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BANDO DELL’11° PREMIO CRAMUM – IL TEMPO DELLA TERRA

By CRAMUM

In questa pagina i materiali ufficiali dell’11° Premio Cramum “IL TEMPO DELLA TERRA”

BANDO & ALLEGATO 1  -> Bando e allegati 11 premio cramum

ALLEGATO 2 -> VIRTUAL TOUR DI TERRE MARGARITELLI

Per ulteriori informazioni – infocramum@gmail.com

Vista del possedimento di Terre Margaritelli per cui verrà selezionata attraverso il Premio Cramum 2025 l’opera site specific

CS

L’11ª EDIZIONE DEL PREMIO CRAMUM CELEBRA “IL TEMPO DELLA TERRA”

 

Cramum e Listone Giordano presentano il concorso 2025, che mette in palio un premio di 10.000 euro. L’iniziativa affronta il tema dell’age management e punta a promuovere la maturità e l’eccellenza nell’arte contemporanea in Italia. La mostra finale si terrà a Milano, mentre l’opera vincitrice sarà concepita e destinata al Parco della Cantina Terre Margaritelli in Umbria.

Milano, 25 novembre 2024 – CramumListone Giordano sono lieti di annunciare l’avvio della 11a edizione del Premio Cramum, dal titolo Il Tempo della Terra, concepito per promuovere e celebrare la maturità nell’arte contemporanea in Italia, progettando una scultura site-specifica (da esterno) per il parco della Cantina Terre Margaritelli in Umbria.

 

Quest’anno Cramum cambia pelle: dopo dieci edizioni dedicate alla promozione dei giovani talenti, il premio si apre a una nuova prospettiva che rispecchia l’evoluzione dei tempi. In un contesto in cui l’aumento dell’aspettativa di vita porta le persone a rimanere attive nel mondo del lavoro più a lungo, l’attenzione si concentra sulla valorizzazione della “maturità” professionale e sulla gestione delle diverse età – l’age management – un tema sempre più cruciale e attuale. Attraverso questa edizione, si intende contribuire a una cultura che non solo premia il talento emergente, ma che rispetta e promuove la profondità e la bellezza che nascono dal dialogo tra esperienza, crescita e rinnovamento. Il Premio si apre dunque a tutte le età e forme di creatività (artisti, designer, architetti, ecc).

 

La finale si terrà a giugno 2025 presso Arena – Listone Giordano, luogo simbolo della cultura milanese. Fin dal 1927, questi spazi hanno accolto La Penna d’Oca, non solo un ristorante ma un autentico circolo culturale, culla della cucina futurista e punto di ritrovo intellettuale.

 

La Giuria 

La giuria è presieduta da Andrea Margaritelli, Brand Manager di Listone Giordano, e diretta da Sabino Maria Frassà, curatore e Presidente di Cramum.

La giuria include esperti e figure di spicco nel mondo dell’arte, del design e dell’architettura: Tiziana D’Acchille (Direttrice Accademia Belle Arti di Perugia), Franco Mazzucchelli (artista), Fulvio Morella (artista), Marco Tortoioli Ricci (Presidente nazionale AIAP – Associazione italiana Design della Comunicazione visiva Carla Tolomeo, Luca Zevi (Vice Presidente INArch).

 

“Il Tempo della Terra”

L’11ª edizione del Premio Cramum si presenta come un concreto strumento di crescita, progettato per promuovere lo sviluppo delle competenze e favorire un adattamento resiliente a un panorama artistico e creativo in costante evoluzione e sempre più competitivo. “Siamo giovani per sempre?” si chiede Sabino Maria Frassà, Direttore del Premio, che risponde con determinazione: “No, è un’illusione e una distorsione della nostra società, che vede il tempo come un nemico da combattere. Al contrario, riconoscere e investire nel futuro è fondamentale a ogni età, permettendo al talento di emergere, crescere e restituire alla società e ai contesti culturali e aziendali i frutti di esperienze ricche e consolidate. “Il Tempo della Terra”,tema portante di questa edizione, nasce per celebrare il valore della maturità, intesa non come mera questione anagrafica, ma come sintesi di competenze, esperienze e consapevolezze. In quest’ottica, il Premio Cramum è orgoglioso di aprirsi a tutte le età di creativi, collaborando con Listone Giordano per promuovere un pensiero artistico che sappia e abbia la possibilità di andare oltre i fugaci 15 secondi di celebrità, trovando invece forza e valore nella crescita costante e nella capacità di evolversi grazie al bagaglio di esperienze accumulato. Un’arte che diventa risorsa preziosa, capace di arricchire sia l’individuo sia la collettività“.

 

Il tema del premio, “Il Tempo della Terra”, invita artisti e collettivi a presentare un progetto site-specific per una scultura o installazione permanente nel parco della Cantina Terre Margaritelli in Umbria, ispirata al tema Il Tempo della Terra. Grazie alla collaborazione con Listone Giordano, il premio mette a disposizione un contributo di 10.000 euro per celebrare un’arte capace di resistere al tempo e lasciare una traccia duratura. L’opera vincitrice, concepita per interagire con l’ambiente e durare nel tempo, rappresenterà simbolicamente un percorso di consapevolezza, rendendo visibile il dialogo tra l’uomo, la natura e il tempo che li unisce.

 

Il tema di quest’anno, Il Tempo della Terra, ci conduce verso una riflessione profonda sul nostro rapporto con il tempo, un invito a rallentare e a riconnetterci con il ritmo naturale delle cose. Questo tema trova le sue radici nella saggezza antica racchiusa nel proverbio latino Veritas filia temporis – “la verità è figlia del tempo” – che ci ricorda come solo il tempo possa rivelare ciò che è autentico e duraturo. In un’epoca caratterizzata dalla velocità, dalla continua ricerca dell’immediato e dall’effimero, il tempo torna a essere un valore prezioso. Come osserva Frassà, “ciò che è autentico e significativo si manifesta solo attraverso il lento passare delle stagioni, come frutto di maturazione e trasformazione. Nell’arte, il tempo è spesso ciò che distingue l’effimero dal duraturo, l’arte contingente da quella contemporanea, ovvero capace di trascendere il proprio tempo: i grandi capolavori sfidano i secoli, evolvendosi negli occhi e nella mente delle generazioni future, rivelando nuovi significati e continuando a emozionare anche a distanza di secoli. Il tempo, in questo senso, è capace di svelare l’essenza della vera bellezza, che va oltre l’apparenza, toccando corde più profonde e lasciando una traccia eterna, al di là del contesto storico che l’ha generata.”

 

Andrea MargaritelliBrand Manager di Listone Giordano e Presidente della Giuria del Premio, conclude: “Dopo anni di collaborazione con il Premio Cramum, siamo orgogliosi di diventare co-protagonisti di questo progetto accogliendo nella nostra realtà questa evoluzione che si propone di premiare la ‘maturità’ del talento. Il nostro bene più prezioso sono gli alberi, e con essi la consapevolezza che una forestazione e piantumazione responsabile guarda al futuro con almeno cento anni di anticipo. Insieme al curatore Sabino Maria Frassà, abbiamo concepito questo premio, dedicato al tema Il Tempo della Terra, come un invito a riscoprire un significato di bellezza autentica, solida e durevole.” Prosegue Margaritelli: “Come la terra stessa, l’arte che aspira a durare non deve temere le trasformazioni; piuttosto, come la natura, deve vivere, crescere e maturare col tempo, seguendo ritmi lenti e generosi che svelano la verità e la qualità intrinseca di ogni cosa. Il tempo, fondamentale per giudicare il vero successo, distingue ciò che è destinato a svanire da ciò che perdura, portando in luce, in definitiva, il valore eterno di un’opera e della bellezza stessa.”

 

A chi è rivolto il Premio

Il bando si rivolge a chiunque abbia dimostrato una maturità creativa indipendentemente dall’età o dalle etichette professionali: possono quindi partecipare architetti, artisti, designer e creativi di ogni forma. Le candidature, complete della documentazione richiesta, potranno essere inviate esclusivamente via email all’indirizzo infocramum@gmail.com entro il 31 marzo 2025 alle ore 23:59.

 

Requisiti delle Opere 

Le opere proposte devono essere originali e realizzate con materiali durevoli, resistenti alle intemperie e idonei all’esposizione all’aperto. Le dimensioni massime consentite per le installazioni sono 16 metri quadri di base e 5 metri di altezza. Ogni progetto dovrà includere una proposta dettagliata di budget. Maggiori informazioni nel bando.

 

Premio e Mostra dei Finalisti

Listone Giordano mette a disposizione fino a un massimo di 10.000 euro. I finalisti (selezionati in un numero da 5 a 10) avranno l’opportunità di esporre i modelli delle loro opere in una mostra tra giugno e settembre 2025 presso la “Listone Giordano Arena” a Milano o in altra sede definita dall’azienda. In occasione dell’inaugurazione della mostra, il vincitore sarà premiato con un cubo di legno, simbolo del Premio Cramum, e riceverà un premio economico di 2.000 euro. Dopo la verifica della fattibilità, Listone Giordano finanzierà la realizzazione dell’opera vincitrice con un budget massimo di ulteriori 8.000 euro.

 

Scadenze e Pubblicazione dei Finalisti 

Il termine per la presentazione delle candidature è il 31 marzo 2025. I nomi dei finalisti saranno resi pubblici entro il 15 maggio 2025. La finale a giugno 2025 a Milano.

ArtAgenda, METAMORFOSI di Stefano Cescon al Gaggenau di Roma

By CRAMUM, Cultura, Eventi

Gaggenau e Cramum portano per la prima volta a Roma l’arte di Stefano Cescon, uno dei promettenti talenti italiani, vincitore del IX Premio Cramum nel 2021. Dopo il successo delle mostre milanesi “Terra!” e “Ritmo”, la mostra “METAMORFOSI”, curata da Sabino Maria Frassà, sarà aperta fino al 20 dicembre 2024 presso il Gaggenau DesignElementi. Protagonisti della mostra sono gli inediti quadri-scultura “Metamorfosi – Travertine”, in cui l’artista combina la cera, sua materia d’elezione, con lapislazzuli e travertino, la pietra simbolo di Roma e della nostra Storia.

“Metamorfosi” spiega il curatore Frassà “è un viaggio tra fluidi istanti infiniti e nuovi miti contemporanei, che apre le porte a una nuova dimensione della pittura, in cui il classico si fonde con il pensiero alchemico, trasformando l’incertezza tra solido e liquido in pura poesia visiva. Le opere di Cescon rappresentano così una metamorfosi al contrario, dove la pietra si fa cera per raccontare la bellezza e la fragilità dell’esistenza umana“.

Per visitare la mostra:
lunedì-venerdì ore 10:30 – 13:00 / 15:30 – 19:00
Gaggenau DesignElementi, Lungotevere de’ Cenci 4, Roma

Visite aperte al pubblico solo su appuntamento previo contatto e-mail o telefonico.
E-mail: gaggenau.roma@designelementi.it
T. +39 06 39743229, +39 371 1733120

Immagine di copertina: METAMORFOSI Stefano Cescon al Gaggenau di Roma ©Francesca Piovesan, Courtesy Artista, Cramum, Gaggenau. Partner tecnico SCHIAVI S.p.A.

Vista della mostra “METAMORFOSI” di Stefano Cescon al Gaggenau di Roma ©Francesca Piovesan, Courtesy Artista, Cramum, Gaggenau. Partner tecnico SCHIAVI S.p.A.

Cramum porta in Engadina l’anarchia ordinata di Fulvio Morella e Arian Shehaj

By CRAMUM, Cultura

L’associazione Cramum e Nicoletta Rusconi Art Projects hanno aperto la mostra ORDINE alla Gallaria Sonne in Engadina, affidandone la direzione artistica al curatore Sabino Maria Frassà. In mostra a Silvaplana fino all’8dicembre due tra i maggiori esponenti dell’arte italiana contemporanea: Fulvio Morella, esposto all’INJA di Parigi per le Olimpiadi e presente nelle collezioni dell’UNESCO e della Monnaie de Paris, e Arjan Shehaj, finalista del Premio Cairo.

I protagonisti della mostra ordine, da sinistra: arjan shehaj (artista) Sabino Maria Frassà (curatore) Fulvio Morella (artista)

L’esposizione si apre con “Braillight” di Morella, un’installazione luminosa in acciaio e legno di amaranto che trasforma il braille in fonte di luce. Le opere esposte negli spazi del nuovo showroom Idem Bau esplorano il concetto di “anarchia nell’arte”, con un’apparente caos che evolve in nuovi ordini infiniti. L’arte di Morella e Shehaj, descritta come “forme infinite e anarchiche”, si distacca dai vincoli commerciali per promuovere un’espressione autentica e libera. Frassà spiega che “l’anarchia non è contro l’ordine, ma contro l’imposizione forzata di un ordine particolare”. Morella e Shehaj esemplificano questa visione con nuovi ordini formali che offrono prospettive inedite sulla nostra esistenza, in un contesto artistico di continua evoluzione tra tradizione e innovazione.

Braillight by Fulvio Morella ©cramum

Fulvio Morella, noto per portare la tornitura del legno nella contemporaneità, presenta opere che, pur sembrando astratte, offrono una sintesi di forme inusuali. Tra le sue opere esposte ci sono “Dies Romana”, “Il futuro passato” e “Buccus”, insieme a un percorso parallelo in cui trasforma l’alfabeto Braille in corpi celesti. Il ciclo “Braillight” culmina con una scultura luminosa ispirata al Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupéry.

Arjan Shehaj racconta la sublimazione del suo viaggio traumatico verso l’Italia attraverso potenti gesti pittorici basati su linee-ramo che formano intricati rovi, da cui emergono forme circolari che simboleggiano ordine nel caos. La sua evoluzione artistica è rappresentata da opere recenti dove il gesto pittorico, inizialmente intenso, si libera in movimenti leggeri.

DRITEHIJE by Arjan Shehaj – Buccus e Sipario di stelle by Fulvio Morella

Frassà conclude sottolineando come le forme anarchiche di Morella e Shehaj condividano la ricerca dell’infinito e l’elevazione della propria esistenza attraverso la luce. Morella crea nuove forme di luce e cieli notturni illuminati dal pensiero umano, mentre Shehaj dipinge la luce attraverso l’ombra e l’oscurità, trasformando l’arte in portali verso altre dimensioni. In questi nuovi ordini anarchici, l’arte ritrova la sua dimensione più pura, integrando forma e senso della vista verso l’infinito.

MOSTRA “ORDINE” di Fulvio Morella & Arjan Shehaj
INSTALLAZIONE “BRAILLIGHT” di Fulvio Morella

a cura di Sabino Maria Frassà
3 AGOSTO (opening aperto) – 8 DICEMBRE
GALLARIA SONNE
Via Maistra 21, 7513 Silvaplana, Svizzera
INFOCRAMUM@GMAIL.COM

Akumulim e DRITEHIJE by Arjan Shehaj

L’opera dedicata alle Paralimpiadi “Ailes de Mouette” entra nella collezione UNESCO

By CRAMUM, Cultura

L’opera d’arte “Ailes de Mouette” di Fulvio Morella, attualmente in mostra presso l’INJA di Parigi fino al 22 settembre, è stata donata all’UNESCO, con una cerimonia di consegna alla direttrice Generale aggiunta per l’Educazione, Stefania Giannini.

L’opera, regalata dall’Associazione italiana Cramum e dall’INJA, è stata scelta per il grande valore simbolico di inclusività e omaggio al Braille, alla vigilia delle competizioni olimpiche e paralimpiche parigine. L’UNESCO, la cui sede peraltro ospita opere prestigiose di artisti italiani come Afro, Elia Ajolfi e Arnaldo Pomodoro, ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nella diffusione dell’impiego del Braille in tutto il mondo, quale strumento vitale per la comunicazione e l’educazione delle persone non vedenti.

L’opera è stata personalmente consegnata a Stefania Giannini dall’artista Fulvio Morella e dal Presidente di Cramum, Sabino Maria Frassà, alla presenza di Liborio Stellino, Rappresentante permanente d’Italia presso l’UNESCO.

L’alto funzionario UNESCO ha accolto l’opera ricordando che: “Da sempre lo sport, insieme all’arte, è parte integrante dell’educazione dei giovani, rappresentando un tassello fondamentale per costruire un mondo migliore, ovvero il futuro. L’arte e lo sport devono essere apprezzati come portatori continui di esempi e stimoli di inclusione, costituendo la base uniforme di qualsiasi percorso educativo e di apprendimento alla cittadinanza attiva nel mondo, in linea con il mandato e i valori che l’UNESCO persegue sin dalla sua fondazione. La medaglia Ailes de Mouette di Fulvio Morella e l’intero esperimento artistico e socioculturale portato avanti dall’associazione italiana Cramum con l’INJA di Parigi sono un esempio di tale circolo virtuoso, in linea con l’impegno storico dell’UNESCO a favore della diffusione del Braille in tutto il mondo. Tale sforzo permette oggi a milioni di persone di leggere, scrivere e quindi comunicare pienamente, risultando essere una parte attiva della società”.

 

A sua volta, Liborio Stellino, Rappresentante permanente d’Italia presso l’UNESCO, ha sottolineato come: “Nell’offerta culturale ancora più ricca e diversificata che, alla vigilia delle Olimpiadi, Parigi regala al suo pubblico globale, spicca la mostra “Ailes de Mouette” dedicata alle opere di Fulvio Morella dal carattere universalmente inclusivo. Questa mostra “parla” italiano, a riprova del nesso inscindibile che lungo la nostra storia abbiamo saputo generare fra sport e inclusione. Ciò evidenzia anche l’importanza che la società civile, il mondo culturale e le istituzioni italiane hanno sempre riservato all’inestimabile valore educativo e sociale dello sport, quale piattaforma ideale su cui edificare i pilastri di una società più giusta. Anche per tale ragione, la mostra si fregia del patrocinio del Ministero per le disabilità ed è frutto dell’azione congiunta tra l’associazione italiana Cramum e l’INJA di Parigi

 

“Siamo onorati” conclude Sabino Maria Frassà, Presidente Cramum “che la ricerca di Fulvio Morella ottenga questo importantissimo riconoscimento che premia il suo profondo e innovativo impegno nell’esplorare la dimensione inclusiva e multisensoriale dell’arte. Il motto “con le mani non solo fai, ma conosci il Mondo” riflette la convinzione dell’artista che l’arte e il bello siano uno strumento per superare ciò che l’essere umano definisce come limite, ma che in realtà è soltanto frutto di una parziale comprensione della realtà in cui vive. Partendo dalla tornitura del legno, Morella ha così dato vita a opere in diversi materiali il cui comune denominatore è la necessità di impiegare più sensi per comprenderne il senso più profondo: la vista è così accompagnata dal gusto e dal tatto, ma anche dall’udito. Non solo, fondamentale è anche la collaborazione del pubblico, perché siamo tutti portatori di limiti che insieme possono non solo essere superati, ma fonte di ricchezza e diversità. Non a caso altro motto dell’artista è “dal limite all’infinito”.

 

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Significato dell’opera

La Medaglia Ailes de Mouetta è stata realizzata da Fulvio Morella, selezionato da Cramum e INJA per celebrare i 200 anni del Braille in occasione delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi 2024. Per questo motivo l’artista ha ripreso la tradizione della Medaglia, che da sempre accompagna i giochi olimpici, rappresentandone i valori di fratellanza universale, all’insegna della meritocrazia e del riconoscimento dell’eccellenza.

Sul fronte della medaglia è stata inserita la scritta nell’alfabeto “braille stellato”, ideato dall’artista, “Ailes de mouette” (scritto in francese). La scritta circonda cinque ellissi, che richiamano i cinque continenti rappresentati dai cerchi del logo olimpico. L’ellisse più interna forma la sagoma di un occhio – la sclera – all’interno della quale si trova un cerchio – l’iride – che ha come pupilla una stella. Tale stella è interpretata dall’artista come il punto singolo, ovvero la lettera “A” dell’alfabeto braille, il punto di partenza. Le forme circolari ed ellittiche sono anche lo stilema dell’artista, noto in principio per la sua capacità tecnica di tornire la forma ovale, superando un limite spesso presente in questa tecnica scultorea.

Nell’altra faccia della medaglia sono rappresentate altre forme circolari, al cui centro c’è la sagoma di un gabbiano, protagonista di diverse opere di Morella. Si tratta di un riferimento esplicito al capolavoro di Bach “Il gabbiano Jonathan Livingston”, simbolo di fraternità, vicinanza intergenerazionale e superamento dei limiti. Sopra il gabbiano, l’artista inserisce un cielo stellato, che cela enigmaticamente – in “braille stellato” – il suo motto “dal limite all’infinito” (scritto in italiano). Ogni limite è solo un passaggio per avvicinarsi alla perfezione, un lungo volo che accompagna la nostra esistenza e che non può mai avere fine.

 

Biografia dell’artista

Fulvio Morella, nato in Valtellina nel 1971, è un artista noto per la sua arte inclusiva e multisensoriale, per i quali è stato insignito nel 2023 con il premio alla Carriera Alfredo D’Andrade. La sua ricerca artistica si concentra sull’interazione tra il legno e altri materiali, con una continua esplorazione di nuove tecniche e combinazioni materiche. Dal 2019, integra l’alfabeto braille nelle sue opere, e nel 2022, in vista del bicentenario dell’alfabeto, l’ha reinterpretato dando vita al “braille stellato”. Morella è stato protagonista di numerose collettive e gli sono state dedicate mostre personali a Milano, Parigi e Roma. Sue opere fanno parte di importanti collezioni, tra cui il Museo della Monnaie di Parigi e il Kunsthistorisches Museum di Vienna.

ArtAgenda, LOVE-HATE di Enrico Antonello a Milano

By CRAMUM, Cultura, Eventi

Aperta fino al 27 agosto la mostra personale “LOVE – HATE” di Enrico Antonello. L’artista, vincitore del 10° Premio Cramum, porta fino al 27 agosto al Mercato Centrale Milano il suo “Point of View” mettendo “in luce” le contraddizioni della nostra epoca. I suoi ossimori danno vita a una poesia visiva tridimensionale e immersiva senza compromessi.

“Enrico Antonello fa dell’ossimoro” spiega il curatore Sabino Maria Frassà “la vera materia della propria ricerca di questo inedito progetto artistico, in cui ha progettato e realizzato personalmente, utilizzando la stampa 3D, dei box luminosi nei quali si possono leggere due parole opposte a seconda del punto di vista da cui le si osserva. Frontalmente, invece, è il caos, una voragine letterale che non permette alcuna lettura, obbligando lo spettatore a muoversi per riuscire a comprendere la scritta. Così come Brunelleschi selezionava con cura il punto di vista dal quale osservare la cattedrale di Santa Maria del Fiore per interpretare la sua realtà attraverso le regole della prospettiva, questo ciclo di lavori invita lo spettatore a scegliere un punto di vista preciso per la fruizione dell’opera, della quale non si potrà mai avere una visione completa. Le parole selezionate sono deliberatamente scelte tra i più comuni e stereotipati nella lingua inglese, sempre scritte in maiuscolo (qui nell’ordine del punto di vista dell’artista): OPEN – CLOSE, CLEAN – DIRTY, TRUE – FALSE, INSIDE – OUT, LIFE – DEATH, SOFT – ROCK, LOVE – HATE, GOOD – BAD, VICTORY – DEFEAT, SWEET – BITTER. Questa scelta mira a non fornire risposte definitive o formulare teorie rigide, bensì a stimolare l’immaginazione personale dello spettatore attraverso il “bombardamento” di ossimori, anche visivi, che possono essere interpretati in un numero infinito di modi, da altrettanti punti di vista. D’altronde, l’ordine tra i due elementi dell’ossimoro è mobile e fissato solamente nel titolo dall’artista. Questo libro, esso stesso opera d’arte nella e della stessa opera, è una testimonianza del personalissimo “point of view” di Enrico Antonello in un preciso e irripetibile momento.”

Enrico Antonello
LOVE – HATE

a cura di Sabino Maria Frassà
Inaugurazione mercoledì 17 luglio ore 19:00
Aperta fino al 27 agosto 2024

Mercato Centrale Milano

Via Giovanni Battista Sammartini, 2

 

ArtAgenda – Ailes de Mouette all’INJA di Parig

By CRAMUM, Cultura, Eventi

In mostra fino al 22 settembre all’INJA di Parigi l’arte inclusiva di Fulvio Morella e la sua medaglia “Ailes de Mouette”, tributo alle Olimpiadi e ai 200 anni del Braille, che entra anche nelle collezioni della Monnaie de Paris e del Kunsthistorisches Museum di Vienna.
A un mese esatto dall’inizio dei Giochi Olimpici francesi, l’artista italiano Fulvio Morella inaugura la sua mostra personale all’INJA di Parigi a cura di Sabino Maria Frassà e Stéphane Gaillard. Protagonista fino al 22 settembre sarà l’arte tattile dell’artista che ha portato la tornitura del legno nell’arte contemporanea. La mostra prende il nome dell’opera inedita Medaglia “Ailes de Mouette”, dedicata alle Olimpiadi e al bicentenario dell’alfabeto Braille. Selezionato da Cramum e dall’Institut National des Jeunes Aveugles (INJA), Morella ha realizzato quest’opera in 22 esemplari in argento con la scritta in braille stellato “dal limite all’infinito”. “Ailes de Mouette” è stata ideata quale simbolo di fraternità e inclusione universale e per tale ragione entra oggi in alcune delle più importanti collezioni internazionali, tra cui quella della Monnaie de Paris e del Kunsthistorisches Museum di Vienna.

AILES DE MOUETTE
Mostra personale di Fulvio Morella
a cura di Sabino Maria Frassà e Stéphane Gaillard
26 giugno – 22 settembre
presso INJA – Institut National Des Jeunes Aveugles
56 Bd des Invalides, 75007 Paris
Mostra aperta al pubblico su appuntamento: accueil@inja.fr | +33 1 44 49 35 35
promosso da CRAMUM & INJA

ArtAgenda, Tamara Repetto da Gaggenau a Milano

By CRAMUM, Eventi

Il brand del design Gaggenau riapre lo spazio a Milano completamente rinnovato per ospitare la mostra “Circuiti di Senso” di Tamara Repetto a cura di Sabino Maria Frassà. Grazie alla collaborazione con Cramum e DesignElementi in mostra fino al 18 luglio undici opere d’arte che fondono natura, materia e invisibilità.  Filo conduttore è il senso primordiale dell’olfatto, protagonista di questo percorso artistico-esperienziale unico nel suo genere. “Tamara Repetto” spiega il curatore Frassà “ha trasformato il profumo in opera d’arte. Combinando l’olfatto con la materia, crea un’arte multisensoriale e immersiva che diventa strumento per esplorare e far emergere la nostra interiorità più profonda e irrazionale, l’essenza di cui siamo fatti e che ci avvicina all’altro da sé.  La sua arte “maieutica” attiva un processo che ci aiuta a ricomporre tutti gli elementi che sperimentiamo nella nostra esistenza, così da ritrovarci infine più compresi, autentici e aperti agli altri in nuovi infiniti circuiti in cui l’invisibile è ora parte del nostro vivere.”

Il gesto artistico di Tamara Repetto stimola sempre un’esperienza partendo dal rapporto spesso dicotomico tra l’essere e l’apparire, concentrandosi sull’equilibrio tra il senso dominante, la vista, e il più trascurato olfatto. E’ importante ricordarsi che il prevalere della vista è frutto di uno sviluppo e costrutto socio-antropologico. Nel grembo materno, infatti, il senso della vista è il meno sviluppato e richiede mesi dopo la nascita per raggiungere la sua piena maturità. Oltre l’1% del genoma umano è dedicato invece alla percezione olfattiva: si tratta della famiglia di recettori più grande finora descritta nei Mammiferi. Non stupisce perciò che sia stato dimostrato che l’olfatto sia uno tra i più potenti stimolatori di memorie a lungo termine, soprattutto nell’ambito del comportamento sessuale e alimentare, grazie alla loro interazione con il sistema amigdaloideo.

Sin dall’antichità ad oggi il profumo è un elemento fondamentale di tanta parte dell’attività economica e sociale: dai riti religiosi all’azienda della cosmetica. L’olfatto non ha però ancora trovato forma compiuta quale media nell’arte contemporanea perché non è “conservabile”, a differenza del tatto e della vista che si basano sull’infinita possibilità di reiterare nel tempo l’esperienza grazie alla tangibilità della materia. Come posso conservare e ripetere un profumo che per definizione non ha forma?” si interroga Frassà “Tamara Repetto ha lavorato su tale limite, rendendolo parte stessa della sua ricerca artistica. La sua arte non risiede tanto nel manufatto quanto nell’esperienza – soggettiva – da esso generata in ciascun percipiente. Ciò che vediamo e che conserviamo nel tempo è una reliquia, la testimonianza di un vissuto unico che è ormai passato e non può più essere replicato. Nel comporle, come nell’antichità, l’artista interviene con una propria visione di bellezza e integrazione sensoriale, per cui l’olfatto diventa il collante di un’infinita esperienza interiore“.

Circuiti di Senso di Tamara Repetto è una mostra coraggiosa, controtendenza, che combina non solo tutti i sensi, ma anche un nuovo ruolo del design e dell’arte come motori di cambiamento e non semplice decorazione. Gaggenau e Cramum abbracciano questa visione fluida e panteistica dell’esistenza: “siamo natura” e parte di un Tutto, un continuo in cui non ci sono distinzioni tra noi e gli altri, tra il vivere e l’abitare, tra l’arte e il design design, tra un tavolo in pietra e un piano di cottura.

CIRCUITI DI SENSO
Tamara Repetto  a cura di Sabino Maria Frassà

Dal 14 maggio al 18 luglio
Gaggenau DesignElementi Hub Milano
Corso Magenta 2 (cortile interno citofono 33)

Lunedì – venerdì. Ore 10:00 – 18:30 (ultimo ingresso). Visite aperte al pubblico solo su appuntamento previo contatto e-mail o telefonico. E-mail: gaggenau@designelementi.it T. +39 02 29015250 (interno 2)

Morella e Nelli in asta per Il Volo Onlus

By CRAMUM, Cultura

Cramum sostiene per l’ottava volta l’asta Scusate il disturbo, ideata da Paolo Colonna per sostenere Il Volo. L’asta che include anche molte opere d’arte, design ed esperienze ha l’obiettivo di supportare il lavoro de Il Volo Onlus per la salute mentale. Il Volo Onlus è infatti impegnato da anni nelle attività di inserimento lavorativo a favore dei propri ospiti della comunità di Villa Ratti. E’ possibile partecipare all’asta anche in modalità online: https://ilvolo.bidinside.com/it/auc/4/scusate-il-disturbo-2024/1/ L’appuntamento in presenza è invece per martedì 14 maggio presso la Fondazione Istituto dei ciechi di Milano, via vivaio 7.

Sabino Maria Frassà, Direttore Creativo di Cramum, ha voluto selezionare quale contributo di Cramum due opere che raccontano la possibilità di andare oltre i limiti: “Oculus” di Fulvio Morella e “Radici nel deserto” di Giulia Nelli.

Dettaglio dell’opera in asta di Giulia Nelli

Giulia Nelli, nata nel 1992, è un’artista nota per la realizzazione di grandi installazione a partire dai collant. L’uso dei materiali tessili (i collant) le consente di esaltare il ruolo del gesto e della manualità , mettendola in contatto diretto con la materia. Il tessuto dei collant viene smembrato, secondo una tecnica di rottura e di scomposizione cara all’arte contemporanea, e ricondotto all’elemento basilare, il filo, che viene lavorato per costruire nuovi equilibri e armonie. Fare, disfare, annodare e riannodare è la storia e l’immagine della vita, è l’abilità  che permette alle donne delle mitologie di tutte le popolazioni antiche di ricongiungere in un’unica trama emozioni, parole e silenzi, storie e legami, memorie e speranze per il futuro. Nominata tra i 9 Artisti in Evidenza del Premio Cramum 2019, risulta vincitrice dello stesso nell’edizione 2022. E’ risultata finalista al concorso Humans 2018 Miniartextil a cura dell’associazione Arte&Arte (Como, Montrouge, Busto Arsizio e Caundry), al Premio Morlotti-Imbersago 2018 e 2021 (Imbersago e Museo della Permanente di Milano) e all’Art Prize CBM 2017/2018 (Torino e Praga).

La ricerca artistica di Fulvio Morella è incentrata sul tatto e sulla creazione di opere multisensoriali e inclusive. L’artista ricorda spesso che “con le mani non solo fai, ma conosci il Mondo”. La relazione tra vista e realtà porta l’artista ad approfondire lo studio del braille, un linguaggio inventato 200 anni fa da Louis Braille – rimasto cieco da bambino – che permette ancora oggi alle persone ipovedenti di scrivere, oltre che di leggere. Grazie anche all’UNESCO, il sistema Braille è oggi universale e impiegato per 133 lingue. La mostra donata dell’artista per l’asta è “Oculus”, che nasce come tributo all’eterno genio umano che spesso riaffiora nella Storia dell’umanità, come accaduto anche nella Città  Eterna. Con la vista e con il tatto l’opera racconta il Pantheon, che da millenni ci mette in contatto con il cielo. Ciò che rende unico questo monumento è l’oculus di 9 metri al centro della volta: non solo è l’unica fonte di luce, ma costituisce anche un accurato calendario e strumento astronomico. Nelle diverse stagioni i raggi del sole raggiungono specifiche porzioni dell’edificio, tracciando gli equinozi e i solstizi. Inoltre, la volta riproduce un sistema eliocentrico dove il sole è costituito proprio dall’oculus centrale; il motivo a cassettoni, disposti secondo cinque cerchi concentrici, rappresenta i pianeti allora conosciuti e visibili (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno).

Dettaglio di Oculus, opera in carta, braille e oro zecchino di Fulvio Morella

 

 

Betty Salluce vince il Premio Cramum Reti for Art, votata dal Personale di Reti SpA

By CRAMUM

La X edizione del Premio Cramum si arricchisce e completa con l’assegnazione del secondo premio in palio. Dopo che il 19 gennaio era stato decretato Enrico Antonello quale vincitore assoluto, il “nuovo” Premio “Cramum Reti for Art” è stato riconosciuto direttamente dal Personale della Reti SpA, che ospita presso la propria sede di Busto Arsizio la mostra “Eroi?” con le opere dei dieci finalisti. Oltre 350 lavoratori sono così diventati “giudici d’arte” e hanno avuto due mesi per conoscere ed esprimere una valutazione sul/la migliore artista in mostra. Questo processo ha portato alla selezione di Betty Salluce quale vincitrice del premio acquisizione “Cramum Reti for Art”, dotato di 2500 euro. Grazie alla generosità del Presidente dell’azienda, Bruno Paneghini, e di sua moglie, Ilenia Carnio, l’opera “Anisa” dell’artista vincitrice sarà esposta permanentemente all’interno del Campus Reti.

Entra così nella collezione Paneghini ospitata da Campus Reti “Anisa” di Betty Salluce che racconta la struggente storia di una giovane donna immigrata in Italia dal Bangladesh. L’artista spiega che “l’eroe, inteso quale figura archetipica, attraversa la cultura umana fin dalla sua codificazione. Il percorso dell’eroe è il topos alla base di qualsiasi racconto, ricalca codici che si perdono nella storia della narrativa, sia orale sia scritta.  L’eroe per eccellenza è Ulisse, che, con il suo corpo, attraversa terre e pericoli, per tornare ad una casa da cui la guerra troiana l’aveva allontanato. L’emigrazione incarna uno delle mille sfaccettature dunque dell’eroe. L’epopea del viaggio e l’incontro con una cultura altra definiscono un percorso di crescita decisivo, che al mondo si apre per sfuggire al proprio Paese, quando questo diventa un teatro vuoto di umanità e serenità. “Anisa” è, dunque, prima di tutto il ritratto di un eroe, una ragazza del Bangladesh, da cui il quadro prende il nome, ma anche un ritratto corale, che vuole dar forma visiva all’emigrazione e alla sua epopea tanto mitica quanto sofferta e ingiusta. La mano si abbandona, si mostra nel suo aspetto più intimo (il palmo), racconta il passato e promette il futuro, futuro che rimane fuori dal ricamo che ne delinea il contorno, una separazione netta quanto labile (la linea non è continua ma tratteggiata). I ricami colorati spezzano il grigiore circostante, andandosi ad intrecciare con le “linee della vita”, che nella cultura popolare rappresentano la vita umana nelle varie fasi che questa attraversa. L’artista ne crea di nuove, le moltiplica, ne cambia i percorsi, attraverso i ricami, dona ad Anisa le strade fatte e quelle solo sognate, ne celebra la partenza e ne traccia un ritorno, non ad un luogo preciso ma ad uno stato dell’animo, ad una quiete ed al silenzio dei giusti.  Un futuro in cui non c’è bisogno di eroi è l’unico futuro di pace possibile, la storia mai scritta che pone fine a tutte le storie possibili.”

Anisa, opera premiata di Betty Salluce

Premiati con una somma di denaro invece i tre lavoratori – Paolo Zaffaroni, Valentina Bandera ed Elisa Cattaneo (nell’ordine di selezione) – che meglio hanno saputo spiegare il proprio voto. Tale selezione è stata effettuata da Sabino Maria Frassà, Direttore Artistico di Cramum e ideatore di questa iniziativa, che ha spiegato così la visione che ha portato alla nascita di questo nuovo format di premio: “Il Capitale Umano è un attore imprescindibile e irrinunciabile del nostro modo di concepire il mondo non solo dell’arte. La collezione Paneghini si estende da anni in tutti gli ambienti in continuo divenire del Campus Reti, cuore dell’omonima azienda che quest’anno celebra il trentesimo anno di attività. Ho e abbiamo voluto fortemente questo nuovo ‘Premio Cramum Reti for Art’ per rafforzare ulteriormente il legame tra arte e azienda, in linea con la visione olivettiana del padrone di casa, Bruno Paneghini, secondo cui lavorare nel ‘bello’ favorisce la crescita e il benessere sia dell’azienda sia delle persone. L’arte non è (più) un semplice ornamento per le pareti del luogo di lavoro, ma può diventare motivo di ispirazione, aggregazione e condivisione. Lo è oggi, ancora di più grazie a questo Premio che ha trasformato i lavoratori in consapevoli giudici e collezionisti, con la scelta diretta e insindacabile di quale artista “far entrare” nel luogo in cui lavorano. A dimostrazione che l’arte può fare la differenza anche sul luogo di lavoro, mi ha colpito la profondità delle riflessioni dello staff di Reti sulle opere in mostra”.

Il primo classificato tra i dipendenti è Paolo Zaffaroni, che ha vinto per la riflessione proposta sulla ricerca artistica di Gisella Chaudry: “L’impressione che lascia l’opera “Punto di contatto” di Gisella Chaudry è quella di un paesaggio desolato e brullo. Se relazioniamo tale elemento al titolo dell’opera, può sembrare che il contatto degli altri lasci su di noi abbia un effetto devastante e di desolazione. Ma, se si affronta il tema da un altro punto di vista, ogni cratere può essere interpretato come un dono di una parte di sé, inteso anche come pura condivisione di esperienza, di conoscenza, di punti di vista … di emozioni. Del resto già secoli fa l’apostolo Paolo spiegava che “vi è più gioia nel dare che nel ricevere”. Ogni cratere diventa così un’opportunità e occasione per ricevere dagli altri le stesse esperienze. Tutto ciò richiama uno dei valori fondanti di Reti: creare connessioni tra le persone per ottenere insieme qualcosa di più grande della somma dei singoli”.

PUNTO DI CONTATTO opera di Gisella Chaudry

Valentina Bandera, seconda classificata, ha commento così il suo voto per l’opera “Words. Are just words?” di Enrico Antonello: “Un’opera che con le sue trasparenze si fonde con l’ambiente circostanze e interrompe lo spazio con le sue linee decise e razionali. Bastano pochi istanti per rimanere ipnotizzati dalle luci che, accendendosi e spegnendosi, guidano lo sguardo dell’osservatore tra le parole. Scatta così un’associazione di idee che dà vita ad un viaggio introspettivo. I pensieri sono continuamente interrotti dalle parole che riescono a rompere il silenzio anche se – qui – non c’è una voce a scandirle: a prenderne il posto è il rumore secco dei circuiti che si attivano e donano nuova vita e dinamicità all’opera”.

Infine, Elisa Cattaneo, arrivata terza, ha spiegato il perché del suo voto a favore di Betty Salluce: “La sua opera mi ha colpito subito per i colori sgargianti dei fili intrecciati: vivaci, vivi, vividi. Colori che evocano passione ed energia. Solo dopo ho posto lo sguardo su tutta la mano: scura, cupa, reale, normale: è la mano di una donna con tutte le sue bellezze e le sue imperfezioni. Una mano lasciata andare, affaticata, abbandonata, ma in cui scorre ancora sangue, colore, coraggio, forza, vita. Mi ha colpito questo contrasto cromatico che rispecchia la contrapposizione tra normalità ed eccezione. In fondo chi è un eroe? Una persona come me, che pur trovandosi a vivere eventi straordinari nel bene e nel male, non può che rimanere sempre nell’intimo una persona normale”

A Gaza è morto il Maestro Fathi Ghaben

By CRAMUM, Cultura

Il maestro dell’arte palestinese Fathi Ghaben è scomparso a Gaza il 25 febbraio 2024. Rinomato per le sue vibranti opere sulla NAKBA e per celebrare la cultura e la resistenza palestinese, è deceduto a Gaza il 25 febbraio. Nonostante le suppliche dei suoi cari di trasferirlo per cure mediche al di fuori della regione assediata, le autorità israeliane non hanno agito. Ghaben, settantasettenne, combatteva problemi respiratori, rendendo la respirazione difficile. Il Ministero della Cultura palestinese ha descritto la sua scomparsa come “una perdita per l’arte palestinese”, sottolineando la necessità per lui di ricevere cure mediche al di fuori di Gaza a causa della mancanza di farmaci e ossigeno. Tuttavia, le autorità di occupazione hanno rifiutato di permettergli di lasciare la Striscia. Poche settimane fa la sua casa e il suo studio erano stati distrutti dai bombardamenti israeliani: molte le sue opere perse, tra cui quasi tutti i Murales di Gaza e i quadri presenti nello studio.

Fathi Ghaben notte

Appassionato sostenitore dell’educazione artistica, ha insegnato arte alla scuola islamica Al Naser per 13 anni, è stato membro fondatore dell’Associazione degli Artisti di Gaza e ha istituito il Centro d’Arte Fathi Ghaben. Consigliere del Ministero della Cultura, ha decorato numerosi murali. Nel 2015, è stato onorato dal governo palestinese con l’Ordine della Cultura, della Scienza e delle Arti e ha ricevuto la Medaglia della Spada di Canaan da Yasser Arafat, insieme al Premio di apprezzamento annuale dei Media Freedom Awards dalla Palestine Press House. Ha ricevuto anche diversi riconoscimenti internazionali, tra cui l’Ordine di Hiroshima e l’Ordine della Federazione Mondiale delle Società di Tokyo.

Sabino Maria Frassà – 10 marzo 2024

Fathi Ghaben