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Modelli per un giorno: il nuovo progetto artistico del fotografo Ingar Krauss racconta Milano e l’ultima collezione Santoni

By CRAMUM
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Capita spesso che la moda investa nell’arte – e soprattutto nella fotografia – per il solo gusto di auto-celebrarsi. Non è stato così oggi alla presentazione della nuova collezione fall 2018 di Santoni edited by Marco Zanini, raccontata attraverso le immagini di uno dei fotografi contemporanei più interessanti, Ingar Krauss.

L’azienda ha avuto il coraggio di dare quasi del tutto carta bianca al genio creativo di questo enigmatico fotografo berlinese autodidatta, con mostre e gallerie in tutto il Mondo. Ingar Krauss lo scorso mese ha perciò potuto girare per quattro giorni per Milano per completare uno streetcasting alla ricerca di quei volti che hanno reso celebri i suoi ritratti. Ha fermato 19 persone invitandole a diventare modelli per un giorno (solo una non ha accettato perché stava partendo).

E qui la lungimiranza dell’azienda e del suo direttore creativo, che hanno permesso al fotografo e ai modelli di mischiare propri capi di abbigliamento con quelli della nuova collezione Santoni. Come se non bastasse dei quaranta scatti, racchiusi in una pubblicazione d’artista iper-esclusiva e a tiratura limitatissima, molti sono dedicati non ai capi d’abbigliamento, ma al paesaggio urbano milanese.

Il risultato è perciò un’autentica – e al contempo poetica – rappresentazione e celebrazione di Milano … in bilico tra nostalgia per il passato e smania di futuro, tra paura di apparire e voglia di primeggiare, tra moda, arte e sempre più design.

Sabino Maria Frassà per CRAMUM. Milano, 22 febbraio 2018 (fotografie dal one-night-show di oggi in uno storico palazzo in Via Cesare Correnti)

Non ti abbandoneró mai. Al Museo del 900 la mostra di Franco Mazzucchelli

By CRAMUM
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Franco Mazzucchelli, ritratto nel 1971 di fronte allo stabilimento dell’Alfa Romeo a Milano

Il Museo del Novecento dedica a Franco Mazzucchelli la mostra personale “Non ti abbandonerò mai” a cura di Sabino Maria Frassà e Iolanda Ratti. CRAMUM e Ama Nutri Cresci sono doppiamente entusiasti per tale evento culturale, che vede per protagonisti due storici “amici”: da un lato l’artista Franco Mazzucchelli che ha partecipato a 5 mostre promosse da CRAMUM, dall’altro Sabino Maria Frassà, direttore Artistico di CRAMUM. Proprio a “Ama Nutri Cresci” Franco Mazzucchelli aveva concesso un’ampia intervista in cui spiegava il suo rapporto con i grandi Maestri.

La mostra sarà inaugurata nella Sala Archivi l’8 marzo e rimarrà aperta fino al 10 giugno. “L’arte ha un ruolo sociale che non dovrebbe essere mai mercificato”: la mostra racconta questo imperativo categorico trasversale in tutta la ricerca dell’artista, attraverso l’esposizione di opere inedite realizzate tra la metà degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta. Per la prima in mostra una selezione di inedite composizioni bidimensionali, derivate dalle azioni degli anni ’60 e ’70, in cui l’artista assembla e rielabora fotografie di documentazione dei suoi interventi con frammenti delle stesse opere sopravvissute. Il percorso espositivo, arricchito da film dell’epoca, è un significativo omaggio all’artista e allo stesso tempo contribuisce a offrire un singolare racconto di impegno sociale e culturale in un Paese in forte cambiamento.


Non ti Abbandonerò Mai

Franco Mazzucchelli. Azioni. 1964-1979

A cura di Sabino Maria Frassà e Iolanda Ratti

Museo del Novecento

lunedì: dalle ore 14.30 alle 19.30

martedì-domenica: dalle ore 9.30 alle 19.30

giovedì-sabato: dalle ore 9.30 alle 22.30

Catalogo Silvana editoriale

www.museodelnovecento.org

 

 

 

Bando “Maglione Chiama” per curatori: Sabino Maria Frassà tra i vincitori

By CRAMUM

Sabato 16 dicembre alle ore 11, presso la Sala Consiliare del Comune di Maglione (TO), verranno presentati i progetti vincitori del concorso “Maglione chiama”, promosso dalla Regione Piemonte e dall’Associazione Asilo Bianco in collaborazione con il Comune di Maglione.

I vincitori del concorso, che presenteranno i progetti durante la conferenza stampa, sono:

– Sabino Maria Frassà – “Maglione d’artista”;
– Giovanna Maroccolo – “Weaving Maglione”;
– Samuele Briatore – “Il suono dell’arte. La voce del territorio”;
– Ilaria Macchi, Gaia Altissimo – “MaglioneInCorto”.

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Sabino Maria Frassà, General Secretary at Giorgio Pardi Foundation & Creative Director at Cramum

Tra i vincitori, Sabino Maria Frassà, direttore artistico di CRAMUM e Ama Nutri Cresci, introduce così il suo progetto “Maglione d’artista”: “In Italia siamo ricchi di arte e cultura, che a volte non si riesce a cogliere e valorizzare. Pertanto per valorizzare a Maglione quanto è stato fatto, una qualsiasi iniziativa culturale non dovrebbe porsi l’obiettivo solo e tanto di generare nuovo contenuto culturale/artistico, quanto di rafforzare ciò che è stato fatto finora, renderlo accessibile e noto. Forte è o dovrebbe essere il legame con la Regione e le sue realtà culturali d’eccellenza da Torino a Vercelli a Ivrea: proprio il pubblico e il turismo (locale ed esterno) di tali città dovrebbero conoscere e poter visitare Maglione, quale esempio riuscito di arte sociale diffusa“.

Oltre ai curatori, autori dei progetti vincitori, saranno presenti l’Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte Antonella Parigi, il Sindaco di Maglione Pier Franco Causone, il Presidente di Asilo Bianco Enrica Borghi.


Il Comune di Maglione, situato all’estremità orientale della Provincia di Torino, è famoso non solo per la produzione delle tipiche pesche, ma per un eccezionale museo di arte contemporane all’aperto.

Nel 1985 il regista Maurizio Corgnati offrì agli abitanti la possibilità di vedere e apprezzare opere d’arte contemporanea al di fuori dell’ambiente asettico ed elitario dei musei, senza vincoli di orari, biglietti, norme da osservare, semplicemente passeggiando per le vie del borgo di Maglione.

Nel tempo sono state create 170 opere, fra cui figurano lavori di Giò Pomodoro, Maurizio Cattelan, Lucio Del Pezzo, Aldo Mondino, Salvo, Piero Gilardi e molti altri.

Da alcuni anni si sente la necessità di ampliare al panorama più strettamente contemporaneo questo eccezionale patrimonio artistico, facendolo dialogare con nuovi fruitori e giovani professionisti del mondo dell’arte.

La Regione Piemonte, in collaborazione con il Comune di Maglione e l’Associazione Asilo Bianco ha promosso nel mese di novembre un concorso dedicato a giovani curatori under 35 per l’ideazione di nuovi progetti di valorizzazione dedicati a Maglione e al suo museo.

L’iniziativa ha lo scopo di iniziare un percorso di valorizzazione del borgo di Maglione e del suo patrimonio artistico attraverso un approccio partecipato e creativo.

Ai giovani curatori è stato chiesto di pensare iniziative e progetti in connessione con le numerose opere già presenti e la popolazione locale, facendo riferimento alla pratica dell’arte relazionale.

Agli autori dei quattro progetti vincitori andrà in premio la cifra di cinquecento euro ciascuno e la pubblicazione della proposta creativa in un libro dedicata a Maglione edito dall’Associazione Asilo Bianco.

A partire dal 2018 le proposte curatoriali degli autori potranno essere discusse con enti pubblici e privati interessati alla valorizzazione di Maglione e del suo museo all’aperto in stretta sinergia con la Regione Piemonte, l’Associazione Asilo Bianco e il Comune stesso, cercando di realizzare i progetti che saranno ritenuti più idonei e interessanti.

Quali forme rappresentano la realtà? A Milano la mostra di Mattia Novello

By CRAMUM
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Cramum è lieta di presentare “TUTTO TORNA – It makes sense”, mostra personale di Mattia Novello a cura di Sabino Maria Frassà presso l’AMY D Arte Spazio (Via Lovanio 9, Moscova, Milano). La mostra sarà inaugurata giovedì 30 novembre alle ore 18:00 e sarà aperta fino al 13 gennaio 2018. Mattia Novello, nato a Vicenza nel 1985, presenta una nuova serie di lavori con cui cerca di afferrare e rappresentare la complessità della realtà che ci circonda.

Come scrive Sabino Maria Frassà nel suo testo critico “Mattia Novello cerca di cogliere l’essenza della realtà, arrivando alla conclusione che il tempo sia circolare, che il presente, il passato e il futuro coesistano in un unico eterno presente, che l’infinitamente piccolo sia al contempo infinitamente grande. Quali forme possono quindi rappresentare la realtà nella sua totalità? Friedrich Nietzsche risponderebbe ricordandoci che “tutte le cose diritte mentono. Ogni verità è ricurva, il tempo stesso è un circolo”… ”.

Dall’incontro tra l’artista e la progettualità della galleria milanese AMY D Arte Spazio, da sempre impegnata nella sperimentazione di smart materials, sono nati progetti e partecipazioni, tra cui si ricordano The trasparent dream del 2014, Memorie di equilibrio del 2015, Equilibrio , Festival della Scienza di Ge, Premio Cairo 2015, Premio MIchetti 2016, LIDuP con il Politecnico di MI 2017 .


TUTTO TORNA – It makes sense
Mostra personale di Mattia Novello a cura di Sabino Maria Frassà
AMY D Arte Spazio, Via Lovanio 9 (Moscova) Milano

Inaugurazione: giovedì 30 novembre, ore 18:00
30 novembre – 13 gennaio 2018

Giulia Manfredi è la vincitrice del 5° premio CRAMUM per l’arte contemporanea

By CRAMUM
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Particolare dell’opera NIGREDO con cui Giulia Manfredi ha vinto la 5° edizione del Premio CRAMUM

Oggi 21 settembre 2017 Grande Museo del Duomo. La Giuria della 5° edizione del Premio CRAMUM, guidata dal direttore del Premio, Sabino Maria Frassà, dopo aver valutato le opere dei 10 artisti finalisti ha attribuito la vittoria a Giulia Manfredi. Con la sua opera “NIGREDO” ha rappresentato con forza, poesia ed eleganza la dualità insita nell’esistenza umana caos-ordine, vita-morte. 

L’opera sarà visibile fino al 3 ottobre 2017 al Grande Museo del Duomo all’interno della mostra collettiva internazionale LIMITI-CONFINI curata da Sabino Maria Frassà. In mostra oltre a Giulia Manfredi, tutti i finalisti del premio e gli 11 artisti di fama internazionale ospiti: Magdalena Abakanowicz, Zolt Asta, Alessio Barchitta, Ivan Barlafante, Carlo Benvenuto, Alessandro Boezio,  Francesco Casolari, Matteo Fato, Andrea Fiorino, Daniele Fissore, Ivan Grubanov, Marco La Rocca, H.H. Lim, Franco Mazzucchelli, Dario Picariello, Pamela Pintus, Francesca Piovesan, Diego Randazzo, Daniele Salvalai, Sally Viganò.[margin10]

Dario Picariello, 2° classificato del Premio CRAMUM 2017 con l’opera Mascarata

La Giuria era composta da giornalisti, curatori, critici, collezionisti, intellettuali: Matteo Bergamini, Ettore Buganza, Leonardo Capano, Giovanna Calvenzi, Julia Fabenyi, Maria Fratelli, Giuseppe Iannaccone, Rose Ghezzi, Angela Madesani, Michela Moro, Rischa Paterlini, Iolanda Ratti, Alba Solaro, Alberto Puricelli, Carlotta Gaia Tosoni, Nicla Vassallo, Giorgio Zanchetti.

Dopo Giulia Manfredi si sono classificati: Dario Picariello (secondo con l’opera “Mascarata”) e Diego Randazzo (terzo con l’opera “Tutto l’intorno del momento”).
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Diego Randazzo, 3° classificato del Premio CRAMUM 2017 con l’opera “Tutto l’intorno del momento”

A Giulia Manfredi il cubo di marmo di Candoglia, simbolo del Premio e realizzato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. Giulia Manfredi vince un percorso di crescita professionale e artistica di due anni che culminerà con una mostra personale presso lo Studio Museo Francesco Messina tra due anni.
LIMITI – CONFINI
Dal 22 settembre al 3 ottobre, 10:00 – 18:00. Chiuso il mercoledì. Ingresso da Piazza del Duomo.

Le foto di Emiliano Biondelli raccontano la mostra LIMITI-CONFINI

By CRAMUMNo Comments
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Emiliano Biondelli, cofondatore del progetto editoriale blisterZine, che da anni collabora con CRAMUM ha voluto dedicare un racconto fotografico della mostra LIMITI-CONFINI curata da Sabino Maria Frassà per CRAMUM al Grande Museo del Duomo di Milano. In mostra 21 artisti: Magdalena Abakanowicz, Zolt Asta, Alessio Barchitta, Ivan Barlafante, Carlo Benvenuto, Alessandro Boezio,  Francesco Casolari, Matteo Fato, Andrea Fiorino, Daniele Fissore, Ivan Grubanov, Marco La Rocca, H.H. Lim, Franco Mazzucchelli, Dario Picariello, Pamela Pintus, Francesca Piovesan, Diego Randazzo, Daniele Salvalai, Sally Viganò.

La mostra che indagava il ruolo e la natura dei limiti e confini nella società occidentale contemporanea, si sviluppava intorno a tre tematiche: Cercando Oltre, Sul Confine, Non siamo soli.

 

EMILIANO BIONDELLI – Nato a Ravenna nel 1976, è fotografo dal 2004 e si dedica in particolare alla ricerca sul linguaggio della fotografia stessa, utilizzando spesso sia immagini proprie che immagini “rubate” realizzate da altri autori. Il media preferenziale per i suoi progetti artistici è il libro, collabora al progetto NASTYANSTY© con Valentina Venturi dal 2008 e dal 2009 ha avviato un progetto editoriale che si chiama blisterZine.

Con CRAMUM e Sabino Maria Frassà ha realizzato la collana OLTRE edita Editrice Quinlan e i volumi della collana “La scultura e i suoi temi” del Comune di Milano e a cura di Maria Fratelli dedicati alle mostra CRAMUM (curate da Sabino Maria Frassà) allo Studio Museo Francesco Messina.

Cosa significa abitare oggi? Alessio Barchitta arriva in Sicilia con la sua “BAUEN”

By CRAMUM
[fblike colorscheme=”light”][margin10] ALESSIO BARCHITTA, ARTISTA SICILIANO FINALISTA DELL’ULTIMO PREMIO CRAMUM, TORNA IN SICILIA A BARCELLONA POZZO DI GOTTO CON UN GRANDE PROGETTO ARTISTICO PER INDAGARE IL SIGNIFICATO DI CASA E DI ABITARE

A Barcellona Pozzo di Gotto in quella che fu la Chiesa di San Vito il 15 ottobre 2017 inaugura la mostra personale “BAUEN” di Alessio Barchitta. La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione e al patrocinio del Comune di Barcellona P.G. e del Progetto CRAMUM per l’arte contemporanea. La mostra è accompagnata dai testi di Vincenzo Argentieri, Sabino Maria Frassà, Maria Cristina Galli e Giulia Vasso Menestrina.

L’artista siciliano, tra i finalisti dell’ultima edizione del premio CRAMUM tenutosi al Grande Museo del Duomo di Milano a settembre, presenta in questa mostra la conclusione di una profonda ricerca incentrata sul significato di “abitare” e di “casa” oggi. “Bauen” è una parola tedesca che significa costruire e deriva dall’ormai desueto “buan”, abitare. Abitare è inteso non come comportamento simile a mille altri, ma come condizione necessaria, derivante da “bin”, essere: l’uomo costruisce, abita, perchè “è” ed “essendo” ha bisogno di abitare, quale condizione necessaria e non accessoria. L’uomo è in quanto abita.

Sabino Maria Frassà, Direttore Artistico del Premio Cramum che ha co-curato la mostra, introduce così il progetto: “La storia che Alessio raconta è quella di un giovane che va a cercare fortuna lontano da casa, nella grande città, lottando per crescere senza perdere il forte legame con le proprie origini e con le peculiarità della propria terra. Con BAUEN cerca di tornare a casa e cominciare a ricomporre la frattura. Non a caso la mostra racconta della perdita e ricomposizione di una casa. Una casa distrutta dal tempo, testimone della stratificazione del tempo e delle storie di chi l’ha abitata, viene smembrate, ricomposta e raccontata in modo diacronico.
Alessio Barchitta rappresenta così in modo esemplare l’inquietudine delle nuove generazioni: la reinterpretazione della fragilità umana e della ricerca/assenza della casa manifestano un diffuso senso di sradicamento e di difficoltà di crescere in un mondo che non offre (più) alcuna certezza riguardo al futuro. Da questa inquietudine non scaturisce alcuna forma di nichilismo, ma anzi emerge uno sprone a rinascere ad affermarsi nonostante tutto. L’inquietudine propositiva è del resto una delle peculiarità della cultura barocca siciliana, in cui l’artista è cresciuto. Se per secoli la parola barocco ha assunto una connotazione anche spregiativa per la presunta assenza di regole e il senso di sovraccarico, nelle opere di Alessio prevale la dimensione barocca del ricostruire ciò che si è rotto e di farlo in modo grandioso, con un forte senso di illusionismo scenografico”

La mostra sarà aperta tutti i giorni dal 15 al 29 ottobre dalle ore 17,00 alle 20,00.

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“Non fermo il tempo. Imparo ad accettarlo”. A Milano la prima mostra personale di Francesca Piovesan

By CRAMUM
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Tra pochi giorni (il 7 settembre) allo Studio Museo Francesco Messina di Milano si inaugurerà la mostra personale “NOI” di Francesca Piovesan, curata da Sabino Maria Frassà all’interno del progetto CRAMUM.

Francesca Piovesan racconta così il nuovo ciclo di opere “Gli Specchianti” che presenterà in questa nuova mostra: “Le mie opere non sono fotografie che si possono modificare o migliorare: quella impressa nello specchio sono “fisicamente” io in quel momento: nello specchio lascio sali minerali, grassi, ovvero parti del mio corpo. I miei “specchi” non mi migliorano ed anzi, visti da vicino, mostrano tutte le mie naturali imperfezioni e anche quei difetti che la maggior parte delle donne preferirebbe non vedere o nascondere. In realtà non ci sono difetti: se guardo un corpo umano, non posso che perdermi in esso, nella sua insita perfezione e complessità. La nostra pelle è come una mappa straordinaria che continua a evolvere nel tempo. Con le mie opere non fermo il tempo, ma lo accetto, raccontando il tempo che passa e cercando di interiorizzare la stessa finitezza dell’esperienza umana.” 

L’artista non si limita quindi a rivisitare semplicemente lo specchio veneziano, ma lo fa evolvere, caricandolo, come ricorda il curatore Frassà “di significato e di inedita dimensione scultorea”. La parte interna di ogni opera – a prima vista una scatola di legno scuro – è ricoperta di specchi veneziani. All’interno di questi specchi Francesca, dopo averci impresso il proprio corpo, riesce a sviluppare fotograficamente la propria immagine, grazie alla reazione che avviene tra l’argento della specchiatura e i sali minerali e grassi lasciati dal corpo sul vetro.

Francesca Piovesan dopo essersi diplomata in Restauro di Dipinti Murali allo UIA di Venezia, ottiene il diploma di secondo livello in Arti Visive, indirizzo Decorazione, all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2015 vince il Premio CRAMUM. Dal 2008 partecipa a mostre internazionali in Italia e all’estero (Albania, Argentina, Croazia, Montenegro e Ungheria).


In copertina: l’artista con l’opera “Frammento (Volto)”, Francesca Piovesan, Specchio, legno e impronte, 2017. Seguono: dettaglio di “Insonne”; Frammento (Mani-Gomiti); Frammento (Capezzoli). Le riprodotte sono state realizzate in collaborazione con il laboratorio Ongaro & Fuga di Murano. Altre opere sono state invece realizzate in collaborazione con il laboratorio AAV Barbini di Murano.

“NOI” – arriva a Milano la mostra personale di Francesca Piovesan

By CRAMUM
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Francesca Piovesan, L’ALTRO (dettaglio), specchio, 2017

Milano – Il Comune di Milano, CRAMUM e Fondazione Cure Onlus presentano il 7 settembre alle ore 18:00, allo Studio Museo Francesco Messina la mostra NOI, di Francesca Piovesan, curata da Sabino Maria Frassà. La mostra è parte del progetto cramum che valorizza i migliori giovani artisti in Italia.
“NOI” indaga il rapporto tra “noi” e gli altri, tra necessità e difficoltà di relazionarsi con “L’ALTRO” nel definire chi siamo e chi/cosa sono gli “altri”. Non a caso “L’ALTRO” è anche il nome alla prima opera in mostra e del nuovo ciclo di opere specchianti: uno specchio in cui è impresso un incompiuto abbraccio “a vuoto”. In quella che fu la Chiesa di San Sisto, oggi Studio Museo Francesco Messina, Francesca Piovesan presenta così un nuovo ciclo di opere, composte da specchi all’interno dei quali è impressa e sviluppata “fotograficamente” la sua immagine.

Con la mostra “NOI”, che arriva a due anni dalla vittoria del Premio cramum, Francesca Piovesan mostra la sua crescita umana e artistica. Come spiega il curatore, Sabino Maria Frassà, “Francesca non ha più paura dell’altro: oggi riesce ad accettare e apprezzare come l’esistenza di ciascuno sia condizionata e condizionante quella degli altri. In tutte le opere di ‘NOI’ l’immagine dell’artista si sovrappone a quella dello spettatore, che non riesce più a riconoscersi allo specchio. L’artista non impone però la propria presenza e lascia che sia lo spettatore a decidere se specchiarsi o chiudere su se stessa l’opera, facendola diventare una scatola di legno nera. E’ quindi lo spettatore a scegliere in ultima istanza se vedere il noi o continuare a vedere l’io e l’altro.


Francesca Piovesan è nata ad Aviano. Oggi lavora e vive tra Aviano e Venezia. Dopo essersi diplomata in Restauro di Dipinti Murali allo UIA di Venezia, ottiene il diploma di secondo livello in Arti Visive, indirizzo Decorazione, all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Nel 2015 vince il Premio CRAMUM. E’ stata invitata in numerose mostre internazionali in Italia e all’estero (Albania, Argentina, Croazia, Montenegro e Ungheria).

Francesca Piovesan, Ottocentoventisette, 2012

NOI
MOSTRA PERSONALE DI FRANCESCA PIOVESAN
A cura di Sabino Maria Frassà, per CRAMUM
Studio Museo Francesco Messina, Via San Sisto 4
Dall’8 al 24 settembre 2017
Inaugurazione giovedì 7 settembre ore 18:00
Mart-Dom: 10:00 – 18:00
La visita è gratuita

www.amanutricresci.com
www.francescapiovesan.com

Al Grande Museo del Duomo di Milano la mostra internazionale “LIMITI-CONFINI” e la 5° edizione del Premio CRAMUM

By CRAMUM
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CRAMUM con il patrocinio e in collaborazione di Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano inaugura alle ore 18:00 del 21 settembre 2017 al Grande Museo del Duomo la mostra internazionale LIMITI-CONFINI, curata da Sabino Maria Frassà. La mostra accoglie al proprio interno anche il 5° premio CRAMUM per giovani artisti in Italia.

Il curatore e direttore del Premio, Sabino Maria Frassà, introduce così “LIMITI-CONFINI”: “La mostra come vuole la tradizione CRAMUM non cerca di dare in alcun modo risposte. Siamo tutti comparse e pubblico allo stesso tempo: nessuno è detentore della Conoscenza. Qualsiasi opera dell’intelletto (sia essa una poesia, una canzone, un’opera d’arte, un film) vivrà al di fuori e al di là del tempo e del pensiero “originale” che l’ha generata. E’ fondamentale riscoprire il rispetto per l’intelligenza del “pubblico” e rinunciare a qualsiasi aspirazione messianica: l’arte e la cultura non devono mostrare ciò che è al di là del “confine”, non devono fornire risposte addomesticate, ma devono educare a farsi domande e a riflettere prima di rispondere per andare veramente oltre i limiti propri e del proprio tempo. Spero che da questa mostra scaturiscano perciò dubbi, non certezze.”

La mostra che aprirà il 22 settembre all’interno della Chiesa di San Gottardo in Corte, nota nella tradizione della città appunto come “chiesa degli artisti”, ospita 26 opere di 22 artisti provenienti da tutto il mondo, tra cui 12 realizzate da artisti di fama internazionale: Magdalena Abakanowicz (Polonia), Zsolt Asztalos (Ungheria), Ivan Barlafante, Carlo Benvenuto, Laura de Santillana, Matteo Fato, Daniele Fissore, Ivan Grubanov (Serbia), H.H. Lim (Cina), Franco Mazzucchelli, Francesca Piovesan, Daniele Salvalai.

Al loro fianco, le opere dei dieci finalisti della quinta edizione del premio CRAMUM: Alessio Barchitta, Alessandro Boezio, Andrea Fiorino, Francesco Casolari, Marco La Rocca, Giulia Manfredi, Dario Picariello, Pamela Pintus, Diego Randazzo, Sally Viganò.

Il giorno dell’inaugurazione sarà nominato il vincitore del premio cramum da parte del comitato scientifico composto da giornalisti, curatori, critici, collezionisti, intellettuali: Matteo Bergamini, Ettore Buganza, Leonardo Capano, Giovanna Calvenzi, Julia Fabenyi, Maria Fratelli, Giuseppe Iannaccone, Rose Ghezzi, Angela Madesani, Michela Moro, Iolanda Ratti, Alba Solaro, Alberto Puricelli, Carlotta Gaia Tosoni, Nicla Vassallo, Giorgio Zanchetti.

Il vincitore vince un percorso di crescita professionale e artistica di due anni che culmina con una mostra personale presso lo Studio Museo Francesco Messina. Al vincitore sarà donato anche un cubo di marmo di Candoglia, simbolo del Premio e realizzato dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano.

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Nelle foto:
AT-TRAV-ERSO (in copertina) Daniele Salvalai, 2017
OPPOSIZIONI, Daniele Fissore, 1973
SENZA TITOLO, Carlo Benvenuto, 2017