Questo articolo è il primo di 3 articoli dedicato da “ama nutri cresci” all’impatto delle malattie sessualmente trasmissibili sulla fertilità maschile e femminile. Seguiranno “HIV-AIDS”, “Epatite e altre malattie sessualmente trasmissibili”
[margin10]Premessa: l’uomo è nella metà dei casi la causa o con-causa dell’infertilità di coppia.
E’ largamente risaputo che le malattie sessualmente trasmesse sono la principale causa di infertilità. L’infezione da papilloma virus (HPV) è la più comune tra le malattie sessualmente trasmesse nel mondo. Nonostante questo poco ancora si sa sulla relazione tra PAPILLOMA VIRUS ED INFERTILITA’ MASCHILE.
Del resto recenti studi “made in Italy” fanno ipotizzare che il papilloma virus determini gravi problemi anche per la capacità riproduttive dell’uomo. L’infezione da papilloma virus nell’uomo causerebbe una riduzione della motilità degli spermatozoi ed aumenterebbe il rischio di aborto.
In questo articolo il team di Palermo, noto per gli studi sul tema, informa i pazienti (articolo divulgativo a sinistra) e gli addetti ai lavori (articolo “tecnico” sulla destra) riguardo tale tema, che potrebbe cambiare la diagnosi e la prevenzione all’infertilità maschile.
Il team di Palermo (scopri il Centro): A. Perino (scopri chi è), R.Venezia (scopri chi è), A. Piazza (scopri chi è), R. Schillaci (scopri chi è), C. Rinoldo (scopri chi è)
Revisione Editoriale: S.M. Frassà (scopri chi è)
Scopri quali altri fattori favoriscono l’infertilità maschile:
Button Text Button Text Button TextSebbene sia largamente risaputo che le malattie sessualmente trasmesse siano la principale causa di infertilità, sebbene il papilloma virus colpisca il 10% delle donne in età fertile, pochissimi studi hanno indagato l’effetto dell’infezione da HPV sulla riproduzione umana. Recenti studi hanno evidenziato negli ultimi anni come nella donna l’infezione da HPV determini un maggior rischio di aborto spontaneo.
E nell’uomo?
Se poco si sa sulla donna, ancora meno dati certi si hanno sull’uomo. Questi dati però sono allarmanti. Da alcuni studi, che necessitano approfondimenti, emerge che l’infezione da HPV negli uomini determinerebbe anche una maggiore probabilità di infertilità maschile. L’HPV è stato infatti isolato nel liquido seminale (sperma) e la sua presenza è stata associata, sebbene con dati a volte contraddittori, a una riduzione della motilità (capacità di “muoversi”) degli spermatozoi, del loro numero e all’alterazione del pH dello sperma.
Sembra inoltre che il riscontro del Papillomavirus nel liquido spermatico possa provocare un aumento del numero di aborti nelle coppie infertili sottoposte a cicli di procreazione medicalmente assistita, ovvero il virus nell’uomo determinerebbe l’aumento di aborti nella donna. Nello specifico è stato infatti ipotizzato un ruolo attivo da parte dello spermatozoo nel favorire la diffusione del virus e la sua penetrazione a livello dell’apparato genitale femminile.
Alla luce di queste prime considerazioni l’effettuazione del test per l’identificazione del HPV DNA nel seme maschile potrebbe essere utile come esame aggiuntivo per le coppie infertili che devono essere sottoposte a cicli di inseminazione artificiale.
Inoltre, se questi dati preliminari verranno confermati da studi randomizzati e con campioni più numerosi, la vaccinazione contro l’HPV, disponibile per le adolescenti di sesso femminile in Italia dal 2008, potrebbe essere estesa anche ai ragazzi, prevenendo in tal modo buona parte delle lesioni precancerose della mucosa orale e anogenitale.
Contatta il Centro al Policlinico di Palermo (qui)
Leggi anche “Infertilità non è impotenza” (qui)
I Papillomavirus umani ( HPV ) costituiscono un gruppo di piccoli virus a DNA che infettano gli epiteli squamosi sia cutanei che mucosi. Sebbene sia largamente risaputo che le malattie sessualmente trasmette siano la principale causa di infertilità, pochissimi studi hanno indagato l’effetto dell’infezione da HPV sulla riproduzione umana.
In uno studio di Hellberg del 2007 è stato evidenziato un aumento doppio del tasso di aborti spontanei nelle donne affette da infezioni genitali HPV correlate rispetto alle donne indenni, nonostante un più basso tasso anamnestico di gravidanze nelle donne positive al papillomavirus. Hermonat e coll., inoltre hanno dimostrato che l’infezione da HPV è tre volte più frequente nel tessuto prelevato a seguito di un aborto spontaneo rispetto ai campioni recuperati dagli aborti elettivi/ IVG ( 60% vs 20% rispettivamente ).
Altri autori hanno avanzato delle ipotesi riguardanti l’infertilità HPV-correlata negli uomini. L’HPV è stato infatti isolato nel liquido seminale e la sua presenza è stata associata, sebbene con risultati a volte contraddittori, a una riduzione della motilità degli spermatozoi ( astenospermia ), del loro numero ( oligospermia ) e all’alterazione del pH dello sperma.
Un importante studio prospettico del 2011, pubblicato da Perino e coll. ha studiato la prevalenza dell’infezione da HPV nelle coppie infertili sottoposte a cicli di PMA, e il corrispettivo impatto sugli outcome riproduttivi. Nello specifico, i risultati hanno evidenziato, per la prima volta, un aumento significativo del rischio di aborto laddove l’infezione da papillomavirus fosse diagnosticata nelle cellule spermatiche del partner maschile.
Sebbene non sia ancora stato identificato il meccanismo preciso attraverso cui il virus infetta gli spermatozoi, uno studio recente ( Perez-Andino ) ha dimostrato come il capside del papillomavirus si leghi a due siti distinti della regione equatoriale sulla superficie della testa dello spermatozoo, suggerendo quindi un ruolo attivo del gamete maschile nel favorire la diffusione del virus e la sua penetrazione a livello della mucosa dell’apparato genitale femminile.
Altri studi sperimentali ( Lee, Calinisan, Henneberg ) hanno dimostrato che il ruolo del HPV sul rischio di aborto sia associato alla possibile trasmissione di geni virali destabilizzati agli oociti durante la fertilizzazione, determinando in questo modo l’apoptosi delle cellule embrionionali attraverso la frammentazione del DNA.
Alla luce di tutte queste considerazioni l’effettuazione del test per l’identificazione del HPV DNA nel seme maschile potrebbe essere utile come procedura integrativa nel work-up delle coppie infertili che devono essere sottoposte a cicli di inseminazione artificiale.
Inoltre, se questi dati preliminari verranno confermati da studi randomizzati e con campioni più numerosi, la vaccinazione contro l’HPV potrebbe essere estesa agli adolescenti di sesso maschile prevenendo buona parte delle lesioni precancerose della mucosa orale e anogenitale.
Il team di Palermo (scopri il Centro): A. Perino (scopri chi è), R.Venezia (scopri chi è), A. Piazza (scopri chi è), R. Schillaci (scopri chi è), C. Rinoldo (scopri chi è)
Revisione Editoriale: S.M. Frassà (scopri chi è)