COSA AUGURARSI E COSA ASPETTARSI DA QUESTO NUOVO GOVERNO? SEMPLICEMENTE IL BUON SENSO, IL SAPER E POTER ALLOCARE LE RISORSE SEMPRE PIU’ SCARSE IN BASE AL MERITO, A PRESCINDERE DA: PARTITI, ETA’, SESSO, ETNIA!
Sostenere i giovani non vuol dire sostenere tutti i giovani, ma creare quelle condizioni che permettano, a chi se lo merita, di “crescere”.
S.M. Frassà (scopri chi è?)
[fblike layout=”standard” send=”true” show_faces=”true” font=”lucida+grande” colorscheme=”light”] [margin10]Rileggendo il 1° articolo di “ama nutri cresci” “I NOSTRI RICERCATORI? GIOVANI VECCHI IN CERCA DI UNA LORO NAVE” (segue l’articolo) del 22 novembre 2011, emerge chiaramente che poco è cambiato. Anzi qualcosa è anche peggiorato ed i giovani continuano a non stare bene in Italia; l’Italia continua ad esser in cerca di qualcuno che la guidi veramente e che non abbandoni la nave subito prima del naufragio!
I giovani in Italia son mis-trattati, non gli viene dato spazio e le logiche che determinano il successo son al quanto sfuggenti. Prescindendo dalle singole persone nominate al Governo, stupisce però sentire parlare di “quote rosa”, “quote giovani” ed ora delle “quote etniche”. Speriamo che la necessaria ricerca del consenso – per ora inter/intra partiti – si traduca in qualcosa di meglio, di maggior contenuto, perché sostenere i giovani e lo sviluppo del paese non significa sostenere tutti i giovani; significa creare quelle condizioni che permettano e garantiscano, a chi se lo merita, di “crescere”.
[googleplusone size=”standard” lang=”it”]Auguriamoci che prevalga la logica del merito nell’allocazione delle risorse sempre più scarse.Auguriamoci trasparenza e non censura (sia del web sia intellettuale ad ogni livello).
Auguriamoci di veder i migliori giovani, donne ed immigrati andare avanti e non tutti i giovani, tutte le donne e tutti gli immigrati. Il potere e la politica non devono essere uno spaccato di società; devono rappresentare il meglio e/per il motore del Paese.
Aspettiamo ora che la nave-zattera Italia venga guidata in modo – almeno – adeguato.
L’articolo del 22 novembre 2011: “IN ITALIA SI E’ GIOVANI A 40 ANNI”
Una nave ha bisogno di un Comandante che non imponga ma faccia vedere la strada, che la spinga dove non è mai arrivata. La Storia dell’uomo è stata da sempre popolata di comandanti eroici, capaci, di uomini e donne che erano le giovani promesse del mondo che vivevano.
In Italia si è considerati giovani fino a 40 anni e i giovani in Italia non sono i condottieri che guidano il Paese, bensì precari “incaricati” e mai realmente al vertice. Sono i trentenni e quarantenni laureati, che sempre più spesso son costretti a rimanere in casa con i genitori.
Questi giovani vivono in una linea d’ombra, in attesa di una loro nave, che sempre più spesso è un viaggio di sola andata per l’estero.
La nave dell’Italia è la Ricerca, lo sviluppo e il futuro del nostro Paese. Solo 4 professori universitari su 100 hanno un’età inferiore a 34 anni (in Europa son 21) solo 8 laureati su 100 sono “scienziati” (in Europa sono 14) solo 2 su 100 immigrati sono laureati che vengono in Italia per portare il loro sapere (in Europa sono 10).
L’Italia prepara ottimi ricercatori, ma non lascia loro né il comando né le navi su cui solcare nuovi mari.
Cosa accade? Il comando si ha su una nave, non su una zattera, senza l’ “olio” per affrontare le tempeste, senza le mappe per non perdersi e senza porti sicuri per ripararsi e mostrare le merci.
La remunerazione italiana è un terzo in meno rispetto alla media europea. A mancare non è però solo la remunerazione; incerto è infatti il riconoscimento del merito e la condivisione di un “sentimento”, una cultura della ricerca: quanti genitori spingono il proprio figlio a fare il ricercatore, in quanto fondamentale per il bene comune? Quale genitore vede in un ricercatore il Cristoforo Colombo del XXI secolo?
La Fondazione Giorgio Pardi cerca da 3 anni di far uscire i nostri vecchi giovani da questa linea d’ombra e di farli diventare i nuovi comandanti.
Aiuta quindi alcuni tra i più bravi marinai – fin’ora una quarantina di ricercatori e medici – fornendogli una vera nave, l’olio e porti sicuri:
• un posto di lavoro adeguato che gli faccia conoscere tutto il mondo trattenendoli in Italia;
• la collaborazione e del fare sistema (FGPricerca il primo scientific e social network con strumenti operativi per la ricerca);
• meritocrazia e trasparenza (tutor, ma anche regole, scadenze e valutazione continua)
• l’apprezzamento e il riconoscimento sociale (la centralità dei nostri giovani nella comunicazione verso l’esterno, nei congressi e lo spazio alle loro nuove idee).
Sabino Maria Frassà, Segretario Generale della Fondazione Giorgio Pardi – 22 novembre 2011