Skip to main content

ArtFocus. STRAVEDERE insieme a Fulvio Morella

By 8 Settembre 2023Gennaio 17th, 2024CRAMUM, Cultura

STRAVEDERE INSIEME A FULVIO MORELLA

Testo critico di Sabino Maria Frassà a StraVedo***

Opere di Fulvio Morella; allestimento multisensoriale di Laura Calderoni   

7-8 agosto all’Istituto S. Alessio – Margherita di Savoia di Roma. ALTRE PIAZZE – Festival delle terrazze.

StraVedo Ali di Gabbiano visitatore Fulvio Morella Roma 2023 ©sabino maria frassà

Il progetto espositivo StraVedo all’Istituto dei Ciechi Sant’Alessio – Margherita di Savoia di Roma sembra completare il percorso fisico e mentale, oltre che artistico, di Fulvio Morella. Il 21 febbraio 2022 in occasione della XV Giornata Nazionale del Braille la sua mostra personale FIAT LUX fu protagonista all’Istituto dei Ciechi di Milano con alcune opere tratte dal grande progetto BlindWood, concepito dall’artista per dare forma a un’arte universale nel senso e nella fruizione. Oggi a Roma per StraVedo l’artista ripropone sotto una nuova “luce” alcune tra le sue opere più emblematiche – Ali di Gabbiano, Medicina, Goccia d’acqua e Sipario di Stelle – collocate all’interno di un percorso esperienziale progettato da Laura Calderoni.

L’aspetto performativo ed esperienziale è del resto un elemento caratteristico del modo olistico in cui Morella concepisce l’arte: per tale ragione l’artista – o le sue opere – sono sempre veicolo di domande. Ne consegue che il far riflettere e prendere coscienza è l’aspetto determinante, il fine di ogni manufatto artistico. Interrogarsi sulla percezione tattile della realtà significa mettersi in discussione: esprimere un giudizio legato al tatto non è qualcosa di scontato, mentre lo è con tutti gli altri sensi: dal gusto, al profumo, alla vista, al suono, in brevi istanti sappiamo dire se una cosa ci piace oppure no. Con il tatto non siamo abituati a farlo. Siamo di fronte a una perdita percettiva, che non può che limitare la conoscenza del mondo che ci circonda, un mondo che non è virtuale ma materico; un mondo che noi “presuntuosamente” crediamo di vedere nella sua complessità grazie soprattutto alla vista.

Laura Calderoni ha progettato il percorso, in cui sono inserite le opere, impiegando semplici lenzuoli, dispositivi semplici, ma poetici. I lenzuoli ci riportano alla memoria l’uso primario delle terrazze, spazi comuni dove stendere il bucato, ma qui i lenzuoli vengono utilizzati per costruire un percorso multisensoriale da scoprire con il tatto il suono e l’olfatto. Le opere di Morella sono racchiuse in piccole “stanze” realizzate con i lenzuoli mossi dal vento, per cui ancora più forte è il tema del vedo-non vedo.

StraVedo Medicina Fulvio Morella Roma 2023 ©sabino maria frassà

La prima opera che si “scopre” in una di queste “stanze” è forse quella più nota di Morella, Ali di Gabbiano. Si tratta di un inno alla fatica e all’impegno che bisogna sostenere per essere liberi. La sezione della parte lignea è stata infatti costruita per essere proporzionale (1 a 3) all’apertura alare reale del gabbiano ed è completata dalla scritta in braille “imparare a volare”. L’opera Medicina porta invece a riflettere su come anche alcuni gesti fondamentali, come ad esempio distinguere e assumere correttamente i farmaci, siano molto complessi per una persona ipovedente, allorché non venga fustellata la confezione dei farmaci con scritte in braille. Tale “rivoluzione” venne introdotta per la prima volta in Italia negli anni ’90 grazie all’impegno di un farmacista che combatté nel suo piccolo per rendere liberi tutti di curarsi. Infine, l’opera “Goccia d’acqua” cerca di raccontare in modo tattile la bellezza visiva dei tipici cerchi concentrici che si formano come conseguenza della propagazione delle onde nei liquidi.

Per essere capite, le opere di Morella devono essere sempre toccate da tutti – non solo dalle persone cieche o ipovedenti.  Del resto, tipico di ogni progetto dell’artista è quello di non permettere ad alcun spettatore una comprensione totale delle opere: neppure le persone ipovedenti possono comprendere pienamente le opere di Morella! Se è vero che le stesse “greche” in braille sulle opere hanno una valenza estetica oltre che di contenuto, bisogna ricordarsi che ciò che è scritto (in braille) non è una spiegazione dell’opera, quanto suggestioni o approfondimenti che riguardano ciò che è rappresentato.

StraVedo Goccia Fulvio Morella Roma 2023 ©sabino maria frassà

Se nessuno può capire/sapere tutto, chi può essere libero? Come possiamo “liberarci”?

A Roma Fulvio Morella (ri)propone un’ultima grande opera tessile, che sembra essere la risposta. Si tratta di “Sipario di stelle” (opera esposta già da Gaggenau DesginElementi di Roma) che costituisce il punto di arrivo, ma allo stesso tempo una nuova partenza per la sua ricerca artistica. Su un pregiato tessuto nero (Lelièvre Paris) sono ricamate decine di stelle, la cui disposizione non è casuale, ma va a formare una clessidra. Non solo, ogni stella ha sostituito un punto alla base dell’alfabeto in braille, così che l’opera racchiude una citazione di Nietzsche: “L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere!”. L’artista, ispirato e mosso dalla passione per il futurismo, ha completato in questo modo la trasformazione del braille in un elemento iconico ed estetico e ci porta a scoprire in un morbidissimo cielo stellato nascosti e seducenti messaggi in braille. Anche quest’opera finisce così con l’essere un chiaro invito ad andare oltre l’apparenza. Ma come farlo?

A ben vedere, tutte le opere di Morella risultano essere una sorta di rebus, che possono essere risolti solo “coralmente”. Tutti noi siamo limitati in qualcosa. L’artista ci chiede perciò di unire le forze, ovvero i nostri limiti, per cercare di interpretare insieme la ricchezza della realtà circostante. Nessuno da solo può farcela. La risposta per essere liberi risiede in quell’“imparare a volare insieme”, protagonista di un’altra famosa opera (non in mostra).

Tale approccio inclusivo e immersivo non rinnega mai l’armonia visiva, semplicemente arricchisce la “bellezza” di più dimensioni e significati. La bellezza è in ultima istanza per Morella il suo modo di “stravedere” la realtà, di donare agli altri un seme per un nuovo approccio di empatia e rispetto autentico per chi si ha di fronte: le opere sono studiate, realizzate e rifinite in modo maniacale. Nulla è mai lasciato al caso, perché bisogna prendersi “cura” degli altri, anche del tempo che ti dedicano. La bellezza è a 360° anche nel movimento interiore che vorrebbe stimolare. Persino le custodie – preziose valigie in legno su misura – finiscono per far parte del progetto dell’artista, dell’inesorabile viaggio che ciascuno di noi conduce e che l’arte non può che rappresentare e raccontare.

***

StraVedo è inserito in ALTRE PIAZZE – Festival delle terrazze organizzato da Open City Roma, in collaborazione con: S. Alessio – Margherita di Savoia, Fondazione Scelsi, Min. dell’Istruzione e del Merito – Ufficio Regionale per il Lazio “IC Via delle Carine, FAO, Sovrintendenza Capitolina, Istituto Svizzero, Ass. TorPiùBella, Monte Mario Osservatorio Astronomico, Accademia di Spagna, Legambiente, Libera, ANAB.  

Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

Sipario di Stelle e Ali di Gabbian. StraVedo Fulvio Morella all’Istituto dei Ciechi Sant’Alessio di Roma, 2023