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L’egoismo porterà l’essere umano all’estinzione? Sia la speranza il buon proposito per il nuovo anno

By 8 Gennaio 2020Cultura

L’egoismo porterà l’essere umano all’estinzione? Sia la speranza il buon proposito per il nuovo anno

Lettera aperta di Sabino Maria Frassà & Nicla Vassallo | Milano-Genova 8 gennaio 2020

<<Dopo un anno di silenzio, abbiamo sentito il forte desiderio e bisogno di parlarci e di scrivere ciò che pensavamo: è stato uno sprone in primis a noi stessi. L’Occidente e soprattutto l’Italia sembra essersi avvitata in una profezia nichilista auto-avverante senza possibilità di uscita. Quotidiani, TV, radio e persino i social portano alla nostra attenzione un crescendo senza precedenti di tragedie geo-politiche e di disordini sociali. Anche la Natura sembra protestare (a ragione) e ormai si susseguono immagini e notizie di cataclismi in tutte le parti del globo terrestre. L’essere umano sembra non aver scampo né possibilità di un futuro migliore. Papa Francesco più volte è tornato a indicare il crescente “egoismo dell’interesse umano” quale fonte di tale crisi universale. E’ quindi l’egoismo che sta portando l’homo sapiens all’estinzione?

Secondo il dizionario Treccani, per egoismo si intende quell’atteggiamento che implica “la subordinazione dell’altrui volontà e degli altrui valori alla propria personalità”. L’essere umano egoista pone se stesso al centro dell’universo, facendosi valore assoluto e termine di riferimento della realtà. Tanta filosofia, da Platone ai filosofi cristiani e poi fino a Hobbes, ha attribuito all’egoismo una valenza fortemente negativa. Diceva Hobbes nel Leviatano che “ogni uomo ha diritto ad ogni cosa, anche al corpo di un altro uomo. Perciò, finché dura questo diritto naturale di ogni uomo ad ogni cosa, non ci può essere sicurezza per alcuno, per quanto forte o saggio egli sia”. E’ utile però ricordare come lo stesso Hobbes sostenesse anche che “l’interesse e la paura sono i princìpi della società”, ovvero proprio la paura della presunta natura egoista umana spingerebbe l’essere umano ad aggregarsi e a darsi delle regole per poter vivere meglio e più a lungo. Ovvero sarebbe infine una sorta di spirito di auto-conservazione a spingere l’essere umano a limitarsi oggi per un futuro migliore. Qualche anno fa Barbara Di Salvo nel suo testo “In difesa dell’egoismo” rifletteva su come l’egoismo sia «il miracolo della vita in guerra contro la morte» ovvero il manifestarsi di quell’istinto di sopravvivenza presente in tutte le speci animali. Ma se l’egoismo coincidesse con l’istinto di sopravvivenza perché l’essere umano starebbe portando il Mondo a un passo dal punto di non ritorno?

Per curare un male, la diagnosi deve essere la più precisa possibile. Dovremmo riflettere quindi sul fatto che non stiamo vedendo gli effetti dell’egoismo, quanto del dilagare dell’edonismo, ovvero della ricerca spasmodica a tutti i costi del vivere il “piacere” oggi, nell’immediato. Per Schopenhauer l’Io e l’Egoismo sono la stessa cosa, ma l’Io nasce solo quando si aggiunge alla volontà la conoscenza e quando la conoscenza prevale sulla volontà. Cosa succede però se all’essere umano tolgo la conoscenza? Resta solo quella volontà, quel ferino istinto di sopravvivere oggi, perché non conosco e non possiedo gli strumenti per determinare il domani. Il Presidente Mattarella nel suo discorso di capodanno (31 dicembre 2019) ha ricordato come la speranza consista nella “possibilità di avere sempre qualcosa da raggiungere”. Ma bisogna costruire quella possibilità, perché non è innata nella società, anche se è il vero motore del vivere insieme.

Non è quindi la natura umana egoista a determinare l’assenza di futuro, ma il contrario: una politica e una società che indugiano sul rincorrere il presente senza alcuna visione e progettualità per il futuro portano inevitabilmente all’accentuarsi della natura egoistica dell’uomo e persino determinano il fatto che l’egoismo coincida sempre più spesso con l’edonismo: se non sono sicuro nemmeno di sopravvivere ad un oggi così incerto, come posso sperare di avere la possibilità di un domani migliore?

Per il nuovo anno dovremmo forse porci il proposito di fornire e donare agli altri – ognuno come può –  gli strumenti per avere Speranza. Non è facile anche se “basterebbe” forse dare il buon esempio e non sperare ci pensi qualcun altro o rifugiarsi nello “scarica-barile” delle responsabilità a livello macro-sociale/economico. Sia un giornale a dar anche proposte di soluzioni, un insegnante a illustrare le possibilità della vita e non solo i limiti, un cassiere sorridente a chi compra anche solo un panino. Il mondo siamo noi, insieme inevitabili di tanti “Io”.

Quale alternativa abbiamo? L’estinzione?

Se siamo veramente egoisti e vogliamo il meglio per noi stessi non ci resta che credere in noi (insieme di Io e “gli altri”) scommettendo nel futuro e aiutando chi – le nuove generazioni – non ha o è stato privato degli strumenti per crederci.>>

 

In copertina l’opera Osservatorio n°8, 2012, ©Francesco Pignatelli