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“Un figlio non è un diritto a tutti i costi, è un diritto consapevole” – Nicla Vassallo, filosofa

By 22 Giugno 2015Agosto 31st, 2017Cultura, Salute

 

Oggi può avere un figlio anche una donna oltre i 50 anni, può farlo un single (uomo o donna), si può capire se un embrione è sano o meno, ecc. Del resto, come dimostrato dalla Campagna di informazione contro l’infertilità “ama nutri cresci – Nutri la tua fertilità“, ogni giorno di più lo sviluppo della scienza, della ricerca e della pratica clinica danno possibilità di prevenire l’infertilità, di concepire e di avere figli. [margin10]

Tutto ciò premesso, un figlio è un diritto a qualsiasi costo? 

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Sabino Maria Frassà (scopri chi è) ne discute con la Professoressa Nicla Vassallo (scopri chi è), filosofa, che dal 2014 collabora con ama nutri cresci (dal 2017 Responsabile Cultura). Nicla Vassallo è nota per lo schierarsi contro ogni forma di dogmatismo, per il rigore e la consapevolezza della propria funzione pubblica.

[pullquote1 align=”right” variation=”purple” textColor=”#241624″]Avevamo bisogno di leggi non per difendere la “tradizione” o la “natura”, ma per difendere ciò che ci differenzia da “essa”, la cultura.[/pullquote1]S.M. Frassà Prima di rispondere alla domanda “Un figlio è un diritto a qualsiasi costo?”, le faccio notare come il “turismo del concepimento” verso Belgio, Spagna e Turchia sia in continuo aumento. In Italia la Legge 40 (a cui abbiamo dedicato uno speciale a cura dell’Avv. Marilisa D’Amico) non permette/va tutte le pratiche di procreazione medicalmente assistita; altri Paesi europei invece hanno una normativa più permissiva e sono meta di persone in cerca di una gravidanza altrimenti impossibile: cosa ne pensa?

Nicla Vassallo La Legge 40 è stata una legge contraddittoria e penalizzante. Non solo crea una discriminazione implicita tra ricchi e poveri, ma crea problematiche psichiche e fisiche: pensiamo al  caso della diagnosi pre-impianto, che solo recentemente si è riusciti a superare non attraverso una modifica della legge, ma attraverso sentenze e battaglie legali. Mi spiace anche che il referendum per modificare la Legge 40 non abbia raggiungo il quorum. Le persone che non stavano affrontando il problema di non avere figli, probabilmente si sono disinteressate e non hanno capito che il loro “disinteresse” e l’ “egoismo” erano pensieri contraddittori e di breve termine: magari chi non è andato a votare, dopo ha dovuto affrontare il problema di non aver figli ed ha capito solo allora l’entità della questione.

S.M. Frassà Il sistema in cui si sviluppa il nostro quesito (un figlio è un diritto a qualsiasi costo?) è frutto del “disinteresse” e dell’ “egoismo” o è un giudizio diffuso, che boccia la procreazione medicalmente assistita, vista in contrapposizione con il concepimento e la procreazione naturale?

Nicla Vassallo Ci sono due riflessioni da fare:

  1. rapporto tra l’idea di natura e quella di tradizione;
  2. contesto sociale e culturale in Italia.

Per quanto riguarda questo secondo aspetto, l’Italia deve far i conti con il sistema di potere temporale delle diverse religioni, in primis con l’influenza dello Stato Vaticano. In Spagna ci sono tanti cattolici quanti in Italia, ma non c’è lo Stato Vaticano; il risultato è che hanno una normativa moderna, che risponde ai reali e mutati bisogni della società.

Nicla Vassallo Chiedo quindi io a lei cos’è naturale? Cosa intendiamo per concepimento naturale?

[googleplusone size=”standard” lang=”it”] S.M. Frassà Comunemente credo che i termini “natura” e “naturale” si sovrappongano al termine “tradizione”. Nel concepimento naturale si vedrebbe la genesi della famiglia tradizionale, in cui i figli sono il frutto dell’unione tra un uomo ed una donna (vedi immagine di copertina). Il sistema normativo tenderebbe quindi a difendere la “natura” e la “tradizione”, ma lei la pensa diversamente.

Nicla Vassallo I termini “natura” e “naturale” sono termini abusati: è la scienza a dirci e mostrarci ciò che è naturale. In ogni caso cos’è la natura? C’entra con la tradizione? Assolutamente no: è un errore logico e un non senso. Lo stato di natura non è garante di nulla: è la condizione per cui ci si comporta in modo spesso violento. E’ lo stato in cui non c’è diritto. Il diritto è stato “selezionato” da noi esseri umani allorché abbiamo preferito gli aspetti culturali a quelli naturali. Avevamo bisogno di leggi non per difendere la “tradizione” o la “natura”, ma per difendere ciò che ci differenzia da “essa”, la cultura.

[pullquote1 align=”right” variation=”purple” textColor=”#241624″]Si dovrebbe parlare e riflettere maggiormente sulla differenza tra rapporto sessuale e “generazione di una nuova vita”[/pullquote1]

S.M. Frassà Natura e diritto: dall’antica Grecia con l’Antigone ci si interroga su tale dicotomia: non esistono secondo lei diritti naturali? Il concepimento naturale è migliore rispetto alle altre forme di concepimento?

Nicla Vassallo Come molti studiosi, non credo che esista un diritto naturale, universalmente valido, preesistente a ogni forma di diritto positivo. Inoltre il concepimento naturale può essere frutto e sinonimo di procreazione a volte casuale, non – o poco – cosciente. Riflettiamo quindi sul vero nodo della questione del concepimento: la coscienza e la consapevolezza. Tutta la discussione sulla procreazione medicalmente assistita porta a non considerare con la dovuta attenzione i problemi riguardanti il concepimento naturale.

Cos’è veramente importante in qualsiasi forma di concepimento?

Il post-concepimento, ovvero la genitorialità conseguente al concepimento. La genitorialità è frutto di consapevolezza e coscienza, non di casualità. Nella PMA, essendo un percorso clinico ed umano si può avere addirittura una  maggiore consapevolezza su cosa significhi procreare, nonché dei problemi correlati alla procreazione naturale. Inoltre dietro alla discussione sulla PMA si nascondono spesso logiche e stereotipi eterosessisti. Si dovrebbe parlare e riflettere maggiormente sulla differenza tra rapporto sessuale e “generazione di una nuova vita”. Riflettiamo di più sull’amore e la coppia, che determinano la genitorialità e che dovranno fornire al figlio/a gli elementi (emotivi) e gli strumenti (concettuali) per vivere bene ed autonomamente la propria esistenza.

[pullquote1 align=”right” variation=”purple” textColor=”#241624″]La famiglia non è tanto dettata da legami genetici e di sangue, ma da legami affettivi.[/pullquote1]

S.M. Frassà Ora però anche i single possono avere figli? I single possono essere – o avere – una famiglia o saranno figli mancati/sofferenti, perché al di fuori di una famiglia?

Nicla Vassallo ritorniamo così a quanto detto prima: la famiglia è quella tradizionale? Qual è la famiglia tradizionale? Il concetto di famiglia si è trasformato nei secoli: quello che noi assumiamo come famiglia tradizionale, ovvero papà e mamma con figli, è una creazione funzionale allo sviluppo industriale. La famiglia non è tanto dettata da legami genetici e di sangue, ma da legami affettivi che ogni essere umano si crea durante la propria esistenza.

I single, che decidono di avere figli, lo fanno solitamente in modo consapevole e non è detto che non si siano formati una “famiglia” di affetti e relazioni, altrettanto valida rispetto alla famiglia intesa come coppia.

[pullquote1 align=”right” variation=”purple” textColor=”#241624″]A qualsiasi costo non si fa nulla. A qualsiasi costo non si può nemmeno esistere.[/pullquote1]

S.M. Frassà Dobbiamo però ancora rispondere alla domanda di partenza e riflettere sull’ultima parte della domanda: “A QUALSIASI COSTO”. In altre parole, nonostante le evoluzioni clinico-scientifiche, oggi avere figli in tarda età o in particolari condizioni non è così facile. Non intendo solo la questione economica, ma anche quelle fisiche per la – futura – madre, per i futuri genitori e per i figli. I genitori che hanno figli in tarda età avranno le capacità di crescere i figli? Che futuro gli daranno? Tutte le tipologie di trattamenti di procreazione medicalmente assistita dopo i 40 anni sono caratterizzate da un maggior rischio di complicanze. Lei cosa ne pensa?

Nicla Vassallo Perché non viene mai criticata l’età del papà? Perché, se un uomo per esempio settantenne riesce a riprodursi con una giovane donna in età fertile, ciò non infastidisce/stupisce? Perché sono più diffusi di quel che si creda troppi stereotipi sessisti: la possibilità di un uomo di concepire-fecondare è segno di potenza sessuale, di “mascolinità”. Chiarito tale punto, per quanto riguarda la parte medica, è determinante che la persona sia consapevole delle proprie scelte: è perciò importante che ci siano canali di comunicazione – tra cui anche il vostro (amanutricresci ndr) – che aiutano a completare ed aumentare il livello di consapevolezza della scelta da compiersi. In secondo luogo, se è vero che con l’aumentare degli anni, aumentano le probabilità di complicazioni, le stanchezze e le fatiche, è anche vero che, se fosse per il calcolo probabilistico, non vivremmo e faremo ben pochi figli: qual è la percentuale che ha uno spermatozoo di fecondare un’ovocita femminile?

S.M. Frassà La nostra domanda sull’avere un figlio “a qualsiasi costo” vuole avere un respiro più ampio, che non riguardi solo la donna e l’età, ma il desiderio di avere figli perché completamento della propria umanità e che per tale ragione deve essere tutelato. Se avere figli è un diritto, ti deve essere garantito il risultato dell’avere un figlio.

Nicla Vassallo A qualsiasi costo non si fa nulla. A qualsiasi costo non si può nemmeno esistere: ogni essere deve riflettere in modo cosciente su quali siano gli scopi ed i fini della propria vita. Infine l’egoismo fa parte dell’essere umano, come anche la volontà di creare e di esorcizzare la vecchiaia e la morte. C’è chi fa figli, chi ricorre alla chirurgia plastica o chi si circonda di donne, pure giovanissime. Ogni essere vivente può esorcizzare la vecchiaia e la morte con atti generativi che non sono, per forza di cose, meramente “procreativi”; pensiamo a Virginia Wolf che alla sorella, che aveva avuto 3 figli, diceva che entrambe erano creative: l’una generava con il corpo l’altra con la propria mente.[margin10]

NOTA DEGLI AUTORI – Si tratta di un’intervista volutamente conversata con agilità. Si spera di far emergere spunti di riflessioni che permettano ad ogni lettore di trarre le proprie conclusioni. Non vogliamo quindi trasmettere certezze ed univoche risposte, ma buone domande.

In copertina un francobollo raffigurante una famiglia. Appartenente alla nota “Serie Democratica”, la prima serie emessa dalla Repubblica Italiana; tra i bozzettisti anche Paolo Paschetto, autore dell’emblema della Repubblica italiana.

Sabino Maria Frassà (scopri chi è) & Nicla Vassallo (scopri chi è