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Art Agenda – A Milano le performance al femminile con “You owe me one”

By 27 Gennaio 2023Febbraio 2nd, 2023Eventi
Art Agenda "You owe me one"

Art Agenda oggi vi racconta “You owe me one” la nuova mostra presentata alla Prometeo Gallery di Milano che ha per protagoniste le performance di cinque artiste di fama: Maria José Arjona, Silvia Giambrone, Regina José Galindo, Maria Evelia Marmolejo, Mary Zygouri.

Art Agenda You owe me one

You owe me one. Installation view at Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano. Ph. Erjola Zhuka

Di cosa parla la mostra?

Tema della mostra è raccontare con il corpo l'”essere in difetto, in colpa, in debito“. Come illustra il testo di Elsa Barbieri “Si ha come l’impressione che ogni forma di vita si configuri come una risposta a tale condizione. Esistono scelte, consapevoli, in grado forse di emendare simile fenomeno che, da un punto di vista individuale parimenti a uno collettivo, investe l’esistenza di ciascuno? Non solo ciò che sottrae ai singoli e alle comunità il controllo del proprio destino è ben radicato nell’umano, ma sembra che le sue origini materiali debbano essere rintracciate sul piano culturale, ovvero filosofico, antro-politico e religioso”.

Il percorso espositivo

Art Agenda You owe me one

You owe me one. Installation view at Prometeo Gallery Ida Pisani, Milano. Ph. Erjola Zhuka

Il percorso espositivo si snoda attraverso cinque differenti letture attraverso cui si vuole tentare di ricostruire la storia dell’essere in debito, riconoscendo le maschere che le sue origini hanno assunto nel corso della storia occidentale. L’adesione al potere, volontaria, inconsapevole, tanto più assoluta quanto più confusa con la fidu- cia o il credo, definisce il rapido passaggio da affermazione di sé ad assoggettamento, da condotta di vita a coercizione. La teologia, la storia, la filosofia politica, l’economia: ogni disciplina sembra avvallare tutte quelle dinamiche che nella nostra società e nel nostro tempo hanno fatto dell’indebi- tamento delle singole vite la condizione del loro stesso dominio. A farne le spese sono i corpi, strumento privilegiato di Maria José Arjona, Silvia Giambrone, Regina José Galindo, Maria Evelia Marmolejo e Mary Zygouri per svelare le logiche inquietanti con cui il potere fa presa sulla natura umana, negando i diritti fondamentali sanciti dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” del 1948.

Cosa resta di una performance?

Peculiare aspetto della mostra è la riflessione filologica su cosa rimanga di una performance, non solo in termini di documentazione, fotografica, video e oggettuale, ma anche e soprattutto come un percorso sacrificale di rivendicazione. Elsa Barbieri ci fa così riflettere su come “l’uso del corpo è l’estremo tentativo, dei corpi, per essere riconosciuti come soggetti ed esprimere metaforicamente la disperazione, soprattutto se privati di ogni mezzo per far sentire la propria voce”.

La mostra lascia lo spettatore con una riflessione conclusiva con le significative parole che chiudono il testo critico “Possa l’uomo liberarsi dalla fedeltà morale nei confronti di un sociale discriminante e discriminatorio. Mai dimenticando, però, di essere in difetto, in colpa, in debito.”

Dove e quando

Mostra visitabile fino al 9 marzo alla Prometeo Gallery Ida Pisani di Milano in Via Privata Giovanni Ventura, 6 (20134) | Telefono: 02 8353 8236

Sabino Maria Frassà, mostra visitata il 26 gennaio 2023