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ArtFocus. Il ritmo del colore di Stefano Cescon

By 14 Ottobre 2023CRAMUM, Cultura

RITMO. La musica del colore

Testo critico di Sabino Maria Frassà alla mostra RITMO di Stefano Cescon a Palazzo Morando di Milano, aperta dal 12 settembre 2023 al 19 novembre 2023

Stefano Cescon RITMO installation view ©Francesca Piovesan, Courtesy Artista, Cramum, Palazzo Morando

Stefano Cescon, dopo aver impiegato gli ultimi anni a indagare l’essenza materica più profonda dei colori, indaga oggi il senso della composizione e dell’armonia nell’arte. Compito del pittore sarebbe da sempre quello di comporre insieme la materia “colore” al fine di creare qualcosa di nuovo, in grado di esprimere sia il genio che l’anima più profonda di chi lo concepisce.

Questa indagine ha portato l’artista a realizzare un corpo di opere che, sebbene simili per tecnica e realizzazione, differiscono fortemente da quelle precedenti, caratterizzate da colori fluidi, sfumati con passaggi di tono “ovattati”. Forte è la ricerca di una propria unica armonia, fatta di singole note nette di colore e di stratificazione materica, in fondo unico e vero stilema dell’artista. La sua arte si fa sempre più insieme dinamico, quasi combattuto, di processo e controllo sugli elementi che la compongono. Se in passato l’obiettivo era giungere all’essenza del colore, colto nella sua tridimensionalità e intima purezza, oggi l’artista vuole di più. Vuole prendere il controllo sul processo e dimostrare di dominare e determinare il suo “nuovo” colore. Desidera far risuonare la propria voce unica.

Quello a cui assistiamo è probabilmente un pendolo di un artista che fin dagli studi giovanili lo ha visto combattere, diviso tra venerazione per il colore in sé e per i maestri della pittura. In questi nuovi lavori l’artista cerca di mantenere insieme i colori e la composizione, ovvero di unire la successione degli elementi con la loro coesistenza e lo fa attraverso quello che definisce come “ritmo” alla base della sua armonia. Queste nuove opere evocano fortemente il parallelismo con la musica, neppure troppo celato dall’artista. Ma, mentre nella musica la sovrapposizione/stratificazione tra i suoni che si susseguono non è infinita nel tempo, non potendo quasi mai durare per tutto il brano, le arti visive permettono che la melodia e l’armonia vivano insieme e determinino un qualcos’altro di nuovo e ulteriore.

Stefano Cescon RITMO installation view ©Giulia Nelli, Courtesy Artista, Cramum, Palazzo Morando

La successione ritmica dei colori-pensieri avviene nell’arte di Cescon attraverso la loro stratificazione orizzontale. Ogni colore non è semplicemente una nota della nuova melodia, ma rappresenta un pensiero dell’artista, che va a comporre alla fine dell’opera una riflessione sulla dimensione “tempo”, viscerale e trasversale a tutta la sua ricerca artistica. Il processo messo in atto rappresenta il tentativo di far dialogare gradienti cromatici con un’idea di scansione temporale. Quindi, ogni opera è il tentativo di dare forma a un istante infinito, non statico ma fluido, frutto di un processo co-generativo in cui tutto è soggetto e sintesi del tempo. Questa pratica fisica e meta-pittorica assume per l’artista i connotati tipici di un rito quotidiano, quasi un mantra attraverso il quale riflettere, sedimentare, sovrapporre e stratificare i propri pensieri.

La coincidenza tra tecnica e processo gnoseologico ha spinto l’artista a concentrarsi lungamente sul perfezionamento della tecnica di stratificazione dei colori. Mentre nelle prime opere (fino al 2021) ciò avveniva quasi al buio, l’impiego di casseforme di vetro temperato consente all’artista un controllo inedito: la verifica e correzione dell’esito di ogni singola stratificazione di colore.

Ma in base a che cosa l’artista decide che il ritmo di colori è corretto o meno? Le sue opere sono infatti frutto di una tecnica unica nel suo genere, senza precedenti, che non afferisce a regole, schemi o ad “accordi” precostituiti di colore. Ammirando i nuovi lavori in mostra, si comprende come il fine ultimo sia la ricerca di armonia intesa come la successione ritmica dei colori secondo un proprio schema intimo, unico e irripetibile. Le opere “ritmiche” di Cescon non sono universali, non costituiscono più lo sforzo di ricercare e cogliere l’ancestrale matericità dei colori. Quello a cui assistiamo è la rivelazione della voce di Stefano Cescon in tutta la sua potenza, il suo mettersi alla prova e confronto con i maestri della pittura, con l’idea stessa di pittore nella contemporaneità attraverso l’interpretazione della materia del colore. Udiamo perciò la sua melodia, il suo “timbro”, frutto di una personale e infinita stratificazione di esperienze personali e professionali.

Stefano Cescon, HB Oltremare 2023 (Opera piccola) installation view ©Francesca Piovesan

In questa “nuova” voce possiamo leggere una storia fatta della formazione pittorica, della scuola veneta – e quindi della pittura informale e analitica – ma anche la fatica del percorso che l’ha portato a rifiutare l’accademismo a favore dell’affermazione della propria forte personalità scultorea nella pittura. Stefano Cescon ha così maturato un’armonia costruita su un profondo percorso di consapevolezza, dove la parte irrazionale si unisce con quella razionale, o meglio lotta per coesistere con essa. In fondo siamo tutti un grumo irrequieto di materia in divenire e queste opere non possono che richiamare alla mente de parole del grande e primo Maestro della musica nella pittura, Vasilij Vasil’evič Kandinskij: “la dissonanza pittorica e musicale di oggi non è altro che la consonanza di domani”.

Inoltre, l’artista stesso, parlando delle sue opere ritmiche, così ponderate e meditate, evoca l’esistenza di ancestrali accordi di colori, che suggerirebbero l’esistenza di un’armonia visiva archetipale propria dell’intero genere umano. Al pittore spetterebbe il compito di liberare quella che Kandinskij definiva “l’anima viva dei colori” nell’atto di emettere un “richiamo musicale”. Il maestro russo, come oggi Cescon, spiegava di sentire ed esser guidato dal “chiacchiericcio sommesso dei colori che si mescolavano; era un’esperienza simile a quella che si sarebbe potuta fare nella misteriosa cucina di un alchimista.” Siamo perciò certi che nei prossimi anni il pendolo dell’arte di Cescon continuerà a muoversi: dal suo attuale “ritmo timbrico”, così intimo e coincidente con la sua voce, maturerà ancora alla ricerca del ritmo universale del colore.

Stefano Cescon RITMO installation view ©Giulia Nelli, Installation view Courtesy Artista, Cramum, Palazzo Morando

 

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SCHEDA MOSTRA

Stefano Cescon
RITMO
a cura di Sabino Maria Frassà

Inaugurazione martedì 12 settembre ore 18:00

Aperta fino al 19 novembre 2023

Palazzo Morando | Costume Moda Immagine

via Sant’Andrea 6, 20121 Milano

venerdì-domenica, 9:30 – 17.30 (ultimo ingresso 17) ingresso gratuito

Stefano Cescon, Ritmo, HB Oltre Mare, installation view bis©Giulia Nelli