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Antonella Romano tra i finalisti del 7° Premio Cramum con ABBANDÒNÀTI

By 30 Luglio 2019CRAMUM

Antonella Romano è tra i 12 finalisti della 7^ edizione del Premio Cramum insieme a Daniela Ardiri, Ludovico Bomben, Yinglu Chen, Federica Cipriani, Cristina Cusani, Alessandro Di Massimo, Luca Marignoni, Miriam Montani , Niccolò Moronato, Antonella Romano, Federico Polloni, Sio Takahashi. 

Conosciamo di più il suo lavoro e l’opera candidata in vista della “finale” che si terrà sabato 14 settembre in occasione dell’inaugurazione della mostra “Il cielo sopra di me e dentro di me che cosa” a cura di Sabino Maria Frassà.

Antonella Romano è nata nel 1986. Si laurea a Roma in Relazioni Internazionali e Law and Economics. Ha frequentato lo studio dell’artista Alberto Parres e ha proseguito lo studio delle arti visive alla Rome University of Fine Arts – RUFA, con particolare attenzione al figurativo. Il suo lavoro è segnato da un forte interesse per gli studi sociali; in particolare, si concentra sul rapporto individuo-contesto e sullo sviluppo della società attorno al soggetto. La ricerca muove dal bisogno di esplorare il labile confine che si trova tra il familiare e l’estraneo, soffermandosi introspettivamente sul concetto di casa nelle sue diverse dimensioni: reale, immaginaria e simbolica. L’interesse si colloca, inoltre, sulla definizione di identità, di come essa sia influenzata dal contesto sociale, politico ed economico. Nei suoi lavori sceglie di unire differenti tecniche e materiali per rendere un carattere emotivo peculiare della composizione, passando per la logica della decomposizione, sia reale che simbolica. I soggetti sono reinterpretati alla luce dei loro rapporti relazionali, intessuti simbolicamente anche di luce, sfondo e materia.

L’artista partecipa come finalista al 7° Premio Cramum con “ABBANDÒNÀTI”. Si tratta di un’installazione creata tra il 2018 e il 2019. Una corona di capelli, lasciati per strada da persone sconosciute, fa eco alla dimensione sacra, con la sua funzione definitrice e di attribuzione di senso. I capelli, tenuti insieme da 40 forcine, rimandano al tema della maternità prendendo la forma di un nido rotto. La massa raccolta è protetta da una campana di vetro forata da 9 forcine, con un richiamo alle cure domestiche e alla sfera religiosa della tradizione partenopea per i presepi e le reliquie. Il lavoro indaga le forme di ambivalenza contenute nel concetto di abbandono, inteso sia come atto del lasciare per sempre che come affidamento totale all’altro. 


I Promotori della 7° edizione del premio Cramum sono Fondazione Cure Onlus – patron del premio – il Comune di Varedo e la Fondazione Versiera 1718, rappresentati nella Giuria dall’architetto Isabella Maffeis. Il Premio ha ottenuto il patrocinio di Veneranda Fabbrica del Duomo, Istituto Confucio Università degli Studi di Milano, Studio Museo Francesco Messina. Il Premio ha infine ottenuto il supporto di Ventura Projects ed Enoagriturismo Giacinto Gallina.

Il Comitato scientifico, cuore della giuria del Premio, decreterà il vincitore/la vincitrice del Premio il giorno dell’inaugurazione. Oltre agli artisti fuori concorso fanno parte del Comitato: Ettore Buganza, Cristiana Campanini, Paola Capata, Antonella Cattani, Camilla Delpero, Riccardo Fausone, Maria Fratelli, Federico Giannini, Giuseppe Iannaccone, Rose Ghezzi, Angela Madesani, Isabella Maffeis, Emanuele Magri, Achille Mauri, Fiorella Minervino, Giovanni Monzon, Annapaola Negri-Clementi, Rischa Paterlini, Iolanda Ratti, Fulvia Ramogida, Michela Rizzo, Elisabetta Roncati, Mario Francesco Simeone, Alba Solaro, Caterina Tognon, Francesca Tribó, Lorenzo Uggeri, Nicla Vassallo, Giorgio Zanchetti. Al voto non prenderà parte il Direttore del Premio, tranne in caso di pari merito.