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Nicla Vassallo spiega come sarà la sua Biennale Democrazia

By 3 Ottobre 2021Cultura

Da mercoledì 6 a domenica 10 ottobre 2021 si terrà in presenza a Torino, ma anche online, la settima edizione di Biennale Democrazia. Abitiamo lo stesso pianeta, ma possiamo appartenere a mondi diversi. Da qui il titolo Un pianeta, molti mondi. Il 9 ottobre alle 11.30, Nicla Vassallo (https://niclavassallo.net/) dialogherà con Andreas Weber (https://biologyofwonder.org/) su Reincantare il mondo. La vita fra umano e naturale, col coordinamento di Daniele Gorgone http://biennaledemocrazia.it/evento/reincantare-il-mondo-la-vita-fra-umano-e-naturale/


La filosofa ci ha raccontato come si sta preparando per l’incontro.

«Sono felice di partecipare a questa edizione della Biennale Democrazia, anche in quanto è la mia prima edizione. Grata a Gustavo Zagrebelsky dell’invito, a Massimo Cuono, al loro staff, e a Daniele Gorgone che coordinerà l’incontro con Andreas Weber».

Femminismo ed ecologia: come le vedi?

«Sulle opere di Norberto Bobbio ho faticato non poco e gli sono davvero riconoscente di ciò. Da epistemologa, da filosofa della conoscenza, da filosofa femminista credo nei dubbi e lotto per i diritti umani e civili dei soggetti conoscenti, soggetti che le scienze (non tutte) hanno in qualche modo avvilito, studiandoli e rapportandoli solo con oggetti di conoscenza, prediligendo la fonte conoscitiva dell’osservazione, a dispetto di altre, quali la memoria e la testimonianza. Forse, però, non sono state le scienze in sé e per sé, quanto le loro applicazioni tecnologiche, tramite scelte operate da esseri umani animali, a danneggiare il mondo, a spezzare un incanto, che si vorrebbe, oltre che dovrebbe, salvaguardare, per quanto possibile. Occorre, a mio avviso, rivedere le relazioni tra i soggetti conoscenti, esseri umani non animali ed esseri umani animali, tra i primi e i secondi, e dei secondi nei confronti della natura, senza dimenticare di interrogarci su cos’è la natura. Ci sono ecosistemi, che abbiamo ridotto ormai agli estremi, per non so qualche ragione. Un’idiozia. Oltre i “bla, bla, bla” di Greta Thunberg, che parlano piuttosto chiaro, l’ecofemminismo filosofico sta combattendo battaglie dure. Perché le donne (forse in quanto spesso e drammaticamente considerate esseri animali non umani?) stanno pagando un prezzo molto alto, insieme appunto agli animali non umani e a tutti di altri abitanti del nostro pianeta, e non solo. Tenterò di accennare più che alle prospettive etiche della “feminist environmental philosophy” dei primi anni Novanta, a una filosofia più matura, dei giorni nostri, che cerca di chiarire le “women-nature connections”».

Quali letture ti accompagnano nel preparati a questo importante appuntamento?

«Sto leggendo i libri di Andreas Weber, pochi anni meno di me, nato il 4 novembre, mentre io il 6. Siamo entrambi scorpioni. E gli scorpioni (non quelli dell’oroscopo), questi aracnidi sono a rischio d’estinzione. Per il loro veleno, “amatissimo”, che ha impieghi medici (la medicina non è una scienza, e, in ogni caso, non avrebbe altro per creare artificialmente veleni vari?) e pure perché ora c’è chi si è convinto che tale veleno renda ricchi. Andreas Weber si è poi laureato in biologia marina. Lo avrei desiderato anch’io, per me stessa, perché da giovane volevo fare la navigatrice solitaria: purtroppo, ai miei tempi, in Italia, la biologia marina era quasi assente dalle università. Non so se riuscirò a essere altezza di Andreas Weber: è un filosofo, uno scrittore, un giornalista che ha lavorato con Francisco Varela, che insegna Ecofilosofia a all’Universitaet der Kuenste di Berlino ed è visiting professor all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e tiene regolarmente ben più seminari e conferenze di quanto riesca a fare io. Mi sono fatta l’idea che sia un ottimo intellettuale, uno che lotta, in modo ragionato, per capire il mondo umano e no, per capire questo nostro bizzarro e meraviglioso pianeta».

Poco rispetto per l’ambiente e ignoranza vanno a braccetto?

«Penso all’oggi, e rileggo Carlo M. Cipolla: “L’artigiano della bottega preindustriale… lavorava più ore dell’operaio industriale, ma non doveva necessariamente soggiacere alla dura disciplina degli orari e dei tempi della fabbrica e per diversi settori manifatturieri aveva il piacere e l’orgoglio di far uscire dalle proprie mani un prodotto finito” (Storia economica dell’Europa pre-industriale) e, ancora, Cipolla: “Il carbon fossile fu in uso già nel Medioevo, ma la gente del Medioevo era molto sospettosa di questo tipo di combustibile vagamente ma decisamente intuendo che il suo uso implicava conseguenze nocive per l’ambiente. Sotto molti aspetti la gente del Medioevo, pur nella sua ignorante superstizione, fu molto più cosciente dei possibili danni dell’inquinamento che la gente dell’epoca della rivoluzione industriale”. Ah, l’ignoranza. C’è quella innocente (quella di coloro che non hanno accesso alla conoscenza) e quella colpevole (di coloro che hanno accesso alla conoscenza). Avevo una nonna e un nonno contadini, vignaioli, quasi analfabeti, che rispettavano la loro terra, coltivavano l’uva con metodi minimalisti, impiegati al bisogno (rame e zolfo, per esempio) e che non capivano l’impiego degli elicotteri che spargevano un’acqua “strana”, così loro la chiamavano. Si trattava di insetticidi, risultati poi pericolosi per la vita dei contadini stessi. Avevo una nonna e un nonno antinazifascisti, figli di marittimi: il mare era tutto, da rispettare, insieme all’acqua naturale, da risparmiare. Quando si usciva in gozzo, il motore due cavalli fuoribordo lo si usava il minimo indispensabile. E mi hanno iscritta subito, da piccina, a un corso di vela. Sto pensando a loro. Sto pensando ad Antonio Cederna, intellettuale, politico, ambientalista, nato il 27 ottobre 1921: ricorrono i cent’anni della sua nascita, e mi sto preparando per la Biennale Democrazia, rileggendo alcuni suoi libri».

Come e dove informarsi?

«Il sito di Andrea Weber: “The biology of wonder” è una piccola, salubre miniera di ottime informazioni. E da filosofa, o meglio da filosofi, perché questo siamo entrambi, non possiamo non ricordare che la filosofia è legata alla meraviglia, a partire dai suoi esordi. Platone scrive: “Ed è proprio del filosofo questo che tu provi, di esser pieno di meraviglia, né altro cominciamento ha il filosofare che questo”».