Il 16 dicembre 2006 moriva infatti Eugene Lazowski, medico polacco che insieme al collega Matulewicz si inventò un’epidemia di tifo e riuscì così a salvare oltre 8.000 persone (la maggior parte ebrei) durante la 2° guerra mondiale.
Per far ciò dal 1942 utilizzo l’espediente di somministrare un particolare vaccino – di “batteri morti” – a pazienti sani così che risultassero falsi positivi ai test di controllo. Il tifo è altamente contagioso e le truppe naziste in Polonia erano molto preoccupate di essere contagiate. Dal momento che i nazisti avrebbero sommariamente ucciso gli ebrei contagiati, il dottor Lazowski insieme al collega Dr. Matulewicz, iniettò il “falso vaccino” anche a 12 villaggi limitrofi vicino a Rozwadów (oggi Stalowa Wola), così da dover mettere in quarantena non un singolo ghetto, ma un’intera area. In questo modo il dottor Lazowski salvò migliaia di persone – non soltanto ebrei – dalla deportazione: molti furono i polacchi non ebrei deportati in campi di prigionia e lavoro durante l’occupazione nazista.
Alla fine del 1943 la Gestapo inviò un’ispezione, sospettando l’imbroglio: del resto all’interno dei villaggi le persone stavano bene. Il Dottor Lazowski radunò in un unico punto di controllo le persone anziane e che stavano male o con pidocchi. I giovani medici inviati dalla Gestapo, timorosi di esser contagiati controllarono velocemente e confermarono infine il persistere dell’epidemia di tifo.
Nel 1958 il dottor Lazowski emigrò negli USA per diventare professore di Pediatria all’Università dell’Illinois. Visse in America fino alla morte, tornando solo una volta in Polonia nel 2000 dopo aver pubblicato un’autobiografia nel 1993, intitolata “The Privare War”.
Sabino Maria Frassà per Ama Nutri Cresci
27 gennaio 2018