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Coming soon: the next International Art Exhibition at the Milan Dome’s Great Museum, entitled “LIMITI-CONFINI” (Borders and Boundaries)

By CRAMUM
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Grande Museo of Duomo in Milan , 30 June, 2017. The 21st September, thanks to the hospitality of Veneranda Fabbrica, at the Grande Museo del Duomo in Milan (12, Piazza Duomo) inaugurates the international exhibition “LIMITI-CONFINI” (Borders and Boundaries), promoted by CRAMUM and curated by Sabino Maria Frassà. The exhibition, which hosts the fifth edition of CRAMUM award  shows the works of 22 artists from all over the world, included twelve international artists: Magdalena Abakanowicz (Poland), Zsolt Asztalos (Hungary), Ivan Barlafante, Carlo Benvenuto, Laura de Santillana, Matteo Fato, Daniele Fissore, Ivan Grubanov (Serbia), H.H. Lim (China), Franco Mazzucchelli, Francesca Piovesan, Daniele Salvalai.  By their side there are the works of ten finalists of the 5th edition of CRAMUM award: Alessio Barchitta, Alessandro Boezio, Andrea Fiorino, Francesco Casolari, Marco La Rocca, Giulia Manfredi, Dario Picariello, Pamela Pintus, Diego Randazzo, Sally Viganò.

Francesca Piovesan, Hand (Silver and Mirror), 2017

Sabino Maria Frassà presents the exhibition saying: “The only identity we seem to be able to find is “we are” as we are different from someone else. Without judges, but with a clear holistic and inclusive vision , the Exhibition “LIMITS- BORDERS tries to analyse the uneasiness of our times , of a society that lives in a never-ending condition of barrier at the borders be they geographical, human or existentialist

The day of the inauguration the winner of CRAMUM award will be named by a Scientific Committee composed of journalists, curators, critics, collectors, intellectuals: Matteo Bergamini, Ettore Buganza, Leonardo Capano, Giovanna Calvenzi, Julia Fabenyi, Maria Fratelli, Giuseppe Iannaccone, Rose Ghezzi, Angela Madesani, Michela Moro, Iolanda Ratti, Alba Solaro, Carlotta Gaia Tosoni, Nicla Vassallo, Giorgio Zanchetti. The winner will receive a marble cube by Candoglia (symbol of the prize and created by The Studio Museo Francesco Messina, Comune di Milano). Finally the winner will have a solo exhibition at the Francesco Messina Museum in Milan.

English Press Officer – Carla Aira, Joel Pignet


CRAMUM is a Latin word meaning cream, the best part. CRAMUM is a no– profit project that supports artistic and cultural initiatives in Italy and abroad, with a particular attention to young artists . The main project of CRAMUM since 20120 has been the CRAMUM award, born to be a talent – program for the best young artists in Italy. Every year the award flanks the finalist young artists with internationally known artists intellectuals , curators collectors and journalists

Under the Patronage

The fifth edition of Cramum is possible thaks to supporters and partners. For this edition a particular thanks are due to: Veneranda Fabbrica del Duomo in Milano, Fondazione Cure Onlus, Comune di Milano, Editrice Quinlan, Istituto Confucio of the University of Milan, Polish Consulate in Milan, Hungarian Consulate in Milan, Ludwig Muzeum, Studio Museo Francesco Messina.


PICS:
Zsolt Asztalos, My Story – My version (Barbara), 2015
Francesca Piovesa, Hand, 2017

Nominati i 10 finalisti della quinta edizione del premio CRAMUM per l’arte contemporanea

By CRAMUM
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Milano, 29 giugno 2017 – Cramum, con il patrocinio e in collaborazione della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Fondazione Cure Onlus, Comune di Milano, Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano, Accademia Polacca di Roma, Consolato di Polonia a Milano, Consolato di Ungheria a Milano, Consolato di Serbia a Milano, Ludwig Muzeum, Istituto Balassi di Roma, Studio Museo Francesco Messina, è lieta di comunicare i nomi dei 10 finalisti della quinta edizione del premio cramum (2017): Alessio Barchitta, Alessandro Boezio, Francesco Casolari, Andrea Fiorino, Marco La Rocca, Giulia Manfredi, Dario Picariello, Pamela Pintus, Diego Randazzo, Sally Viganò.

Le opere dei 10 finalisti  saranno incluse nella mostra internazionale “LIMITI-CONFINI a cura di Sabino Maria Frassà (direttore della 5° edizione del Premio). La mostra sarà inaugurata il 21 settembre al Grande Museo del Duomo di Milano. In mostra al fianco dei finalisti, 12 artisti di fama internazionale: Magdalena Abakanowicz (Polonia), Zolt Asta (Ungheria), Ivan Barlafante, Carlo Benvenuto, Laura de Santillana, Matteo Fato, Daniele Fissore, Ivan Grubanov (Serbia), H.H. Lim (Cina), Franco Mazzucchelli, Francesca Piovesan, Daniele Salvalai.

Il giorno dell’inaugurazione sarà nominato il vincitore del premio cramum da parte del comitato scientifico composto da giornalisti, curatori, critici, collezionisti, intellettuali: Matteo Bergamini, Ettore Buganza, Leonardo Capano, Giovanna Calvenzi, Julia Fabenyi, Maria Fratelli, Giuseppe Iannaccone, Rose Ghezzi, Angela Madesani, Michela Moro, Iolanda Ratti, Alba Solaro, Alberto Puricelli, Carlotta Gaia Tosoni, Nicla Vassallo, Giorgio Zanchetti. Al vincitore un cubo di marmo di Candoglia (simbolo del premio e realizzato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo) e un percorso di crescita di due anni, che si concluderà con una mostra personale allo Studio Museo Francesco Messina (Comune di Milano).

Un particolare ringraziamento a AMA NUTRI CRESCI & Editrice Quinlan


In copertina Opposizioni (Schiena Rossa), Daniele Fissore, 1973 – opera in mostra

Nella foto, interno del Grande Museo del Duomo di Milano © Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano – Massimo Zingardi

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Monumenti abbandonati: in Italia abbiamo troppo? Il caso chiesa della Chiesa della Madonna delle Vigne a Trino

By CRAMUM
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Chiunque viaggi per l’Italia prima o poi incontra luoghi tanto carichi di storia, arte e cultura, quanto abbandonati, tra liti di campanile, inevitabili costi e incuria.

Che il problema in Italia sia l’avere troppo?

Una domanda spinosa, senza una risposta univoca possibile. Ci piace però condividere con voi il caso della chiesa della Madonna delle Vigne (a Trino poco lontano da Vercelli). Come ricostruito dallo storico Fabio Borello, la storia del santuario è una vera perla, sulla collina tra Lucedio e Montarolo, frazioni del comune di Trino, sorge la chiesa del Santissimo Nome di Maria detta Madonna delle Vigne, la chiesa sorge su un lucus paleocristiano, il primo corpo della chiesa risale alla prima metà del XVII secolo. [margin10] E’ infatti visibile nella cartografia dell’epoca in dimensioni molto ridotte rispetto a quanto vediamo oggi, sarà l’abate di Lucedio Vincenzo Grimani, a predisporne l’ampliamento nella parte ottagonale, a cura di Antonio Bertola prima e Giovanni Battista Scapitta poi; della parte antica oggi rimane solo il coro ed i lavori terminano postumi all’abate, nel 1707 infatti, i Savoia entrano in possesso dei possedimenti di Lucedio e solo il 21 luglio del 1713, la chiesa può essere benedetta dal parroco di Trino, Girolamo Risico, nella sua nuova livrea. Conteneva al suo interno una statua lignea di Madonna con bambino eseguita da Carlo Giuseppe Plura.

Oggi è così.

Luogo visitato il 20 maggio 2017 da Sabino Frassà

Le opere di H.H. LIM selezionate per la Campagna “ama nutri cresci” a favore della libertà di espressione

By CRAMUM
[fblike colorscheme=”light”][margin10]H.H. Lim è uno dei protagonisti della nuova campagna di sensibilizzazione di Ama Nutri Cresci: “LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE NON E’ UNO SCHERZO” #libertanoneunoscherzo ideata e promossa dal curatore Sabino Frassà e dalla filosofa Nicla Vassallo.

H.H. Lim è un artista di fama internazionale. Cinese ma da anni in Italia,H.H. Lim è stato protagonista di biennali in tutto il mondo (da quella di Venezia a quella di Praga e Singapore). La sua ricerca artistica si è concentrata proprio sulla ricerca di libertà e sulla difficoltà di comunicare ed esser capiti: “mi interessano tutti i linguaggi e la comunicazione tra le persone. Penso quindi spesso al linguaggio dei sordomuti, che per me potrebbe essere considerato universale, usato da tutti come seconda lingua(diceva il 15 marzo 2015 in un’intervista).

SEGUI LA CAMPAGNA -> Le sue opere accompagneranno e arricchiranno di significato le riflessioni degli ideatori e degli altri esperti, politici e intellettuali interpellati: Gherardo Colombo (già giudice e Presidente Editrice Garzanti), Giuseppe Iannaccone (avvocato), Enrico Ferrazzi (medico e scienziato), Monica Cirinnà ed Elena Ferrara (senatrici), Cosimo Finzi (sociologo).

Si ringrazia l’artista, la Tang Gallery e Zoo Zone Art Forum per le immagini

SONO TUTTE BELLE LE MAMME DEL MONDO – quando l’arte si interroga sulla perdita della mamma

By CRAMUM

In occasione della festa della mamma condividiamo il testo critico “SONO TUTTE BELLE LE MAMME DEL MONDO – Preghiera laica per la piccolezza umana” di Sabino Maria Frassà alla mostra “Morte di una stella e altrove” di Eracle (Fabio) Dartizio, presso lo Studio Museo Francesco Messina nel gennaio 2016 e curata dallo stesso Frassà. Il testo critico è stato infine incluso nella pubblicazione “Morte di una stella e altrove” nella Collana del Comune di Milano “La scultura e i suoi temi” a cura di Maria Fratelli. La mostra fu promossa da CRAMUM all’interno del suo programma di valorizzazione delle eccellenze artistiche in Italia: Eracle (Fabio) Dartizio fu infatti tra i finalisti del premio cramum 2014.


SONO TUTTE BELLE LE MAMME DEL MONDO

Preghiera laica per la piccolezza umana 

[fblike action=”like” font=”lucida+grande” colorscheme=”light”] L’universo sta morendo. Anche i cieli, dopo di noi, scompariranno.
L’uomo è sempre più consapevole di ciò. E’ passato nei secoli dal credersi centro perpetuo dell’Universo alla consapevolezza della propria piccolezza e temporaneità. Cosa ci fa comprendere meglio questo essere finiti, se non la perdita della mamma? Nella morte dei propri genitori si vede la propria morte. E allora toglie il respiro la mancanza di quel sentimento, di quel grande tesoro di luce e bontà, che custodisce un bene profondo, il più sincero dell’umanità [1]
 

Eracle (Fabio) Dartizio ci parla di questo e della ricerca di un “altrove”, di un rifugio
o di una speranza. Alla Chiesa di San Sisto (oggi Studio Museo Francesco Messina) l’artista rappresenta la sua preghiera (laica) per l’uomo moderno, sempre più consapevole della propria piccolezza di fronte all’universo, al mondo e alla Storia Umana. Oggi tutto passa sopra l’uomo comune, che si sente spesso impotente di cambiare anche solo la propria esistenza. Le guerre “moderne” sono sempre più lontane dall’uomo: alle armi classiche, si sono affiancate quelle economiche e della comunicazione; agli stati le lobby e i poteri forti.
 Tale ammissione di finitezza, non può che portarci a riflettere su cosa siamo, sulla materia di cui siamo fatti. Non siamo altro che una forma particolare
di materia, dotata della consapevolezza di sé.

Dettaglio di Supernova, Eracle (Fabio) Dartizio nella mostra “Morte di una stella e altrove” a cura di Sabino Maria Frassà

La consapevolezza di ciò non si amplia però al punto  di permetterci di comprendere l’altro e il mondo nella sua totalità. La consapevolezza è di noi stessi, della nostra materia ed è quindi la potenza e il limite stesso dell’uomo. 
Così non stupisce che proprio la materia e il pensiero siano gli elementi cardine della ricerca artistica di Eracle (Fabio) Dartizio. La materia non è strumento, ma soggetto e contenuto dell’arte. La ricerca della materia è la ricerca del pensiero, della comprensione degli altri e del mondo. Lo stesso manufatto, elaborato con materiali diversi, si appropria di significati diversi: non esiste l’identico, se esistesse l’uomo riuscirebbe a non essere solo. Esiste al massimo il simile e così Eracle non elabora mai pezzi unici, sono sempre almeno due pezzi: due supernova, due firmamenti, tre meteoriti.

Cosa c’è di più simile a noi se stessi se non la propria mamma, chi ci ha cresciuti e dato l’avvio alla nostra esistenza e autodeterminazione? La mamma rappresenta quel simile non identico, quelle radici da cui nasce qualcosa
di diverso “Ogni vostro bambino, quando un uomo sarà, verso il proprio destino, senza voi se ne andrà”.
In questa preghiera laica per la perdita di chi ci era più simile, per la morte di una parte di noi, non c’è spazio però per le immagini. La preghiera di Eracle Dartizio non sembra avere alcuna Madonna in ascolto. L’uomo è di fronte alla materia ed è da solo. Tutto ciò che lo circonda è materia, persino il cielo, che noi carichiamo spesso di significati salvifici. Come ogni materia anche il cielo si trasformerà, collasserà, morirà.
Ai cieli di Eracle (Fabio) Dartizio non ci si può quindi aggrappare.
 L’artista non può che rappresentare la morte del cielo, quel riposo eterno a cui l’universo va incontro. Le stelle di Dartizio non sono 
punti di luce e calore, ma corpi che collassano, precipitano in una sorta di giudizio universale cosmico. I leggerissimi cieli sono appesi e fanno perno su stelle supernova, ovvero su stelle giunte alla morte, all’implosione.

Eracle (Fabio) Dartizio

Lo scontro tra cieli è reso ancora più forte dalla scelta dei materiali: supernova è fatta realizzata grazie all’accostamento tra il materiale più duro al mondo (nitruro di boro cubico) e quello più leggero (super organza giapponese).
 Dov’è quindi la speranza contenuta nel titolo della mostra?
 Dov’è e cos’è quell’“altrove”?
 Eracle (Fabio) Dartizio propone di ricercare quell’altrove e quella speranza dentro di noi, piuttosto che sopra di noi. L’unica luce della mostra è così data da una pozzanghera, posta al centro della Chiesa (non al posto dell’altare).
 L’artista cerca di ribaltare i punti cardinali, vede nel cielo la condanna alla morte, e nella terra la vita. Con le pozzanghere si cerca la verità “nella” terra: l’artista ha scavato nella terra delle buche, creando delle pozzanghere, che ci mostra non solo dall’alto, ma anche dal basso. Scendendo nella cripta della chiesa si può quindi veder (per la prima volta?) una pozzanghera dal basso. E’ quindi la pozzanghera, la terra a dare luce al mondo, siamo noi con le nostre azioni a doverci elevare al Cielo, non è il Cielo lo strumento per raggiungere la speranza (altrove). Proprio nella pozzanghera il cielo e noi ci riflettiamo e possiamo (ri)vedere quel simile perso, la cui ricerca è alla base della nostra esistenza. Questa preghiera all’uomo, alle proprie capacità, può far scorgere in Eracle Dartizio un intellettuale-eclettico-scienziato che elogia la ragione pura. 
Ma se Eracle è un illuminista, è un illuminista contemporaneo, nostalgico, consapevole dei limiti del pensiero umano, che in fondo cerca comunque di ricongiungersi con la propria mamma … in un altrove.

Sabino Maria Frassà, 12 gennaio 2016

TUTTE LE MAMME [1]
 

 Donne! Donne! Donne! Che l’amore trasformerà.

Mamme! Mamme! Mamme! Questo è il dono che Dio vi fa.

Tra batuffoli e fasce mille sogni nel cuor.

Per un bimbo che nasce quante gioie e dolor.

Mamme! Mamme! Mamme! Quante pene l’amor vi da.

Ieri, oggi, sempre, per voi mamme non c’è pietà.

Ogni vostro bambino, quando un uomo sarà,

verso il proprio destino, senza voi se ne andrà!

Son tutte belle le mamme del mondo

quando un bambino si stringono al cuor.

Son le bellezze di un bene profondo

fatto di sogni, rinunce ed amor.

È tanto bello quel volto di donna

che veglia un bimbo e riposo non ha;

sembra l’immagine d’una Madonna,

sembra l’immagine della bontà.

E gli anni passano, i bimbi crescono,

le mamme imbiancano; ma non sfiorirà la loro beltà!

Son tutte belle le mamme del mondo

grandi tesori di luce e bontà,

che custodiscono un bene profondo,

il più sincero dell’umanità.

Son tutte belle le mamme del mondo ma,

sopra tutte, più bella tu sei;

tu, che m’hai dato il tuo bene profondo

e sei la Mamma dei bimbi miei.

[1] da Tutte le mamme, composto da Umberto Bertini ed Eduardo Falcocchio, interpretato per la prima volta da Giorgio Consolini e Gino Latilla nel 1954

 

I Gatti di Milano non toccano terra – 9 itinerari scritti dai senzatetto di Milano

By CRAMUM

“I Gatti di Milano non toccano terra” è un’interessante iniziativa editoriale dalla Cooperativa Oltre. Una guida di 61 pagine 9 itinerari alla scoperta di una Milano segreta, scritta da chi, della città, conosce gli angoli più nascosti, più riparati, dimenticati: i senzatetto di Milano (del centro diurno «La Piazzetta»). La guida, uscita qualche mese fa, ha incontrato un ampio consenso e apprezzamento del pubblico; può essere acquistata a Milano nella sede di Caritas Ambrosiana, in via San Bernardino 4, a La Piazzetta, viale Famagosta 2 e nella sede di Scarp de’ tenis in via Olivetani 3. Inoltre le copie possono essere prenotate telefonando allo 02 67479017.

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Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, illustrando la guida ricorda come: «i senza tetto a Milano sono circa 3.500, almeno 500 vivono per strada. Con la crisi un numero crescente di loro viene dall’ex ceto medio impoverito. Per loro Milano ha fatto molto soprattutto negli ultimi anni moltiplicando i posti letto nei dormitori in particolare nel periodo invernale. Oggi dunque gli interventi sociali a Milano ci sono. Ora occorre passare dalla quantità alla qualità, pensando per esempio a come creare occasioni di reddito per le persone indigenti». «Siamo partiti dagli aneddoti e fatti curiosi che ognuno di noi, milanesi di nascita o di adozione, conosceva e li abbiamo messi insieme ai percorsi e agli incontri che noi stessi facciamo vivendo sulla strada», ha spiegato Aldo Scaiano, uno degli autori.

Sabino Maria Frassà

ONLINE IL BANDO CRAMUM 2017: 10 artisti famosi e tante novità – #5cramum

By CRAMUM
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Milano 20 marzo 2017 – Al Museo del Novecento di Milano è stata presentata oggi la 5° edizione del Premio cramum – hashtag ufficiale #5cramum – partner ufficiali: Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Ludwig Muzeum, Studio Museo Francesco Messina, Comune di Milano, Fondazione Cure Onlus, Istituto Confucio dell’Università degli studi di Milano, Consolato Polacco a Milano, Istituto Polacco di Roma, Accademia di Ungheria in Roma, Ama Nutri Cresci.

Untitle, l’opera con cui Matteo Fato ha vinto la 4° edizione del Premio CRAMUM

Dal bando, che si chiuderà il 21 maggio 2017, emergono tutte le novità della nuova edizione: se Sabino Maria Frassà è stato confermato alla direzione del premio e lo schema generale è stato mantenuto (giovani artisti al fianco di artisti di fama internazionale), cambiano regole, luoghi e tempi.

Sabino Maria Frassà introduce così questa nuova edizione: “Consapevoli dei risultati raggiunti, della crescita dei talenti selezionati, arrivati alla 5° edizione è normale che le aspettative di tutti aumentino. Bisogna, come giusto che sia, alzare l’asticella e pretendere di più, innanzitutto da se stessi. Ho perciò voluto progettare una 5° edizione per far crescere ancora di più qualità della proposta culturale offerta e per riuscire al contempo ad essere più inclusivi delle diverse istanze e anime dell’ambiente culturale italiano e milanese”.

Cambiano così regole di selezione, valutazione, ma anche luogo e il periodo della mostra conclusiva. Il Premio passa da Palazzo Isimbardi al Grande Museo del Duomo di Milano, la mostra conclusiva da maggio a ottobre. Diversa la composizione del Comitato Scientifico, con l’ingresso per la prima volta anche di due collezionisti (Giuseppe Iannaccone e Ettore Buganza), con un maggiore spazio alla stampa di settore (entrano in Giuria Matteo Bergamini di Exibart e Carlotta Gaia Tosoni di ArtSpecialDay) e con un rafforzamento della fotografia (entrano in Giuria Giovanna Calvenzi – Presidente del Museo di Fotografia Contemporanea e Giorgio Zanchetti – Professore Associato all’Università degli Studi di Milano). Diverso infine l’iter di selezione e il ruolo del Direttore  Sabino Maria Frassà, a cui spetterà piena ed esclusiva responsabilità della selezione dei finalisti (il cui numero varierà da 6 a 12 al fine di garantire un livello qualitativo maggiore dei finalisti selezionati). Il Direttore però non voterà più nella fase conclusiva (la selezione del vincitore tra i finalisti preselezionati). Saranno quindi gli altri membri del ricco e ampio comitato scientifico a decretare il vincitore della 5° edizione del premio cramum, votando, come in passato, ciascuno in modo anonimo e individuale.

Il Tema dell’anno sono “limiti e confini della cultura e dell’arte oggi” è stato introdotto dall’anteprima del corto “Quali sono i limiti e confini dell’arte oggi?”. Confermata infine la scelta di invitare artisti di fama internazionale fuori concorso e membri della giuria: Magdalena Abakanowicz (Polonia), Zolt Asta (Ungheria), Ivan Barlafante, Carlo Benvenuto, Laura de Santillana, Matteo Fato, Daniele Fissore, Ivan Grubanov (Serbia), H.H. Lim (Cina), Franco Mazzucchelli, Francesca Piovesan, Daniele Salvalai.

Alberto Puricelli – ufficio stampa Premio CRAMUM

 

E’ MANCATA MAGDALENA ABAKANOWICZ. Artista di Fama internazionale che dal 2016 partecipava al Progetto Cramum

By CRAMUM
[fblike][margin10] Milano 21 aprile 2017 – Il Premio cramum per i giovani artisti in Italia insieme a tutti i Partner esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Magdalena Abakanowicz, tra le più note artiste polacche, che con la sua profondità e sensibilità ha trasformato l’arte contemporanea e reinterpretato il ruolo della scultura nella società contemporanea.

L'opera di Magdalena Abakanowicz inclusa nel libro d'artista OLTRE ROMA, a cura di Sabino Frassà per Cramum

L’opera di Magdalena Abakanowicz inclusa nel libro d’artista OLTRE ROMA, a cura di Sabino Frassà per Cramum

L’artista era nata vicino a Varsavia nel 1930 e dal 1954 aveva esposto in tutto il Mondo. Nel 2016 aveva anche generosamente aderito al progetto cramum, diretto da Sabino Maria Frassà, per il sostegno ai migliori giovani artisti in Italia. Magdalena Abakanowicz prese parte alla mostra OLTRE ROMA (del progetto cramum con l’opera Head – foto) a novembre 2016 a Palazzo Falconieri di Roma e aveva accettato di partecipare alla mostra Limiti e Confini (ottobre 2017 al Grande Museo del Duomo di Milano).

In via Gluck la presentazione del libro “ORIZZONTI A PARTE” dedicato al vincitore cramum 2014 Paolo Peroni

By CRAMUM

In via Gluck mercoledì 12 aprile continuano gli incontri “C’è vita intorno ai binari” dell’Associazione FAS che insieme al Comune di Milano, allo Studio Museo Francesco Messina e a CRAMUM presentano il libro “ORIZZONTI A PARTE – da Torino a Milano passando da via Gluck”. Il libro fa parte della collana “La scultura e i suoi temi” ed è dedicato all’ultima mostra di Paolo Peroni (vincitore premio cramum 2014) curata da Sabino Maria Frassà allo Studio Museo Francesco Messina. Il libro e la mostra partono da un’analisi critica dello sviluppo della città e della periferia milanese per poi comprendere come sia possibile assimilare e interiorizzare tale (inevitabile?) crescita, perché come spiega il curatore Frassà “il brutto di oggi potrà essere il bello di domani?”.
[fblike action=”like” font=”lucida+grande” colorscheme=”light”][margin10] Leggi a questo link alcuni estratti dal libro

Sarà così anche per Via Gluck e i Magazzini? Se ne discuterà mercoledì 12 aprile 2017 ore 18:30 al Centro Socio Ricreativo Culturale di via Sammartini 71/73, alle spalle di via Gluck. Interverranno:
 Riguardo all’evento:
“L’incontro con CRAMUM ha aperto molte possibilità di collaborazione per ridare vita al quartiere, in particolare nell’area dei Magazzini Raccordati che dopo l’exploit del Fuorisalone rischia di ripiombare nel silenzio. Quindi abbiamo accolto molto volentieri questo evento che ci vede organizzatori, ma anche volano per la nascita di un nuovo distretto culturale a Milano” dice Donatella Ronchi dell’Associazione FAS.

 

Sabino Maria  Frassà, che ha curato la mostra “Orizzonti a parte”, riflette così su città e periferia: “Come cantava Celentano già 50 anni fa in Il ragazzo della via Gluck <<non so perché continuano a costruire le case e non lasciano l’erba>> . Il problema è che via Gluck oggi è città e il nuovo territorio peri-urbano si estende ormai senza interruzione da Milano fino a Torino. L’uomo contemporaneo sembra spesso sprofondare nella città che lui stesso ha creato per vivere meglio. All’arte, alla cultura e soprattutto all’impegno consapevole di ciascuno di noi e delle associazioni sul territorio l’onere e la grande possibilità di invertire tale processo lavorando per una città inclusiva e non esclusiva”.

 

Paolo Peroni, artista vincitore del Premio cramum 2014, è l’artista autore della mostra che ha preso spunto dallo sviluppo urbano e da via Gluck, spiega così la sua idea di città come limite: “Anche nella città ognuno deve cercare orizzonti sempre nuovi. Per farlo bisogna sapersi ascoltare e conoscere per sapere poi vedere e trasformare il mondo che ci circonda. Gli unici limiti non saranno edifici o palazzi, ma saranno quindi quelli che ognuno si vorrà dare o non saprà abbattere.” Nella foto insieme all’opera principale della mostra “Orizzonti a Parte” intitolata “Correre come merda nei tubi”.
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Quali sono i limiti e confini dell’arte oggi? – online il Corto girato da CRAMUM

By CRAMUM
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Il corto “Quali sono i limiti e confini dell’arte oggi?” è il punto di partenza del 5° Premio cramum per giovani artisti in Italia – hashtag ufficiale #5cramum. I partner della nuova edizione sono: Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, Ludwig Muzeum, Studio Museo Francesco Messina, Comune di Milano, Fondazione Cure Onlus, Istituto Confucio dell’Università degli studi di Milano, Consolato Polacco a Milano, Istituto Polacco di Roma, Accademia di Ungheria in Roma, Ama Nutri Cresci. Il progetto si concluderà con una mostra internazionale al Grande Museo del Duomo di Milano a settembre.

Il corto, diretto da Sabino Maria Frassà & Andi Kacziba (supporto tecnico Massimo e Davide Arieni), indaga la funzione sociale, le potenzialità e i limiti della cultura e dell’arte contemporanea ai giorni nostri attraverso l’analisi otto temi: “Esistono i limiti?”; “Esistono i confini?”; “Oltre i propri limiti”; “Comunicare ed essere capiti”; “Il mercato e il sistema dell’arte”; “Tecnica, materiali e sperimentazioni”; “Artista e pubblico”; “Muri e confini”.
Protagonisti del corto le riflessioni di 30 tra curatori, artisti, giornalisti e intellettuali:
Laura de Santillana (artista) “C’è una generale mancanza di capire empaticamente il proprio mondo; gli artisti raccontano il mondo più che spiegarlo”.
Iolanda Ratti (Museo del Novecento) “Il bello dell’arte contemporanea è l’assenza di confini, l’essere materia fluida, che sfugge dalle definizioni e ai confini terminologici. Le ricerche più interessanti sono proprio quelle che si pongono al confine tra le diverse discipline e categorie”.
Sabino Maria Frassà (curatore) “Oggi come ieri ci sono limiti, ma i limiti non hanno un valore assoluto né sono universali: sono una dimensione umana, frutto del contesto socio-culturale in cui ognuno di noi vive
Adriana Polveroni (giornalista) “Il limite più grosso è la mancanza di informazione e comunicazione tra artisti e pubblico”.
Maria Fratelli (Museo Francesco Messina) “L’arte non dovrebbe avere confini e dovrebbe invitare tutti a non vedere i confini… perché quando sali sulle montagne non li vedi”.
Hanno preso parte oltre 30 tra artisti, curatori, giornalisti e direttori di musei (in ordine alfabetico): Gianluca Brando, Leonardo Capano, Gianni Colangelo Mad, Max Coppeta, Szilárd Cseke, Flora Deborah, Donatella de Rosa, Laura de Santillana, Nushin Elahi, Isabella Fabbri, Matteo Fato, Zsuzsanna Feher, Sabino Maria Frassà, Maria Fratelli, Elisa Giussani, Rosella Ghezzi, Kwangwoo Han, Andi Kacziba, Emilio Isgrò, Angela Madesani, Fabrizio Milani, Paolo Peroni, Francesca Piovesan, Adriana Polveroni, Luigi Antonio Presicce, Alberto Puricelli, Iolanda Ratti, Alba Solaro, Giuliana Storino.