Skip to main content

25 novembre 2020: Maradona e la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

By 6 Dicembre 2020Cultura

Riflessione di Nicla Vassallo. In copertina: Paula Dapena girata di spalle e seduta a terra protesta contro il minuto di silenzio in onore di Maradona (ansa)

25 novembre 2020?

Nel giorno in cui la comunità internazionale si unisce per combattere la violenza contro le donne quest’anno è morto Diego Armando Maradona. Ironia della sorte. Meglio, una vera e propria beffa. Si è parlato ben più di Maradona che di violenze contro le donne. Un’assurdità. E di Maradona si continua a parlare (al bar e soprattutto sui media), mentre delle violenze contro le donne, relegate ormai nella cronaca nera, ci si interesserà “seriamente” il prossimo 25 novembre, ovvero nel 2021. I media ci stanno inondando di Covid e Maradona. Nei giorni scorsi sono morti lo sceriffo, Aldo Moser, o Valéry Giscard d’Estaing. I media hanno trattato queste due scomparse quali note a piè di pagina, rispetto al “fenomeno” Maradona. Scandaloso, a dir poco.

 

Contro Maradona?

Nicla Vassallo: Dovrei forse essere a favore, oppure tacere, come hanno fatto le nuove “femministe” italiane? Queste ultime si ribellano rispetto a un Festival della bellezza al maschile, e ne organizzano uno al femminile. Eppure di fronte al macho argentino (e non lo sto calunniano, né generalizzando), Maradona tacciono. Perché? E la prego, non lo paragoni a George Best.

 

Già a tacere sono stati in troppe/i, mentre in tante/i hanno esaltano Maradona. Lei non dovrebbe rassegnarsi a questi “tempi moderni”?

Mi ribello con ogni forza conoscitiva, etica e intellettuale a mia disposizione. Sono una filosofa di stampo socratico, non altro.

 

Esaltazione eccessiva di Maradona operata dai media nostrani, cosa non le va in Maradona?

Il grande, immenso calciatore. Il fuoriclasse migliore di Pelé, davvero? E, in ogni caso, l’uomo abisso Maradona? In estrema sintesi. Un buzzurro: si veda il suo matrimonio a dir poco trash, con Claudia Villafane, ragazze di benvenuto e ospiti “vip”. Un vero sessista. Un inseminatore: quanti figlie e figlie annovera sparsi per il mondo? E come, quando si è degnato di farlo, li ha riconosciute/e? Un “puro” drogato, immerso nella cocaina e non solo. Uno che non supera i controlli anti-doping, e che pensa che le squalifiche subite siano del tutto ingiuste. Un obeso cronico, costretto all’intervento di bypass gastrico. Uno imbottito di psicofarmaci. Uno dalla voce impastata. Uno che ha parlato di se stesso in terza persona. Solo e semplicemente, una vita esagerata?

 

La “stoppo”, per chiederle del Maradona tribuno del popolo, argentino, napoletano e del Papa.

Ma di quale popolo? Appunto. Di quello di San Gennaro? O di quello argentino, e di un Papa il nostro, che si è spinto a far pervenire un rosario benedetto e una lettera alla famiglia (quale famiglia?) di Maradona attraverso l’ambasciatore argentino in Italia. Sempre il nostro (Papa) pare che abbia dichiarato di volere ricordare Maradona nelle sue preghiere.

 

Per le sue varie prese di posizioni, sempre a mio avviso puntuali, lei mi pare di sinistra. E Maradona?

Nicla Vassallo: Essere “amici” (e farlo presente al mondo) di Fidel Castro (la seconda casa o clinica di Maradona era Cuba) e Nicolas Maduro, o farsi tatuare sulla propria pelle, tra l’altro, Che Guevara, oltre al già nominato Castro, non riveste alcun significato. Come si fa a essere, e venir considerati, nonché voler venir considerati di sinistra, quando si conduce una vita quale quella di Maradona?

 

Provi a lasciare da parte l’uomo Maradona, per nulla integerrimo, e a parlare del calciatore.

Rimango una filosofa, nuda e cruda, specialista di gender studies, ma interessata anche alla filosofia dello sport. Se, grazie alla mia expertice nei gender studies, posseggo ogni strumento per leggere il caso Maradona, della filosofia dello sport preferisco fare a meno, al momento.

 

Insisto: il calciato?. Domanda lecita visto che ha menzionato George Best.

Nicla Vassallo: D’accordo, allora riflettiamo sulle donne nel mondo del calcio. Sulle pioniere e pioniere. Due soli esempi: la magnifica attaccante Carolina Morace o l’arbitro, sempre magnifica, Stéphanie Frappart. Lei si è mai chiesta come il nsotro supererore Maradona considerava o avrebbe considerato il calcio declinato al femminile?

 

Grazie. Me lo chiederò.

La pregherei di chiedersi anche della reazione (più che giusta, a mio avviso) della ventiquattrenne Paula Dapena, calciatrice della Viajes Interrìas, squadra femminile che milita nella terza divisione spagnola. E di quanto ne è seguito a furor di minacce mondiali. Si rende conto del dramma?

 

Un calcio femminista, contro Maradona?

Nicla Vassallo: Il domino dei “maschi” dovrebbe terminare in ogni campo, non solo sul campo da calcio, anzi (https://www.raiplayradio.it/video/2020/11/No-Women-No-Panel—Nicla-Vassallo-189917a4-d355-4ee5-9bbc-165056417699.html). Una reazione, quale quella di Viajes Interrìas, andrebbe sottolineata, per il calcio e ben al di là del calcio.

 

Come può pretendere che un Maradona, nato povero, imbocchi la retta via?

Nicla Vassallo: Già. Non bado affatto all’esterno. Alcune/i mi hanno fatto notare che Maradona proveniva dalle favelas. E allora? La prego di considerare il caso dell’esimio calciatore, non tanto di altri, per esempio rispetto a Ibrahimovic, bensì confrontato con l’ala argentina, Angel Di Maria: infanzia difficile e case piuttosto senza tetto.

 

Che fare?

Tra le tante possibili azioni, non paragonarlo a Lady D., come invece è stato purtroppo fatto, in una qualche trasmissione televisiva da una qualche donna di fama (in Italia non si finisce in tv altrimenti). La morte di Lady D. non ha nulla da spartire con quella di Maradona. Basti pensare alle rispettive celebrazioni funebri, e pure alle folle in cui vi era, o non vi era, un’Elisabetta II.

 

Al di là di tutto, Maradona il grande, un esempio per il nostri figli?

Le famiglie serie (evito la deprecabile e illogica dizione di “famiglia tradizionale”) educano le proprie figlie e i propri figli, secondo regole che promettono futuri, davvero alieni dal “modello” Maradona. Maradona un esempio? Dello squallore.

 

Insisto, sport ad alti livelli e scuola.

Quale scuola? E non solo per Maradona, benché la sua spocchia andrebbe evidenziata più che mai. Ricordo di un’intervista a lui di Gianni Minà. Intervista di parecchi anni orsono, del 2001, in cui el pibe dichiara senza imbarazzi: “Ho sempre deciso io, nel bene e nel male. Anche la scelta di drogarmi, nessuno mi ha mai puntato la pistola alla tempia. Scelsi anche di lasciare la scuola, ero in seconda media. I miei genitori non volevano, ma io volevo giocare a calcio. Non so se feci bene, se avevo ragione io o loro, chissà forse avevano ragione loro… Però dai, ho avuto ragione anche  io (ride, ndr)”. No comment.