
“Kurdistan 1914-2025, una ferita nel cuore del Medio Oriente” è il titolo dell’incontro che si terrà venerdì 21 febbraio alle ore 17.00, presso la Sala Frasnelli della Biblioteca Comunale di Cavalese. L’evento (ingresso gratuito) dedicato alla questione curda è organizzato dal Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese in collaborazione con il Comune di Cavalese, la Biblioteca Comunale, la Fondazione Museo storico del Trentino e Prometeogallery Ida Pisani. Interverranno Tommaso Baldo, storico della Fondazione Museo storico del Trentino, Elsa Barbieri, direttrice del Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese, Zehra Doğan, artista curda, e Ida Pisani, gallerista e fondatrice di Prometeogallery Ida Pisani. Queste ultime parteciperanno in collegamento rispettivamente da Malta e Madrid.
La questione curda rappresenta una delle vicende più dolorose e irrisolte del Medio Oriente. Il popolo curdo, diviso tra Turchia, Iran, Iraq e Siria, ha vissuto un secolo di lotte per il riconoscimento della propria identità e dei propri diritti, pagando un alto prezzo in termini di persecuzioni e tentativi di assimilazione. «La situazione odierna del Kurdistan e del Medio Oriente è frutto di quanto accadde oltre un secolo fa. Oggi, la lotta del popolo curdo e delle altre comunità che vivono al suo fianco per costruire l’autonomia democratica è un elemento centrale per la pace in Medio Oriente e per la democrazia a livello mondiale», afferma Tommaso Baldo.
L’incontro sarà arricchito dalla presentazione dell’opera Sarma klar 3 (Ivies 3) di Zehra Doğan, realizzata durante il periodo di detenzione nel carcere di Diyarbakir e attualmente esposta al Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese. Per l’occasione, il lavoro sarà trasferito nella Sala Frasnelli, dove la direttrice Elsa Barbieri ne approfondirà il valore storico e artistico. L’artista, accusata di propaganda per l’organizzazione terroristica PKK e incarcerata per quasi tre anni, ha continuato a creare arte in prigione, utilizzando materiali di fortuna e trasformando la propria esperienza in un atto di resistenza e denuncia.
«Zehra Doğan racconta la storia del popolo curdo attraverso le sue opere, testimoniando le lotte e le sofferenze di una comunità privata della propria terra e dei propri diritti», afferma Elsa Barbieri. L’arte di Doğan è un ponte tra memoria e presente, un grido di libertà e autodeterminazione che si lega a doppio filo con il tema della mostra di Thomas De Falco, dedicata alla natura come metafora della resistenza.