Cramum partecipa alla DesignWeek 2021 di Milano con la mostra internazionale “(LA) NATURA (E’) MORTA?” a cura di Sabino Maria Frassà. La mostra apre il 7 settembre presso la prestigiosa Villa Mirabello, aperta per l’occasione al pubblico dopo il restauro.
La mostra è il momento conclusivo dell’ottava edizione premio Cramum che si caratterizza da sempre per affiancare ai giovani artisti finalisti – nominati tra meno di un mese – artisti di fama internazionale. Quest’anno la mostra si pregia così dell’adesione di 12 artisti in mostra fuori concorso: il duo Bloom&me, Ludovico Bomben, Letizia Cariello, Gianluca Capozzi, Michele De Lucchi, David LaChapelle, Alberto Emiliano Durante, Ingar Krauss, Fulvio Morella, Paola Pezzi, Elena Salmistraro, Carla Tolomeo.
Tra le opere in mostra anche i due progetti artistici inediti di Bloom&Me e di Fulvio Morella incentrati sul tentativo di celebrare, catturare e conservare attraverso l’arte l’effimera bellezza della natura.
Bloom&me risponde alla domanda “La natura è morta?” posta dalla mostra con un ciclo di 8 opere intitolato “L’erbario apparente“, pensato come progetto site-specific per Villa Mirabello. Il duo formato da Carolina Trabattoni e Valeria Vaselli lavora su un mix di fotografia e disegno a china, e realizza una sorta di erbario in cui la natura è morta solo apparentemente. Come spiega il curatore della mostra Frassà “L’erbario ha origini antichissime; era un modo non solo per conservare le piante e i fiori, ma anche per catalogarli e confrontarli come un vero e proprio strumento di conoscenza. Il duo Bloom&Me reinterpreta l’erbario quale strumento di memoria oltre che di conoscenza. Nella memoria il reale si confonde e si fissa con la parte emozionale di ciascuno di noi; allo stesso modo le piante rappresentate “crescono” e si trasformano al di là di ciò che erano veramente. Con il loro sofisticato linguaggio le artiste cristallizzano la bellezza e l’armonia della natura nel suo splendore vitale in divenire. Tale forza è enfatizzata dallo sguardo fotografico di Carolina che ritrae i fiori sempre dal basso verso l’alto a celebrarne la grandiosità. Se grazie al suo sguardo la natura prende nuova forma, dal segno sottile (su entrambi i lati della carta) di Valeria si genera un intenso gioco di luci, ombre e rimandi caleidoscopici. In bilico tra il Magico mondo di Alice e quello di Lilliput, accompagnati dal vento sempre ritratto e fil-rouge del ciclo di opere, lo spettatore non può che perdersi in questo sogno a occhi aperti”.
Fulvio Morella è l’artista noto per esser riuscito a portare la tornitura del legno nell’arte contemporanea. In occasione della mostra “(LA) NATURA (E’) MORTA?” presenta l’inedito progetto Stone Wood: l’artista realizza per la prima volta sculture totemiche in frassino olivato che racchiudono inserti in pietra ollare della Valmalenco (Valtellina). Il curatore Frassà spiega come “secondo Fulvio Morella la natura è il più grande artista di sempre e l’essere umano non può che ispirarsi, imitare e tendere alla bellezza “naturale”. Proprio la riflessione sul significato più profondo di armonia e bellezza è una delle costanti dell’arte di Morella: se la natura spontaneamente è foriera di bellezza, l’essere umano per tendere a tale risultato deve mettere in atto uno sforzo titanico. Dietro alle forme minimali ed essenziali che contraddistinguono il suo lavoro, si nasconde perciò una costante e infaticabile ricerca tecnico-materica. Il peso di tale ricerca non traspare però mai nelle opere, che rifuggono qualsiasi orpello, di cui del resto la natura non ha bisogno. Con Stone Wood l’artista rende omaggio e riflette sulla potente bellezza dell’acqua: la forza genitrice del suo scorrere è rappresentata attraverso l’accostamento del legno alla pietra tornita. Queste opere diventano così il luogo di incontro tra natura ed essere umano che finiscono con lo scrivere insieme – con venature e intagli – un racconto che parla di meditazione, silenzio e trascendenza“..