Commento critico di Sabino Maria Frassà in occasione della presentazione della video-installazione “The Awakening – Alberto DiFabio” realizzata da Alberto Di Fabio in collaborazione con Marco Waldis e Mattia Andres Lombardo e aperta al pubblico dal 15 al 17 giugno a Roma.
Alberto Di Fabio scultore è meno noto anche se lo studio delle sue opere tridimensionali risulta interessante non solo a livello filologico. L’artista, universalmente noto per i suoi dipinti che tendono e spingono lo spettatore alla trascendenza, realizza da anni materici assemblaggi di elementi naturali raccolti soprattutto sulle spiagge o in campagna. Sono opere enigmatiche, difficili da comprendere e codificare, quasi irriconoscibili. Eppure sono un elemento del tutto coerente con la poetica e il percorso artistico e umano dell’artista.
Recentemente il cortometraggio “The Awakening” (regia di Marco Waldis su soggetto di Mattia Andres Lombardo) ci ha permesso di scoprire meglio il nesso tra queste due “anime” artistiche, che a prima vista sembrano addirittura collidere. La natura e ciò che ci circonda sono colti dall’artista nella loro intrinseca e al contempo trascendente essenza: del resto la materia è l’inevitabile punto di partenza per intraprendere un percorso di estasi ed elevazione. Nel corto le opere, piccole forme tridimensionali concrete e naturali, vengono riprese e mostrate all’interno della natura e/o di spazi abbandonati dall’essere umano. L’essere umano non c’è più e non c’è mai stato in tutto il lavoro di Di Fabio perché l’artista cerca da sempre di muoversi al di là della cogente esperienza umana.
In questi assemblaggi materici l’artista non toglie nulla; preferisce montare e combinare ciò che trova nella natura, perché, se ci riflettiamo attentamente, la natura non crea togliendo, ma trasformando la materia. Quello di Di Fabio è così un primitivismo radicale, che combina il ready made duchampiano con l’approccio costruttivista delle sculture di Pablo Picasso e l’esistenzialismo di Kenneth Armitage. Per tale ragione preferisco parlare di opere e assemblaggi tridimensionali piuttosto che di sculture. La parola “scultura” ha nella propria etimologia l’idea di plasmare per sottrazione, un elemento che, come detto, è invece del tutto avulso dalla poetica dell’artista. Alberto Di Fabio si ispira alla natura e invece di togliere, aggiunge e combina. Il fine dell’artista è quello di restituire e risvegliare il senso della materia che noi non percepiamo o non riusciamo più a percepire, distratti da ciò che ci circonda dal nostro rumoroso esistere.
“The Awakening – Alberto Di Fabio” (la video installazione realizzata dall’artista nel suo Studio insieme a Marco Waldis e Mattia Andres Lombardo) abbraccia e palesa ancora meglio lo spirito dell’artista mostrandoci la trasformazione della materia in mantra. Ci viene così restituito un mondo cambiato, che riabilita un’umanità che sembra aver perso il ricordo di una natura pura e incontaminata quale era la condizione originaria del nostro pianeta. Riscopriamo come ricorda l’artista “entità che rappresentano la memoria di quest’armonia, che impotenti diventano purtroppo meri spettatori di un mondo in cambiamento”.
La prossima proiezione, all’interno dello studio di Alberto Di Fabio, dà vita a una caleidoscopica installazione artistica, che mostra tutta l’umanità e il senso più profondo dell’arte di Alberto Di Fabio: è un’opera nell’opera, in cui anche i confini della paternità artistica, ossessione del mondo dell’arte contemporanea attuale, scompaiono per lasciare spazio al fluido creativo più puro e scevro da ogni interesse commerciale.
A noi non rimane che essere trasportati e sollevati ancora una volta nella magica trascendenza di Alberto. Buon Viaggio con e oltre la materia.