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“SUL CONFINE, ON THE EDGE” – un libro per riflettere sui propri limiti e confini

By 29 Settembre 2017Gennaio 21st, 2018Cultura
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Al Grande Museo del duomo di Milano ​CRAMUM ed Editrice QUINLAN hanno ​presentato “SUL CONFINE, ON THE EDGE” libro curato per CRAMUM da Sabino Maria Frassà con testi di Eugenio Borgna, Nicla Vassallo, Sabino Maria Frassà, Stefano Ferrari e Raffaella Ferrari. Queste riflessioni sono alternante da opere d’arte contemporanea di 22 artisti: Magdalena Abakanowicz, Zolt Asta, Alessio Barchitta, Ivan Barlafante, Carlo Benvenuto, Alessandro Boezio,  Francesco Casolari, Laura de Santillana Matteo Fato, Andrea Fiorino, Daniele Fissore, Ivan Grubanov, Marco La Rocca, H.H. Lim, Franco Mazzucchelli, Dario Picariello, Pamela Pintus, Francesca Piovesan, Diego Randazzo, Daniele Salvalai, Sally Viganò.

 Sabino Maria Frassà, che ha ideato e curato il libro, spiega che: “SUL CONFINE, ON THE EDGE” non è critica aprioristica ai limiti e ai confini, ma un invito all’educarsi al limite, ovvero all’andare oltre i propri confini e schematismi mentali​. Del resto​ i​n un​ Mondo in cui crescono paure e populismi ciò che può salvarci può essere  l’educazione a farsi domande e la “cultura” in ogni sua forma. “Sul confine, on the edge” presenta perciò cinque tesi forti di noti intellettuali arricchite, interpretate​ e integrate da opere d’arte contemporanea. Dalla lettura di questo libro non possono nascere certezze, ma mi auguro possano nascere suggestioni,​ riflessioni e dubbi”.

Alcuni estratti dal libro

IMPARANDO I LIMITI” – dalla riflessione di Eugenio Borgna, Psichiatra e Primario emerito di psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara
“II rispetto del limite, del confine, delle frontiere, che sorgono implacabili nel corso della nostra vita, costa fatica, costa sacrificio, esige pazienza e accettazione, e nondimeno non può mai essere incrinato, e tanto meno infranto. Ma il limite, nelle sue diverse forme di espressione, nasce dal dovere morale di rispettare i diritti e le aspirazioni degli altri… Siamo tenuti, e lo sono in particolare i giovani, a tenere sempre presenti le fondazioni morali di quelli che sono i limiti, i confini, le frontiere, delle nostre azioni e delle nostre aspirazioni; e questo è un dovere che non è facile accogliere.”

INQUIETI SUL CONFINE” – riflessione di Sabino Maria Frassà, Curatore e Direttore Artistico CRAMUM
“Se è vero che l’uomo appare sempre più impegnato a costruire muri e a tracciare confini, è anche vero che tanti più muri si erigono, tanta più parte di umanità vive su un confine, sia esso politico, sociale, economico o culturale … Vivere i con ni pu quindi anche essere un’esperienza rilevatrice, perché fa comprendere come siamo tutti vittime e carne ci del modello discriminatorio “noi contro loro”: siamo tutti “diversi” da qualcun altro e prima o poi siamo tutti minoranza in qualche modo e misura “

“QUALI LIMITI PER QUALE CONOSCENZA?” riflessione di Nicla Vassallo– Filosofa e Ordinaria di filosofia teoretica all’Università di Genova
“Occorre però rilevare che siamo noi esseri umani a decidere se travasare alcune conoscenze scientifiche in tecnologie dannose o crudeli per l’umanità. Dal che segue la necessità di appellarci alla morale, che con le sue prescrizioni costituisce un limite alle nostre scelte scorrette. La domanda allora rimane la seguente: nell’ipotesi che occorrano considerazioni di tipo etico riguardo alla tecnologia (o meglio alla società che utilizza una certa tecnologia) possiede un qualche senso applicare la morale alla scienza? Se non ha senso, dato che scopo della scienza rimane quello di fornirci conoscenza a proposito del mondo fisico, è invece significativo in qual modo la società decida di impiegare la conoscenza in questione.”
ARTE, GENIO E SREGOLATEZZA?” riflessione di Raffaella Ferrari, Psichiatra e Direttore Salute Mentale ATS Citta’ Metropolitana di Milano
“Si opera in uno spazio virtuale automodificantesi: ogni prodotto della conoscenza contribuisce a spostare il limite… La sofferenza mentale fa allontanare dalla conoscenza come comprensione di sè e del mondo: è l’antitesi della conoscenza creativa in tutte le sue svariate manifestazioni. Viene meno un limite tutelante biologico o relazionale per strutturare pensiero e affetti … Il processo di conoscenza si nutre di equilibrio tra slancio e riflessione, avvicinamento e distanziamento: un’ecologia della conoscenza, con spazio per la revisione critica, questa è la nuova sfida.”
CONFINI DELL’ARTE E DEL PROCESSO DI CONOSCENZA DELL’UOMO” riflessione di Stefano Ferrari, Psicologo e Professore associato di Psicologia dell’arte all’Università di Bologna 
“C’è anche un’arte che, come ricordava spesso Freud, ha da sempre qualcosa da insegnare alla psicologia, avallando così un’idea di conoscenza che va al di là dei confini disciplinari. Ed è questo forse l’aspetto più interessante, in quanto consente di ribadire lo spessore teoretico dell’arte, che al di là dei suoi vezzi, al di là delle mode, ha sempre rappresentato un contributo importante per la conoscenza di sé e dei misteri dell’animo umano: l’arte fa e ha sempre fatto dell’ottima psicologia!”