Al Grande Museo del duomo di Milano CRAMUM ed Editrice QUINLAN hanno presentato “SUL CONFINE, ON THE EDGE” libro curato per CRAMUM da Sabino Maria Frassà con testi di Eugenio Borgna, Nicla Vassallo, Sabino Maria Frassà, Stefano Ferrari e Raffaella Ferrari. Queste riflessioni sono alternante da opere d’arte contemporanea di 22 artisti: Magdalena Abakanowicz, Zolt Asta, Alessio Barchitta, Ivan Barlafante, Carlo Benvenuto, Alessandro Boezio, Francesco Casolari, Laura de Santillana Matteo Fato, Andrea Fiorino, Daniele Fissore, Ivan Grubanov, Marco La Rocca, H.H. Lim, Franco Mazzucchelli, Dario Picariello, Pamela Pintus, Francesca Piovesan, Diego Randazzo, Daniele Salvalai, Sally Viganò.
Alcuni estratti dal libro
“II rispetto del limite, del confine, delle frontiere, che sorgono implacabili nel corso della nostra vita, costa fatica, costa sacrificio, esige pazienza e accettazione, e nondimeno non può mai essere incrinato, e tanto meno infranto. Ma il limite, nelle sue diverse forme di espressione, nasce dal dovere morale di rispettare i diritti e le aspirazioni degli altri… Siamo tenuti, e lo sono in particolare i giovani, a tenere sempre presenti le fondazioni morali di quelli che sono i limiti, i confini, le frontiere, delle nostre azioni e delle nostre aspirazioni; e questo è un dovere che non è facile accogliere.”
“Se è vero che l’uomo appare sempre più impegnato a costruire muri e a tracciare confini, è anche vero che tanti più muri si erigono, tanta più parte di umanità vive su un confine, sia esso politico, sociale, economico o culturale … Vivere i con ni pu quindi anche essere un’esperienza rilevatrice, perché fa comprendere come siamo tutti vittime e carne ci del modello discriminatorio “noi contro loro”: siamo tutti “diversi” da qualcun altro e prima o poi siamo tutti minoranza in qualche modo e misura “
“Occorre però rilevare che siamo noi esseri umani a decidere se travasare alcune conoscenze scientifiche in tecnologie dannose o crudeli per l’umanità. Dal che segue la necessità di appellarci alla morale, che con le sue prescrizioni costituisce un limite alle nostre scelte scorrette. La domanda allora rimane la seguente: nell’ipotesi che occorrano considerazioni di tipo etico riguardo alla tecnologia (o meglio alla società che utilizza una certa tecnologia) possiede un qualche senso applicare la morale alla scienza? Se non ha senso, dato che scopo della scienza rimane quello di fornirci conoscenza a proposito del mondo fisico, è invece significativo in qual modo la società decida di impiegare la conoscenza in questione.”
“C’è anche un’arte che, come ricordava spesso Freud, ha da sempre qualcosa da insegnare alla psicologia, avallando così un’idea di conoscenza che va al di là dei confini disciplinari. Ed è questo forse l’aspetto più interessante, in quanto consente di ribadire lo spessore teoretico dell’arte, che al di là dei suoi vezzi, al di là delle mode, ha sempre rappresentato un contributo importante per la conoscenza di sé e dei misteri dell’animo umano: l’arte fa e ha sempre fatto dell’ottima psicologia!”