Alcuni farmaci sono una minaccia per la fertilità e rischiano di ridurre la capacità riproduttiva dell’uomo e/o della donna. Molto spesso si parla e si sente dire dei “pericoli” dei farmaci in gravidanza (a causa dei noti farmaci teratogeni), molto meno viene detto riguardo ai “pericoli” dei farmaci anche prima della gravidanza. La maggioranza degli studi che studiano tale relazione sono eseguiti in laboratorio (in vitro e sugli animali). Disponiamo di poche verifiche sugli esseri umani riguardo all’effetto di alcuni farmaci sulla fertilità dell’uomo e della donna. E’ quindi una materia in continua evoluzione in cui la ricerca clinica e di base giocherà un ruolo fondamentale.
Questo articolo si sofferma proprio sulla correlazione tra farmaci ed infertilità. A cura di L. Mandia, E. Clementi. Revisione: S.M. Frassà
Alcune regole generali: alcuni farmaci possono alterare l’equilibrio del sistema riproduttivo, esercitando un effetto negativo, temporaneo o permanente, sulla fertilità sia maschile sia femminile, rendendo meno probabile il concepimento. I farmaci presentano una tossicità che dipende sia dal tipo che dalla dose di farmaco somministrato. Inoltre il danno dipende anche dall’età del paziente al momento in cui è avvenuta l’esposizione, per i pazienti più anziani infatti il metabolismo dei farmaci può essere rallentato ed essi sono più suscettibili ai loro effetti tossici dei Infine risultano importanti anche le caratteristiche genetiche.
Quali farmaci esplicano una azione tossica a livello dell’apparato riproduttivo maschile? I farmaci più ampiamente studiati sono senza dubbio i chemioterapici utilizzati nella terapia antitumorale. Tra gli agenti maggiormente implicati vanno annoverati gli agenti alchilanti, tra cui la ciclofosfamide, il clorambucil, il cisplatino e il busulfano. E’ tuttavia doveroso sottolineare che numerosi pazienti affetti da tumori, quali ad esempio il linfoma di Hodgkin o alcune forme di leucemia, dimostrano alterazioni delle spermatogenesi già prima dell’ inizio della terapia (generati quindi dalla malattie stessa). Alcuni antibiotici, hanno mostrato effetti deleteri sulla spermatogenesi. Tra gli antibiotici, somministrazioni a lungo termine di nitrofurantoina possono causare arresto della maturazione degli spermatozoi, ma alle dosi comunemente prescritte tale farmaco viene considerato sicuro. Altri antibiotici, quali alcuni macrolidi, alcuni aminoglicosidi, le tetracicline e alcuni fluoriochinoloni (per esempio l’ofloxacina) hanno mostrato effetti negativi in laboratorio, ma mancano studi sui loro effetti sull’uomo. Nella maggior parte degli uomini che assumono sulfasalazina, prescritta per il controllo delle malattie infiammatorie intestinali, si può osservare una riduzione della motilità degli spermatozoi ed una aumento di forme morfologicamente alterate. Di solito questi effetti sono reversibili entro 2 mesi dalla sospensione della terapia. Alcune terapie ormonali possono interferire con il controllo della spermatogenesi, come ad esempio la terapia di deprivazione androgenica con GnRH utilizzata nella cura del tumore prostatico, la somministrazione di testosterone o derivati, utilizzati oltre che come farmaci, anche come anabolizzanti per l’aumento della massa muscolare negli sportivi. Infine, tra farmaci che inibiscono le funzioni sessuali, alcuni risultano comunemente prescritti. Tra gli antipertensivi, i beta-bloccanti per esempio, sono associati a disfunzione erettile, mentre gli inibitori della ricaptazione della serotonina, prescritti per la cura della depressione, possono portare alla riduzione della libido e all’ anorgasmia. In che modo alcuni farmaci alterano la funzione riproduttiva maschile? I meccanismi attraverso i quali i farmaci danneggiano la fertilità maschile sono molteplici. E’ possibile identificarne almeno tre principali. Alcuni farmaci esercitano un effetto negativo diretto sulla produzione degli spermatozoi o sulle cellule progenitrici, altri interferiscono sui meccanismi ormonali di controllo di tale processo. Infine è possibile che alcune sostanze alterino la funzione sessuale, impedendo l’erezione, l’eiaculazione o riducendo la libido. Quali farmaci esplicano una azione tossica a livello dell’apparato riproduttivo femminile? Anche per l’apparato riproduttivo femminile tra i farmaci che si sono dimostrati più tossici troviamo alcuni chemioterapici, soprattutto gli agenti alchilanti sopracitati. Alcuni studi hanno valutato la funzione riproduttiva in donne sottoposte a chemioterapia con tali farmaci, mostrando una riduzione del numero complessivo degli ovociti, una alterazione della concentrazione ematica di alcuni ormoni e la scomparsa momentanea o definitiva della ciclicità mestruale. I farmaci antiepilettici, soprattutto quelli meno recenti, quali il valproato, possono ridurre la fertilità mediante modificazioni ormonali complesse. Anche in questo caso è doveroso sottolineare che in alcuni casi le pazienti affetti da epilessia mostrano modificazioni della funzionalità riproduttiva indipendentemente dalla terapia. Tra i farmaci maggiormente implicati nel blocco dell’ovulazione vanno citati alcuni inibitori delle ciclossigenasi, farmaci da banco e comunemente conosciuti come farmaci antinfiammatori non steroidei. E’ possibile che tali farmaci assunti nel periodo periovulatorio possano interferire con tale processo o con il concepimento. E’ possibile valutare la “funzione riproduttiva” in pazienti che abbiano eseguito una terapia considerata tossica per l’apparato riproduttivo? Certo. E’ necessario rivolgersi al proprio medico di fiducia, il quale attraverso l’ anamnesi e la visita valuterà la necessità di esami specifici, quali ad esempio esami ormonali, uno spermiogramma nell’uomo oppure un’ ecografia per la valutazione dei follicoli ovarici nella donna. Infine, se il tipo di patologia lo consente, potrebbe essere opportuna la sostituzione del farmaco, o la sua eventuale sospensione, da valutare insieme al proprio medico. In che modo alcuni farmaci alterano la funzione riproduttiva femminile? Anche i meccanismi attraverso i quali alcuni farmaci danneggiano la fertilità femminile sono numerosi. L’azione principale riguarda la tossicità sulle cellule che rivestono l’ovocita, chiamate cellule della teca e della granulosa, le quali formano il follicolo ovarico e ne controllano l’attività. E’ anche possibile che alcuni farmaci danneggino direttamente il DNA degli ovociti. Vi sono infine farmaci che impediscono o interferiscono con l’ovulazione.
QUALI FARMACI SONO DANNOSI?
Farmaci associati a danni permanenti a carico di ovarico e/o testicolare | |
Clorambucil | chemioterapici |
Ciclofosfamide | chemioterapici |
Busulfano | chemioterapici |
Procarbazina | chemioterapici |
Doxorubicina | chemioterapici |
Farmaci associati a riduzione temporanea della fertilità | |
Valproato | epilessia |
Sulfasalazina | malattie infiammatorie intestinali |
Analoghi del GnRH-Ormoni steroidei | utilizzato come anabolizzanti e cure tumorali prostatiche |
Nitrofurantoina | antibiotico |
Necessitano di ulteriori studi negli esseri umani | |
FANS | antiinfiammatori non steroidei |
Doxicilina, Fluorochinoloni (Ofloxacina) e Eritromicina | antibiotico |