
Il maestro dei gonfiabili, Franco Mazzucchelli, già presente nella collezione del Centre Pompidou e celebrato all’ultima Biennale di Venezia, torna a Milano con la mostra 2+2=5, curata da Sabino Maria Frassà. L’esposizione trasforma gli spazi della sede del Polo assicurativo del Gruppo Crédit Agricole Italia in un punto d’incontro tra finanza, arte e think tank.
Le 18 opere inedite dell’artista milanese appartengono al ciclo Bieca Decorazione: quadri gonfiabili in PVC, cangianti e interattivi, che sfidano la percezione e creano nuovi confini tra realtà e immaginazione. Un percorso pensato per far riflettere e mettere in discussione ogni assioma precostituito, a partire da quelli della geometria euclidea.
“Crediamo nell’arte come strumento di connessione con il territorio e le persone”, spiega Marco Di Guida, AD di Crédit Agricole Vita e Assicurazioni. Un concetto ribadito dal curatore Sabino Maria Frassà, che vede in questo progetto un invito ad abbracciare la leggerezza e a riflettere sulle contraddizioni del nostro tempo.
Un’esperienza immersiva, capace di unire arte, architettura e pensiero contemporaneo, ridefinendo il concetto stesso di spazio e percezione. La mostra sarà aperta al pubblico in quattro date, su prenotazione a questo link
https://www.prenotaunposto.it/it/e/5c1899/6322ef/
Qui di seguito la spiegazione del curatore della mostra, Sabino Maria Frassà
Il mondo secondo la geometria non euclidea di Franco Mazzucchelli
Franco Mazzucchelli è un artista che ha fatto dell’indipendenza un imperativo categorico. Per lui, fare arte non ha mai significato seguire un maestro, quanto piuttosto riuscire a essere consapevolmente se stessi. Diventato noto per i suoi gonfiabili in PVC, il suo gesto artistico è stato sempre caratterizzato dall’essere al di là delle regole e delle mode: non è mai stato un artista contro, semplicemente è stato un artista che ha lavorato per andare oltre, partendo da ciò che è stato prima di lui e che non ha mai negato. Una proverbiale curiosità, unita a un’innegabile manualità, lo hanno portato spesso a mettere in discussione ogni forma di assioma e postulato, troppo vicini all’essere preconcetti: “come posso fondare un pensiero su qualcosa che accetto di non poter dimostrare?” E così negli anni Franco Mazzucchelli non ha mai scardinato, ma ha fatto diversamente, sperimentando la materia nell’arte in tutte le sue forme, concentrandosi soprattutto su resine e plastiche: dai dipinti su plastica alle sculture in resina, fino ad approdare nel 1964 al PVC, che lo accompagna ancora oggi.
Negli ultimi dieci anni, tra i suoi quadri gonfiabili, denominati BD (Bieca Decorazione), si sono sviluppate due profonde sperimentazioni messe in essere per andare ancora una volta, raggiunti gli ottant’anni, al di là dei dogmi dell’arte e della rappresentazione della realtà: nel 2018 i Bifacciali, presentati per la prima volta nell’omonima mostra da Gaggenau, che ripensano il significato della pittura bidimensionale. Oggi la sede di Credit Agricole a Milano ospita le inedite “Opere non euclidee”, che sono l’occasione per l’artista di ripensare al mondo in cui viviamo senza stereotipi o dogmatici preconcetti.
La Bieca Decorazione è del resto di per sé una grande innovazione che riflette sin dalla sua nascita con ironia sul ruolo stesso dell’arte e sul suo rapporto con il design. Alla fine del 1971, Mazzucchelli realizza un’installazione presso lo Spazio Anny Di Gennaro a Milano, in cui per la prima volta appiattisce le proprie opere gonfiabili, creando una sorta di boiserie che sale dalle pareti fino al soffitto. Questi pezzi unici finiscono per arredare concettualmente un intero spazio. Questi primi esperimenti rimangono tali fino alla fine degli anni ’90, quando l’artista dà origine a un vero corpo di opere denominate BD, ovvero “Bieca Decorazione”, caratterizzate dall’essere quadri gonfiabili in PVC.
“Negli anni ’80 ho vissuto un decennio di quasi totale silenzio creativo: guardandomi intorno constatavo che la mercificazione dell’arte che avevamo tutti criticato era rimasta la regola e, soprattutto, che si mascherava il legittimo bisogno, piacere e desiderio di ogni artista di vendere le proprie opere con un apparato ideologico tanto complesso quanto incerto. La verità è che tutti gli artisti prima o poi fanno bieca decorazione. […] Qualsiasi opera d’arte, anche quella portatrice del più elevato contenuto ideologico, per me una volta appesa diventa decorazione e assume un significato completamente diverso dall’originale intenzione artistica”. Alla fine degli anni ’90, Mazzucchelli sente sempre più la mancanza di fare arte, considerando anacronistico ripetere le Azioni degli inizi. Arriva a dichiarare: “L’anima del pittore mi è rimasta e grazie alla Bieca Decorazione mi sono anche liberato dal fardello di me stesso. Con la BD mi sono riappropriato, superati i cinquant’anni, dei colori e dell’armonia compositiva”.
Il manufatto è così sempre solo il punto di partenza per altre riflessioni proposte dall’artista al pubblico, mai imposte: davanti ai suoi quadri gonfiabili ci si può, infatti, fermare, estremamente appagati, alla prima impressione artistica o scegliere di andare oltre e capire. Dietro a questa “bieca decorazione” si nasconde un approccio sempre e inevitabilmente ideologico all’arte e all’esistenza; un’ideologia leggera come l’aria che gonfia i suoi lavori, ma pervasiva, ironica e quasi disarmante.
L’ultima forma della BD ispirata alla geometria non euclidea è una sperimentazione che ha il gusto di un ritorno all’ordine, nella misura in cui l’artista arriva a riflettere su ciò che da sempre l’ha ispirato su ciò in cui ha sempre trovato conforto, la geometria. “Per me la geometria è tutto” ripete spesso Mazzucchelli. Spirali, coni, sfere, cubi, cerchi, quadrati e linee sono gli elementi costitutivi ripetuti all’infinito sin dai primi Abbandoni degli anni ’60. Oggi, ispirato dalle letture di Piergiorgio Odifreddi, l’artista indaga in modo esplicito il senso stesso dei postulati nella geometria euclidea, arrivando a proporre la possibilità di superarla o almeno ripensarla. Del resto, il suo lavoro è per natura non euclideo nella misura in cui il suo è un disegno non su una superficie piana, ma cura, essendo il PVC gonfiato. E così l’artista intuisce che il dubbio è la sua scienza e che la geometria sferica ed ellittica gli permettono di intendere e rappresentare in un altro modo la realtà.
Tutto è relativo ed è il bello della vita: mai piatta, prevedibile o uguale a se stessa o a qualsiasi regola precostituita. La “nuova” geometria proposta da Mazzucchelli in queste opere è quindi un insieme di chiari e scuri indefinibili resi attraverso la scelta di un colore cangiante metallico, che ne impedisce una definizione univoca, variando con la luce dal nero al viola al verde. La circonferenza inscritta in un quadrato si deforma in forme ovoidali racchiuse anche da rettangoli e non solo più da quadrati, le rette parallele si incontrano, tutto diventa relativo e tutto può essere messo in discussione.
Del resto, come disse il padre della geometria ellittica, Georg Bernhard Riemann: “If only I had the theorems! Then I should find the proofs easily enough.” (Se solo avessi i teoremi! Allora troverei le dimostrazioni abbastanza facilmente). Mazzucchelli, come il matematico e fisico tedesco, ci suggerisce con questi nuovi lavori che conoscere i risultati finali renderebbe più chiaro il percorso per arrivarci. Tuttavia, il pensiero migliore non è quello che giustifica ciò che si vede, ma quello che ci permette di intuire e comprendere ciò che non si vede o che ancora non si sa. Un esempio di questo è l’idea che unendo le forze e lavorando tutti insieme, il risultato sia superiore alla somma delle parti. Franco Mazzucchelli combina perciò l’antico amore per l’inclusione con l’essere al di là delle regole, dimostrandoci e insegnandoci oggi con la sua “Bieca Decorazione” che 2+2=5.