Il tour virtuale con video racconto dell’artista permette dal 14 novembre al 7 gennaio di continuare a visitare in modo digitale la mostra Leda e il Cigno Nero, promossa da Cramum e Gaggenau insieme a DesignElementi.
I promotori della mostra vogliono in questo modo portare avanti e condividere il forte messaggio di resilienza e speranza che Julia Bornefeld ha deciso di trasmettere attraverso le opere in mostra: “Il nostro vivere è un inarrestabile viaggio senza alcuna meta prestabilita. L’unica cosa che possiamo fare è imparare a viaggiare con valigie leggere e con un ombrello che ci protegga, permettendoci di continuare a camminare”.
Grazie alla collaborazione con DesignElementi, negli spazi dello showroom milanese, gli elementi Gaggenau, sintesi di maestria artigianale, design senza tempo e tecnologie all’avanguardia, si integrano con il racconto delle opere – storiche e recenti – dell’artista tedesca nota a livello internazionale per aver portato nella scultura il dibattito dell’emancipazione femminile e del mito.
Come spiega il curatore Sabino Maria Frassà “le opere in mostra – disegni e sculture realizzate con tecniche differenti – esortano a riflettere sul senso del vivere e sulla necessità, anche di fronte alle avversità inaspettate (il cigno nero) di continuare a vivere con resilienza. Oggi più che mai l’uomo è infatti obbligato a riflettere su un futuro che appare incerto e fragile. Cosa, se non l’arte, può aiutare in questa sfida? Con le sue opere, l’artista Julia Bornefeld vuole aiutare noi tutti in questo percorso di riflessione, offrendo un’interpretazione di questo delicato momento storico. Bornefeld parte proprio dall’idea di ritrovare un nuovo ordine nel disordine contemporaneo, facendo però risalire il suo pensiero a radici antiche, ispirandosi al mito di Leda e il Cigno e all’unione forzata tra Zeus e la Regina di Sparta”.
“Julia Bornefeld” continua il curatore “è del resto l’artista dell’indefinito e dell’indeterminazione, maestra nel sintetizzare e far coesistere la razionalità e il peso della materia con l’irrazionalità e la leggerezza del pensiero. L’impeto e le forme delle sue opere partono sempre da forme e oggetti comuni – piume, uova, valigie, ombrelli, uccelli – per raccontare qualcosa al di là di ciò che si vede. L’artista non progetta mai i suoi lavori, ma vive di fulminee intuizioni in grado di raccontare l’universo, richiamando forme universali e immagini archetipali”.