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La tecnologia non ha colpe. Enrico Ferrazzi risponde a Nicla Vassallo

By 9 Settembre 2020Cultura

Tecnologia e cultura hanno da sempre un rapporto complicato, come testimoniato dalla riflessione di Nicla Vassallo su queste pagine in cui radicalizza una sorta di sconfitta del pensiero di fronte alle tecnologie della comunicazione. Non sono del tutto d’accordo, perché si tratta comunque di tecnologia, frutto di quel progresso attraverso cui si manifesta il genio tipico dell’essere umano. Sono un clinico e un ricercatore e la visione del mondo la mutuo quindi dall’interrogare la natura. Diciamo, sono un laico a fronte di un ordinario di filosofia, cioè sto fuori dal Tempio e ascolto da fuori i pensieri che si generano dentro.

Leggendo le parole di Nicla Vassallo mi torna alla mente l’avversione che suscitarono l’invenzione della stampa, la nascita dei movimenti protestanti, ma anche la nascita dei quotidiani nazional popolari, e della propaganda a stampa l’avvento del fascismo e del nazismo, la radio… Infine la nascita della televisione e l’opposizione dell’allora partito comunista alla partecipazione degli intellettuali alle trasmissioni televisive. La nascita delle televisioni commerciali, la nascita dei partiti dei leader…

Insomma chi era contro alle nuove tecnologie ha perso, da posizioni conservatrici, la costruzione del consenso, l’egemonia nelle visioni del futuro. Ora siamo di fronte ad un evento del tutto nuovo. Ma non lo era Gutenberg rispetto ai copisti, che biaccavano Lucrezio per scriver sopra le vite dei santi?

Ognuno dotato di uno smartphone può produrre informazioni e visioni più o meno fondate. Ma lo stesso mezzo ha prodotto Obama e Trump. Il mezzo è neutrale, esiste e basta. Sta a voi filosofi essere in grado di comunicare con nuovi mezzi. Limitarsi a dire che guardare la televisione non è come leggere un libro non può che lasciare campo agli “altri”.