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Italians Do It Better: gli obelischi di Lorenzo Marini sono la nuova “moda” americana?

By 18 Settembre 2023Gennaio 17th, 2024Cultura
“Italians Do It Better” sempre e comunque anche nell’arte. In giornate come queste in cui a Basilea si è visto il mondo, fa riflettere come tutti guardino alla nostra creatività, più o meno consapevolmente. Recentemente la blasonata galleria americana David Kordansky Gallery ha messo in vendita e venduto per decine di migliaia d’euro sul noto portale dell’arte Artsy l’opera “Main Discount” realizzata nel 2023 da Lauren Halsey. Incredibile la somiglianza con i “Go-Go Obelisk” del 2020-21 che tanto successo hanno dato anni prima all’artista italiano Lorenzo Marini.
In copertina a sinistra Lorenzo Marini al fianco delle sue opere nel 2021 e a destra l’opera realizzata e venduta nel 2023 da Lauren Halsey: mentre Marini ha inserito i suoi alfabeti di “finti loghi”, l’artista americana ha animato l’obelisco, realizzato della stessa dimensione e con la stessa tecnica, con packaging e loghi “veri”.
Nonostante l’evidente – esagerata? – somiglianza tra i due lavori, non sapremo mai se l’artista di Los Angeles ha visto prima e si è ispirata al ciclo di opere di Lorenzo Marini, andate in asta nel 2022 dopo aver riempito pagine di giornali, TV e ed essere entrato nella collezione permanente del Musei Palazzo Buonaccorsi di Macerata nel 2021. In un mondo così affollato, chi controlla? Chi difende, se deve esser difeso, il fatto che un artista abbia avuto un’intuizione prima di un altro? In questo caso, è stato lo stesso artista, avvertito da collezionisti americani, ad aver condiviso con i social e con la galleria (senza alcun riscontro) i propri dubbi al riguardo.
Dal punto di vista artistico e commerciale, sorge però spontanea una domanda: belli, ammiccanti e comodi da collezionare, gli obelischi di Marini sono i precursori di una nuova moda che invaderà le gallerie americane?
Presto per dirlo, ma – nel caso – si tratterebbe dell’ennesima conferma che gli italiani hanno intuizioni geniali e continuano a ispirare tutto il mondo, spesso non vedendo del tutto riconosciuti i propri meriti. Ma perché accade? Cosa ci manca?
Da un lato la credibilità internazionale: siamo troppo legati allo stereotipo “pizza e mandolino”, al massimo declinato in salsa “bunga-bunga”. E’ però vero che siamo di fronte al persistere di una problematica la cui origine è anche e soprattutto interna: l’Italia continua a dimostrare una limitata capacità di credere nei propri talenti, il ché significa non solo essere meno esterofili, ma anche e soprattutto saper “difendere” la proprietà intellettuale e dell’ingegno dei creativi nostrani. Forse tutto il mondo sbircia a cosa facciamo noi, credendo che “Italians do it better” … “and before”, ma da noi vige il “nemo propheta in patria”.
Sabino Maria Frassà, Milano, 15 giugno 2023