS (dettaglio), opera inedita in mostra in “I fedeli” a cura di Sabino Frassà allo Studio Museo Francesco Messina di Milano dal 13 dicembre 2016

LAURA DE SANTILLANA “I fedeli“,  a cura di Sabino Maria Frassà,  13 dicembre 2016 – 8 gennaio 2017 (Studio Museo Francesco Messina a Milano).

“I fedeli” è la prima personale che Milano dedica ad una tra le artiste italiane viventi più famose: sue numerose personali tra USA, Giappone e Francia. Con il fratello Alessandro Diaz de Santillana ha esposto al MAK e alla Fondazione G. Cini di Venezia.
Laura De Santillana ha tra l’altro partecipato alla Biennale di Venezia 2009 e collabora con cramum dal 2015: è tra i giurati del 4° premio cramum (2016) e sarà in mostra con CRAMUM nella mostra OLTRE ROMA a Roma.
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In copertina Alberto di Fabio – Montagne Rosse (dettaglio), opera inclusa nella mostra  OLTRE ROMA a cura di Sabino Maria Frassà a Palazzo Falconieri dal 25 novembre 2016

 

Alberto Puricelli, ufficio stampa CRAMUM

“OLTRE Roma”: quando l’arte va contro i muri

By CRAMUM
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Face XXXI, dettaglio dell’opera di Magdalena Abakanowicz in mostra in “OLTRE Roma” a cura di Sabino Maria Frassà a Palazzo Falconieri

Dal 25 novembre 2016 al 17 gennaio 2017 a Palazzo Falconieri di Roma la mostra internazionale OLTRE ROMA racconta la contemporaneità dell’Europa.

Il Progetto voluto dall’Accademia di Ungheria in Roma – Istituto Balassi, dall’associazione cramum e dalla Fondazione Giorgio Pardi è stato ideato, diretto e curato da Sabino Maria Frassà.

Opere di: Magdalena Abakanowicz, Zolt Asta, Szilárd Cseke, Eracle Dartizio, Laura de Santillana, Alberto di Fabio, Matteo Fato, Andi Kacziba, Kamilia Kard, H.H LIM, Franco Mazzucchelli, David Merényi, Raffaele Penna, Paolo Peroni, Francesca Piovesan, Luigi Presicce, Daniele Salvalai, Elisabeth Sherffig, Eva Sorensen, Beáta Székely, Zoltán Tombor, Michele Volpe. Il progetto si fregia del patrocinio di Ludwig Muzeum, del Comune di Roma e dell’associazione per l’infanzia ASM.

[googleplusone size=”standard” lang=”it”]Nel presentare la mostra Sabino Maria Frassà, curatore e Direttore Artistico CRAMUM, ricorda: “Oggi più che mai è importante fare l’Europa. Dopo decenni di regole, è tempo di lavorare alla creazione di una cultura europea, che valorizzi le peculiarità di ogni Paese, senza appiattirle. Altrimenti il rischio è un’Europa fatta di muri. OLTRE ROMA si muove in tale direzione, cercando di raccontare questa incredibile città per definizione contemporanea: infatti cosa significa essere contemporanei se non unire e attualizzare culture diverse? E’ del resto riduttivo definire OLTRE ROMA una mostra italo-ungherese: volutamente i 18 artisti selezionati sono artisti di diverse età e fama, che vivono in Italia e Ungheria, pur provenendo da Italia, Ungheria, Germania, Polonia, Cina e Malesia”.

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A volte ritornano, opera inedita di H.H. Lim per la mostra “OLTRE Roma” a cura di Sabino Maria Frassà a Palazzo Falconieri

Nicoletta Corbella Pardi, Presidente della Fondazione Giorgio Pardi “La Fondazione Giorgio Pardi, che da anni aiuta i giovani combattendo la fuga di cervelli all’ estero, ha deciso di sostenere questo progetto che non solo riesce a unire culture diverse, ma anche a colmare il gap generazionale del nostro paese: ancora una volta Cramum e OLTRE sostengono giovani talenti dell’arte mettendoli a fianco di Maestri di fama internazionale.”

Julia Fabenyi, direttrice del Ludwig Muzeum che patrocina la mostra, aggiunge “L’arte può diventare un rilevante strumento sociale, fornendo reali esempi di coesistenza ed integrazione. Con i suoi artisti di fama internazionale, non solo ungheresi e italiani, OLTRE ROMA può essere da esempio e sono orgogliosa che anche il Ludwig Muzeum patrocini tale progetto sin dall’inizio”.

La stessa sede della Mostra OLTRE ROMA – Palazzo Falconieri – testimonia come sia possibile un proficuo e duraturo scambio culturale: all’inizio del XX secolo l’Italia donò Palazzo Falconieri all’Ungheria, che ne fece la sede dell’Istituto Balassi – Accademia di Ungheria e che ospita da sempre nella capitale italiana artisti e intellettuali ungheresi. L’Ungheria ricambiò è dono all’Italia il Palazzo che fino al 1902 fu il Parlamento ungherese – oggi sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Budapest (che ospitò tra l’altro la prima tappa del progetto OLTRE).

Fino al 17 gennaio 2017 a Palazzo Falconieri saranno perciò in mostra 60 opere di 18 artisti internazional: ospite d’onore con l’opera Face XXXI sarà l’artista polacca Magdalena Abakanowicz. Gli artisti ungheresi in mostra saranno: Szilárd Cseke, artista a cui è stato dedicato il Padiglione Ungheria della Biennale di Venezia 2015, Andi Kacziba, scultrice tessile a cui Milano ha appena dedicato una personale, Zolt Asta, artista a cui è stato dedicato il Padiglione Ungheria della Biennale di Venezia 2013, Zoltán Tombor, fotografo di fama internazionale. Con loro, i giovani talenti ungheresi David Merényi , Beáta Székely e KamiliaKard. Sono italiani, invece, Eva Sorensen, artista a cui è stato dedicato il Padiglione della Biennale di Venezia del 1981 e che dal 1961 decise di vivere in Italia, Laura de Santillana, che partecipò alla Biennale di Venezia nel 2009, Alberto di Fabio, a cui nel 2015 è stata dedicata anche una mostra personale al Macro di Roma, Elisabeth Scherffig (in Italia dal 1978) e Daniele Salvalai, artisti a cui Milano ha dedicato recenti monografie, HH LIM, artista cinese a Roma dal 1976, che partecipò alla Biennale di Venezia 2013 e che è oggi protagonista oggi di un’importante mostra personale al Museo Francesco Messina di Milano “In cerca di Ispirazione”, Franco Mazzucchelli, già alla Biennale di Venezia 1976, Raffale Penna, tra i più noti fiber-artist italiani, Luigi Presicce, tra i più noti perforrmer italiani, Michele Volpe, artista visionario di Latina. In mostra, anche i giovani talenti selezionati attraverso il premio cramum: Paolo Peroni, Francesca Piovesan, Eracle Dartizio, Michele Fato.

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Il libro d’artista “OLTRE ROMA” (nel dettaglio un’opera di Alberto di Fabio e due aforismi di Valentino Zeichen)

Il 25 novembre sarà presentato, grazie alla generosità dell’Accademia di Ungheria, il libro d’artista “OLTRE ROMA” curato da Sabino Maria Frassà con il supporto di Emiliano Biondeggi. Il libro racconta la storia dell’uomo contemporaneo grazie alle opere in mostra e ai testi di autori italiani e ungheresi: Agota Kristof, Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini, Svetonio, Mihaly Vaci, Valentino Zeichen e Attila Jozsef. [margin10]

In copertina l’opera inedita Octavi di Laura De Santillana in il libro d’artista “OLTRE ROMA” in mostra a OLTRE Roma a cura di Sabino Maria Frassà. 

Emilio Isgrò si racconta: da Fontana al “giovane” Cattelan …

By CRAMUM
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Emilio Isgrò, Ancora Istanbul, opera in mostra al 4° premio cramum "A chi parla l'arte contemporanea?"

Emilio Isgrò, Ancora Istanbul, opera in mostra al 4° premio cramum “A chi parla l’arte contemporanea?”

[blockquote align=”right” variation=”purple”]<<Gli italiani non possono che definirsi cristiani, ma tutti gli artisti italiani non possono che definirsi “figli” di Fontana, anche se forse la mia simpatia è più vicina all’immaginario dei fratelli Savinio e de Chirico.>>[/blockquote]

Sabino Maria Frassà (SMF): Non deve essere facile trovare buoni maestri quando si fa un lavoro originale come il tuo. Prima di te semplicemente nessuno aveva cancellato i libri come forma di espressione artistica. Ognuno di noi è però inevitabilmente influenzato dalla propria formazione, famiglia o altro: tu da chi sei stato influenzato?

Emilio Isgrò (E.I.): Gli italiani non possono che definirsi cristiani, ma tutti gli artisti italiani non possono che definirsi “figli” di Fontana, anche se forse la mia simpatia è più vicina all’immaginario dei fratelli Savinio e de Chirico. Non si tratta però di punti di riferimento o ispirazioni ma termini di paragone per la loro maturità e ricerca artistica. Del resto, se ho avuto dei maestri, lo sono stati filosofi, musicisti o scrittori, come Pirandello e Gorgia da Lentini. I miei maestri sono stati coloro di cui mi affascinava la filosofia, il pensiero.

 

SMF: La musica ha influenzato la tua arte?
E.I.: Sì, molto. Negli anni Sessanta la musica contemporanea aveva quell’indipendenza e quella libertà di sperimentare che l’arte non poteva permettersi: sto pensando alla musica di Berio, Nono o Stockhausen e alla Biennale di musica contemporanea di Venezia. La musica contemporanea mi fece capire quanto non fossi preparato a capirla, ma anche quanto in fondo ciò non contasse troppo. Un bravo artista studia, impara per tutta la sua vita, ma non deve sapere tutto: l’arte non nasce da una piena comprensione, ma dal cercare la luce nel buio. L’arte deve parlare di ciò che le persone conoscono, ma che non sanno riconoscere in modo autonomo. Per me fare l’artista significa questo, avere ed essere in grado di comunicare nuove idee, che permettano alle persone di conoscere qualcosa di più su di sé, sul mondo o sull’universo. Per questo l’artista dovrebbe cercare il proprio spazio al di fuori del perimetro del consenso e ciò non vuol dire provocare, perché oggi la provocazione è leva anch’essa per ottenere consenso.

Emilio Isgrò

Emilio Isgrò

SMF: Qual è la ricetta per i giovani artisti per trovare questo “spazio”?
E.I.: Fatica, costanza e valorizzazione della propria unicità. In fondo che un artista fatichi fa anche bene: l’arte è anarchica e dovrebbe rispondere a delle logiche di darwinismo meritocratico per cui sopravvive solo ciò che veramente vale. Io sono cresciuto in una famiglia in cui si respirava cultura e ciò conta moltissimo, ma mi ricordo sempre che mio padre, ebanista, mi obbligava a lavorare con lui per farmi comprendere quanto fossi fortunato a poter studiare. Trovare il proprio spazio è del resto sempre funzione del tempo che si vive, ai miei tempi non era più facile, ma era diverso: eravamo abituati all’idea dell’insuccesso, che l’arte non desse da vivere. Chi faceva l’artista non lo faceva per il successo, ma per creare qualcosa di nuovo. Gli ultimi trent’anni hanno sdoganato tale visione e professionalizzato l’artista, sempre più mondano e manager di se stesso.

SMF: Il suo percorso artistico è caratterizzato da una forte coerenza: com’è cresciuto dalle prime cancellazioni del 1964 ad oggi?

E.I.: La vera svolta fu all’inizio. Dopo una delle prime mostre percepii il pericolo di andare nella direzione del dadaismo. L’arte per l’arte corre il rischio di essere sterile. Mi resi conto che la dimensione nichilista non era la mia, che anzi volevo che il mio lavoro fosse un mattone per la ricostruzione. Da tale volontà di differenziarmi da certa arte concettuale algida anglosassone, nacque un cambiamento che vivo ancora oggi: l’avvicinamento alla mteria. Capii subito che il mio limite di artista concettuale era il rapporto con la materia: se all’inizio volevo andare oltre la materia, smaterializzando l’opera, mi resi poi conto che era più importante andare oltre quello che non sapevo fare. Ora mi appassiona profondamente tutto ciò che è materia.
 

SMF: Un giovane artista che trova interessante?
E.I.: Il paradosso oggi è che nell’arte come nella vita abbiamo dilatato il tempo e l’idea di giovinezza. Ad esempio trovo molto interessante il lavoro di Maurizio Cattelan, ma nella mia testa è sempre un giovane, famosissimo artista. Lo considero giovane perché mi aspetto sempre che faccia qualcosa di nuovo, ma forse è proprio questo il paradosso e la malattia del nostro tempo.

Emilio Isgrò è stato intervistato nel suo studio milanese da Sabino Maria Frassà il 5 aprile 2016. L’artista ha rivisto e approvato il testo il 14 aprile 2016. Emilio Isgrò è stato intervistato  dopo aver aderito al progetto cramum, diretto da Sabino Maria Frassà e aver preso parte alla mostra internazionale “A chi parla l’arte contemporanea?” a cura di Sabino Maria Frassà. La mostra, promossa dall’Associazione cramum e dalla Fondazione Giorgio Pardi, si è tenuta a Palazzo Isimbardi dal 13 al 23 maggio 2016. Il progetto è .

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Emilio Isgrò nasce a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) nel 1937, e si trasferisce a Milano nel 1956. Da subito accompagna la produzione artistica con l’attività di scrittore e poeta. Nel 1964 realizza le prime Cancellature. Nel 1972 è invitato alla XXXVI Biennale d’Arte di Venezia, a cui parteciperà anche nel 1978, nel 1986 e nel 1993. Nel 2016 entra a far parte della giuria del premio cramum.

Paolo Peroni arriva in mostra a Milano, passando da via Gluck

By CRAMUM
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Sudari da Caccia, l’opera con cui Paolo Peroni vinse il premio cramum nel 2014

La Fondazione Giorgio Pardi e l’associazione cramum ancora vicini ai giovani e alla cultura in Italia. Con il supporto del Comune di Milano presentano l’11 maggio alle ore 18:00 allo Studio Museo Francesco Messina la mostra ORIZZONTI A PARTE, di PAOLO PERONI, curata da Sabino Maria Frassà. La mostra è parte del 4premio cramum che ogni anno attribuisce al vincitore (Paolo Peroni ha vinto il premio nel 2014) la possibilità di allestire in massimo due anni una mostra site-specific allo Studio Museo Francesco Messina.

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Paolo Peroni (scopri chi è)

“Orizzonti a parte” indaga la crisi della città e dell’uomo di oggi: “Da Torino a Milano ci sono 138 chilometri di strade e cemento. Chilometri di periurbano, di territorio che non è né città né campagna. Paolo Peroni polemmiza e intitola l’opera principale <<Correre come merda nei tubi>>” ricorda il curatore Sabino Maria Frassà, che aggiunge: “Non c’è più spazio per un orizzonte diverso dalla città stessa, come cantava Celentano già 50 anni fa in Il ragazzo della via Gluck <<non so perché continuano a costruire le case e non lasciano l’erba>>. La Chiesa di San Sisto, oggi Studio Museo Francesco Messina, è la cornice ideale per la riflessione di Paolo Peroni, che colloca 12 grandi installazioni in dialogo con la chiesa barocca e i celebri bronzi del Messina. Unica colonna sonora possibile è il rumore dell’autostrada A4 (Torino-Milano) proveniente dagli stessi tubi metallici parte dell’opera “Correre come merda nei tubi”. Come ricorda l’artista riguardo alle altre opere in mostra: “I miei uomini sono fatti di cemento e catrame; non sono in scala, ma sono costruiti riprendendo dimensioni di persone vere. Oggi l’uomo è ancora fatto dal 75% di acqua o è fatto del cemento che “respira”? Del catrame su cui cammina?”

 

DOVE & QUANDO

ORIZZONTI ALTROVE” PERSONALE DI PAOLO PERONI

A cura di Sabino Maria Frassà

Studio Museo Francesco Messina, Via San Sisto 4 (Milano)

promossa da Fondazione Giorgio Pardi e Premio cramum

Dal 12 al 29 maggio 2016

Mart-Dom: 10 – 18

Inaugurazione 11 maggio dalle 18:00 alle 21:00

La visita è gratuita

Alberto Puricelli – ufficio stampa congiunto
Cramum & Fondazione Giorgio Pardi

 

“OLTRE” la bellezza con Santa Chiara di Andi Kacziba

By CRAMUM, Salute
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AndiKacziba@SimoneAngarano2016_2Milano, 8 marzo 2016 – CRAMUM e Ama Nutri Cresci celebrano la festa delle donne presentando Santa Chiara, l’opera inedita di Andi Kacziba, all’interno della mostra OLTRE al Museo Civico Pier Alessandro Garda di Ivrea.

Come ricorda il curatore della mostra: “al di là del simbolo cristiano Santa Chiara è metafora delle donne che hanno il coraggio di cercare la propria strada, contando solo sulla forza delle proprie idee e convinzioni. Andi Kacziba si muove in tale direzione: dopo aver ritratto a lungo donne in attesa di un deus ex machina o di un principe azzurro che le salvi – Altare della Sterilità (2014) e Santa Veronica (2015) – con Santa Chiara parla di donne che sono riuscite ad andare “oltre” i vincoli e le convenzioni imposte dalla società: cos’è il successo di una donna? La bellezza e una famiglia a tutti i costi?”.
Andi Kacziba,Santa Chiara, 2016(retro)@FotoMarinoIvreaAndi Kacziba parlando di Santa Chiara e della sua opera di corda, cemento, ceramica e ferro, aggiunge “800 anni fa Santa Chiara ha avuto il coraggio di essere semplicemente se stessa: ha rinunciato alla propria ricchezza, bellezza, ha fatto scelte coraggiose ed è andata controcorrente. Molti non l’hanno capita, anzi l’hanno emarginata, ma alla fine anche Papa Gregorio IX ha riconosciuto il valore delle sue idee ed accettato il nuovo Ordine (clarisse) da lei fondato. Io come (santa) Chiara Scifi ho deciso di provare ad essere semplicemente me stessa, cercando di piacere in primo luogo a me. Non è stato facile decidere di rinunciare ai riflettori della moda per essere una scultrice, ma alla fine ho compreso che non si trattava di una rinuncia, ma gli ho dato le spalle, ciò che conta è altro: una modella soddisfa un canone estetico imposto da altri, una donna di cultura, un’artista ha il privilegio unico di contribuire a creare un proprio canone, non solo estetico”.
La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione con l’associazione cramum, fautrice del progetto OLTRE, il Museo Garda, il Comune di Ivrea e la Fondazione Guelpa.
La mostra che ospita oltre a Santa Chiara 55 opere di 15 artisti di fama internazionale rimarrà aperta fino al 29 aprile 2016.