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Nicla Vassallo – l’estate dedicata alla filosofia prima dell’addio a Genova

By 25 Luglio 2021Agosto 6th, 2021Cultura

Nicla Vassallo ci racconta la sua estate tra Platone, lo sport, l’amore e il buen retiro a Roma, con l’addio a Genova.  

 

 

Milano – Genova,  25 luglio 2021

Sabino Maria Frassà (SMF): Nicla Vassallo, da https://en.wikipedia.org/wiki/Nicla_Vassallo si ricava poco di personale su di te. Come stai trascorrendo l’estate?

Nicla Vassallo: A leggere e studiare, col Green Pass, che mi consente di andare a fare spinning in palestra e a nuotare in piscina: sotto casa. Non condivido affatto l’ossessione che d’estate sia tutto possibile e che per vivere un miraggio ci si debba accalcare. È una schiavitù sociale. Quanto a me, tento di iniziare ogni giorno, spesso all’alba. Anche perché, come sostiene Paltone, “La libertà consiste nell’essere padrone della propria vita e nel fare poco conto delle ricchezze”. Le ricchezze? Quelle e queste dell’anima/psiche/cervello che si allena, e del corpo che fa sport. Senz’altro ricchezza non è recarsi in vacanza a ogni costo, e non solo, con le masse, mettendo a rischio la propria e soprattutto l’altrui vita. Si va in vacanza, come si fa qualsiasi altra cosa, se e solo se sussistono determinate condizioni. La libertà non consiste nell’agire come si pretende, sulla scorta dei propri pregiudizi e delle proprie manie. Occorre pensare bene, rispettare se stessi e le altre persone.

SMF: In ogni caso è un dato di fatto: la pandemia resiste, quasi da 18 mesi. Cosa ti manca?

Nicla Vassallo: Osservo in giro troppi egoriferiti, narcisi, menefreghisti, opportunisti, opinionisti. Mi mancano i “grazie” e i “mi scusi”, le intimità, le delicatezze, l’educazione, e pure l’arte della perfidia, che già prima scarseggiavano; sui mezzi pubblici mi mancano coloro che cedono il posto a chi ne ha necessità… e poi banale a dirsi, mi manca vagabondare per il mondo e mi manca la cultura, e il poter condividere viaggi, teatri, musei, con gli altri, specie amiche e amici, non solo in Italia. Ho sempre trovato difficile meravigliarmi da sola, sebbene sia felice di essere single da anni, per scelta.

Sabino Maria Frassà: Rischi sociale del Codiv-19 e della pandemia?

Nicla Vassallo: Come tutte le volte che ci ha travolto una pandemia, anche questa sta mostrando il lato tetro dell’umanità, anzi sta evidenziando il disumano, un lato che in ogni caso non scompare mai e che rimane sottotraccia nei momenti più fortunati. In questi tempi ho riflettuto di più e ho rivalutato parecchio: lontananza e distanza, un’agevolazione per ponderare e riscoprire le amicizie, quelle che davvero contano, ma anche per realizzare quanto i diritti umani e civili riescano a essere infranti con estrema facilità, per farli precipitare in baratri. Davvero provo sgomento su questo “trattamento” riservati ai diritti, “distratti” come siamo dall’emergenza sanitaria, economica, e “vacanziera”.

SMF: Invece da epistemologa che significato ha assunto il momento che stiamo vivendo?

Nicla Vassallo: Da epistemologa vorrei perlomeno sottolineare il sussistere di una marcata differenza tra contesto della scoperta e contesto della giustificazione. La scoperta? Se a Isaac Newton cade una mela in testa, possiede forse buone ragioni epistemiche per avvalorare la legge di gravitazione universale? Direi di no, e difatti Newton scrive non di mele, bensì l’opera “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica e la pubblica il 5 luglio 1687. Non dovrebbero cadere mele affinché la gente, troppi medici, troppi giornalisti confidino nel metodo scientifico anche per quanto riguarda il Covid-19. Ciò detto mi sono sottoposta al vaccino SARS-CoV-2 mRNa (due dosi), lo scorso aprile, quando l’università me lo ha richiesto. Da epistemologa ritengo che sia un buon vaccino? Il contesto della scoperta non è il contesto della giustificazione, la sperimentazione richiede tempo. E su chi sono stati sperimentati i vari vaccini: età degli individui, appartenenza di genere, e via dicendo?

SMF: Nell’epoca che descrivi, quali sarebbero i compiti per le vacanze?

Nicla Vassallo: Nell’essere spronati a pensare e ripensare se stessi e gli altri, al legame che ci unisce, al mondo in cui viviamo. Platone: “Se la gente parla male di te, vivi in modo tale che nessuno possa crederle”. Ci provo. L’epoca Covid ha per me costituito da subito un’esortazione, ben maggiore dell’epoca pre-Covid, a migliorarmi e a tentare di migliorare il contesto, non solo quello in cui vivo io, insieme alle persone a me care. L’educare, necessario alla mia funzione pubblica, è sempre di più tra i miei doveri imprescindibili, nonché un diritto, che deve essermi riconosciuto.

SMF: Hai firmato lo scorso anno una lettera anti-Dad

Nicla Vassallo: Sì, con Massimo Cacciari, pubblicata dalla Stampa, redatta Umberto Curi. Oltre a noi tre, vi hanno aderito Alberto Asor Rosa, Maurizio Bettini, Luciano Canfora, Donatella Di Cesare, Roberto Esposito, Nadia Fusini, Sergio Givone, Giancarlo Guarino, Giacomo Marramao, Caterina Resta, Pier Aldo Rovatti, Carlo Sini, Federico Vercellone: Dare superficialmente per assodata l’intercambiabilità fra le due modalità di insegnamento – in presenza o da remoto – vuol dire non aver colto il fondamento culturale e civile della scuola, dimostrandosi immemori di una tradizione che dura da più di due millenni e mezzo e che non può essere allegramente rimpiazzata dai monitor dei computer o dalla distribuzione di tablet”.

SMF: Il Covid come ha trasformato l’amore?

Nicla Vassallo: Mi pare che si sia ossessionati dal far sesso, che non è far l’amore. Inviterei a porre al centro e in pratica l’amore platonico. Platone, come altri pensatori e pensatrici, non appartiene alle usanze, le tradizioni… Ci si appella ad esse e si commettono fallacie logiche. Eppure, amore platonico? Non mi risulta, almeno stando al “Simposio”, ove è presente Diotima. L’amore è una “faccenda” seria, un concetto, e la concettualità non ammette nè pregiudizi, né adagi.

SMF: Ora però tutti dicono di sapere tutto…

Nicla Vassallo: Già c’è internet. Ho la fortuna di possedere alcuni strumenti per tentare di fare a meno di fake-news, leggende metropolitane, influencer. Ancora Platone:“Prima di pensare a cambiare il mondo, fare le rivoluzioni, meditare nuove costituzioni, stabilire un nuovo ordine, scendete prima di tutto nel vostro cuore, fatevi regnare l’ordine, l’armonia e la pace. Soltanto dopo, cercate delle anime che vi assomigliano e passate all’azione”.

SMF: Perché Platone?

Nicla Vassallo: La vicenda della morte di Socrate è evento che mi ha segnato fin da piccola e che ora sono tornata a reinterpretare, anche alla luce dei troppi amici e amiche mancati in questi ultimi anni: Grazia Cassarà, Attilio Giordano, Eva Picardi, Stefano Rodotà, Remo Bodei, Carlo Bernardini, Giulio Giorello, Pietro Greco, Rossella Panarese, Domenico Parisi, e non solo. In ogni caso ho da poco riletto “La vedova Socrate” di Franca Valeri.

SMF: La morte in effetti è un elemento che permea molto il nostro vivere, con la pandemia ancora di più. È d’accordo?

Nicla Vassallo: Provo piuttosto orrore e sempre più la morte del logos… Rispetto a essa non intravvedo salvezza. Il mondo in cui viviamo sta uccidendo il logos. Corsi e ricordi storici? Mah. Sa:“Le brave persone non hanno bisogno di leggi che dicano loro di agire responsabilmente, mentre le cattive persone troveranno un modo per aggirare le leggi”. La morte mi permette anche di pensare al suo “opposto” e di nuovo a pensare all’amore. Eros e Thanatos? E Amore e Psiche? Sto rileggendo “Le Metamorfosi” di Apuleio. In proposito, il famoso gruppo scultoreo di Canova presenta un difetto: la donna sta “sotto”. Le donne vengono considerate passive, ancor oggi. Una tremenda ingiustizia che in epoca Covid sta conseguendo apici da non credersi.

SMF: Un dialogo impossibile con il Covid? Una convivenza forzata?

Nicla Vassallo: Ancora Platone “Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco, che in un anno di conversazione”. Sì, ora spinning, nuoto, e pure scacchi, basket, calciobalilla, vela, jogging, e mi auguro di tornare presto a sciare in Svizzera. Ma poi la conversazione, il dialogo socratico, l’amore. Con David Hume: si esce dallo studio filosofico, dal delirio. Mentre tornando a Platone “Cantare bene e ballare bene significa essere ben educati”. Spero di essere abbastanza ben educata, ma non sono né cantare, né ballare. E allora Marlene Dietrich, Monica Vitti, Carla Fracci, Raffaella Carrà, Germanine Acogny. Maria Taglioni!

SMF: “Non entri chi non conosce la geometria”.

Nicla Vassallo: Dopo il liceo scientifico, fisica e filosofia. E amo Cartesio, il filosofo che forse conosco meglio, grazie ad Anthony Savile. Il filosofo che, nonostante il parere di alcune femministe e filosofe femministe, conferisce la mente alle donne, dialoga con una favolosa Elisabetta di Boemia, anzi lei dialoga con lui, e si reca a Stoccolma da Caterina di Svezia, la “regina mancata”, parecchio “maschiaccio e lesbica”, ora sepolta in San Pietro. La sua biblioteca: fondo Reginense della Vaticana, la sua collezione di quadri acquistata prima da Livio Odelscalchi e poi da Filippo d’Orléan, i disegni al Museo di Teylers di Haarlem. I Paesi Bassi non sono male.

Platone

SMF: “Tu guardi le stellestella mia. Potessi io diventare il cielo per guardarti con occhi infiniti.”

Nicla Vassallo: Guardo le stelle, specie in alto mare o in alta montagna, ove faccio volentieri a meno dell’inquinamento luminoso e acustico. Pur non aderendo al costruttivismo, condivido l’ecofemminismo costruttivista promosso da Janet Biehl, assai critica rispetto all’idealismo e al misticismo di troppe ecofemministe. La donna sarebbe natura? Cosa sono ed esistono le leggi naturali? Da parte mia, non posso che contare sul metodo scientifico e tentare di testimoniare le condizioni concrete in cui vivono oggi le donne nel mondo.

SMF: “Non ubbidisco dentro me a nessuno, salvo che alla ragione.”

Nicla Vassallo: Ragione ed emozione. Antonia Pozzi, Anne Sexton, Emily Dickinson, Alfonsina Storni, Sarah Kane, Amelia Rosselli, Simone Weil, Patti Smith. E non sono una separatista. Non amo Hegel, e neanche Carla Lonzi, per quanto per lei provi ammirazione. Il mio rapporto con mia madre è avvolto più o meno nella privacy, al pari dell’affettività e del suo linguaggio. “Io sono mia?” Allora posso anche affittare il mio utero? Ritengo che con la maternità surrogata si stia raggiungendo indecenti vette del patriarcato più duro e puro. Virginia Woolf non ha figliato. Il suo mal di vivere? Mi ricorda il mal di terra: lei divertente, razionale, stupefacente. Anche lei al King’s College London.

SMF: Oltre a tutto quanto mi stai raccontando, ti riconosci in qualche appartenenza?

Nicla Vassallo: Ho scelto di non appartenere ad alcun circolo, gruppo, comunità e via dicendo, eccezione fatta per quegli sportivi, solo a Fondazioni, per esempio alla Fondazione Onda e alla Fondazione Nilde Iotti, movimenti e reti seri, per esempio la rete Lenford. Non faccio politica. Ho firmato il Manifesto per un Europa per il progresso con Carlo Bernardini e per la candidatura di Ginevra Bompiani con La Sinistra alle Europe. Ho lanciato su Change.org un appello per la Zan a gennaio, se non ricordo male. Faccio parte di Donne Oltre dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla.

SMF: Insomma, se non in vacanza, come trascorrerai il “sacro agosto”?

Nicla Vassallo: Sto per lasciare dopo anni Genova, alla volta di Roma, e così sul mio comodino vi è sono di nuovo “Il bacio della Medusa” di Melania Mazzucco, “Quel che ho visto e udito a Roma” di Ingeborg Bachman, “L’attesa” di Ginevra Bompiani, mentre rivedo su Raiplay ogni denuncia di Dacia Maraini contro le violenze sulle donne, a partire dalle primissime in b/n. E tento di cimentarmi con alcune ricette contenute in “Storie in cucina” di Caterina Stiffoni, perché a Roma vorrei invitare amiche e amici a casa… Intanto terrò conferenze a Carrara per “con-vivere”, a Modena per il “Festivalfilosofia”, e a Torino per la “Biennale democrazia”.

SMF: Addio Genova: ti mancherà?

Nicla Vassallo: Perché mai? Vi sono capitata a causa di una malaugurata sorte e fatico sempre di più ad accettarne la sua letale patologia… la sua viltà, che non sono recenti. Dal primo novembre. In congedo per motivi di studio e di ricerca. Sarei dovuta andare a Londra, al King’s College, come sempre, o avrei ambito a Parigi o Barcellona, per lavorare rispettivamente con Roberto Casati, o Teresa Marques. Ma il Covid… Mi recherò così a Roma presso lo Isem/Cnr, da ricercatore associato sui gender studies. Roma è una città che amo, un buen retiro. Avrei voluto trasferirmici molti anni fa, su invito di Carlo Cellucci, in Sapienza. Roma è una mia piccola riserva indiana di amici e amiche, con cui, Covid permettendo, mi auguro di tornare a vivere. E collaborerò più da vicino con la Fondazione Basso e la Fondazione Iotti, oltre che con l’Isem.