L’appuntamento con San Valentino si avvicina anche per l’arte contemporanea. Che forma ha l’amore? Un cuore? Se l’è chiesto spesso Flora Deborah artista italo-israeliana che da anni vive tra Milano e Tel Aviv e che arrivò seconda al Premio Cramum 2015.
In un modo quasi dissacrante l’artista riflette sui simboli, che spesso dividono più che unire, nel loro tentativo di semplificare che finisce con il nutrire inutili differenze ideologiche. Il simbolo del cuore ad esempio perché è simbolo “universale” d’amore e qual è il significato di amare? Se amare è quel bisogno – anche animale e viscerale – di un altro da sé, forse questo simbolo è adatto. Flora Deborah è del resto partita dall’analisi dell’origine incerta di questo simbolo: da alcuni è fatta derivare dalla forma di una vulva, mentre da altri dalla forma del frutto della pianta Silphium, una pianta utilizzata anche come contraccettivo. L’artista ha poi riflettuto su come la forma del nostro muscolo cardiaco sia simile a quella dei maiali, ma del tutto diversa dal simbolo del cuore.
Tutte queste riflessioni hanno portato Flora Deborah a realizzare due opere che ricalcano il simbolo del cuore, ma sono costituite dai calchi dei testicoli del fidanzato o dai cuori del maiale, tinti di blu, colore della trascendenza e della nobiltà. L’amore inteso come sentimento, sembra in fondo riflettere l’artista, è quella relazione complessa in divenire fatta di passione, attrazione, vicinanza, ma anche repulsione, solitudine. Sono carne e spirito che si uniscono e si rincorrono nel tempo. Forse per tale ragione i cuori di carne di Flora Deborah rappresentano con più realismo “la forma dell’amore”.
Sabino Maria Frassà per Cramum, 10 febbraio 2022
In copertina l’opera ‘”My Heart Stops When You Sneeze”, ceramica smaltata, 2020