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Senatrice Elena Ferrara: “Per la libertà di espressione servono educazione digitale, lotta al cyberbullismo e recupero del ruolo degli adulti”

By 1 Marzo 2017Marzo 6th, 2019Cultura
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La Senatrice Elena Ferrara aderisce e partecipa con una propria riflessione alla Campagna di sensibilizzazione “LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE NON E’ UNO SCHERZO“, ideata da Sabino Maria Frassà e Nicla Vassallo per il think-tank “ama nutri cesci” al fine di stimolare una piena consapevolezza e comprensione del diritto di espressione, sovente frainteso.

Elena Ferrara è la prima firmataria della legge approvata il 17 maggio 2017 per la prevenzione ed il contrasto al cyberbullismo di cui è prima firmataria.

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Elena Ferrara: “La ricetta per la libertà di espressione? Educazione digitale, lotta al cyberbullismo, recupero del ruolo degli adulti!”

[pullquote2] La riflessione della Senatrice giunge dopo le riflessioni: LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE NON E’ UN MONOLOGO di Sabino Maria Frassà e Nicla Vassallo; VACCINI? UN MEDICO NON PUO’ DIRE TUTTO CIO’ CHE PENSA – di Enrico Ferrazzi; LA MIA DIGNITA’ E’ IL LIMITE ALLA TUA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE – di Gherardo Colombo; SENZA REGOLE E’ IL FAR WEST– di Monica Cirinnà [/pullquote2]

“Il pensare è libero, ma il parlare vuol prudenza”. Siamo nel tempo dello sviluppo di sempre nuove e più avanzate tecnologie digitali, il tempo in cui l’accesso a internet rende semplice e più rapida la diffusione di conoscenza, idee e informazioni, ma nella saggezza popolare di un proverbio ritroviamo il più importante insegnamento: nel parlare, nello scrivere, nel commentare un post su Facebook, insomma, per comunicare, serve prudenza, un comportamento che dipende dalla maturazione della capacità critica.

Nuovi strumenti e piattaforme permettono di superare vincoli di spazio e di tempo, consentono a tutti di partecipare, contribuiscono a garantire i diritti di libertà di espressione e informazione. Da un lato, quindi, lo straordinario traguardo raggiunto grazie alla rete globale, dall’altro la necessità di essere pienamente consapevoli dell’impatto che ogni comunicazione può avere in questo scenario, pensiamo solo al tema delle fake news, o a fenomeni come flaming ed hate speech.

Proprio il tema della responsabilità è al centro del lungo e approfondito lavoro di prevenzione e contrasto al cyberbullismo che ha caratterizzato gran parte del mio impegno parlamentare. Nel percorso che ha portato all’approvazione della Legge 71/2017 abbiamo superato l’illusione del controllo totale, per evitare un uso distorto della tecnologia ed i rischi del web, per concentrarci, invece, sull’educazione digitale per i nostri ragazzi, certamente, ma anche per gli adulti che spesso rappresentano punti di riferimento inadeguati.

Per garantire davvero piena libertà di espressione è necessario formare “cittadini digitali” consapevoli e liberi da pregiudizi, ispettori della libertà degli altri, dei diritti e doveri in internet e quindi democratici e solidali.

Ancora una volta di fronte alla più avanzata tecnologia è necessario predisporre strumenti tradizionali. Nei ragazzi si sono sempre osservati atteggiamenti di tipo prevaricatorio spesso riferibili alle istanze di autoaffermazione indentitaria. Tuttavia la rete, amplificando queste condotte, ci pone di fronte ad un nuovo fenomeno che poggia il suo triste successo sulla mediazione dello schermo e sull’illusione dell’anonimato. L’autore di questi comportamenti, spesso troppo precocemente esposto ad un utilizzo inconsapevole del mezzo, non matura la percezione critica del suo operato e in tal senso è fondamentale la distanza per cui l’aggressore non ha la percezione della sofferenza della vittima. Ecco perché diviene sempre più importante l’azione educativa della scuola e della famiglia. Sono gli stessi giovani a chiedere di non essere lasciati soli, come ho verificato durante i tanti incontri nelle scuole degli ultimi anni: serve una guida per rispondere ai tanti interrogativi della crescita per vincere la tentazione di rifugiarsi nella realtà virtuale e delegare in quest’ambito affetti, aspettative e riconoscimenti sociali. Sembra assurdo ma per un “mi piace” sui social, per acquisire notorietà digitale, molti ragazzi si rendono protagonisti di violenti atti di cyberbullismo in un contesto dove il branco assume dimensioni abnormi ed è molto difficile fermarsi per affermare il disvalore delle condotte.

La grande massa di astanti indifferenti che rinforzano le condotte persecutorie non pare interessata nemmeno a verificare la veridicità delle maldicenze, avvalorandole di conseguenza, né a interrompere la catena dell’offesa. Non lo fanno i ragazzini, ma non lo fanno neppure gli adulti, spesso anche su temi che riguardano la vita politica, le scelte che possono davvero condizionare la selezione dei rappresentati istituzionali o il contenuto nelle consultazioni partecipate. La conquista di una democrazia partecipata, anche in un ambiente digitale come il nostro, ha bisogno di affermare l’importanza della libertà laddove la stessa non può prescindere dalla consapevolezza e dalla responsabilità.

Elena Ferrara per Ama Nutri Cresci, 27 giugno 2017

Revisione editoriale, Sabino Maria Frassà, 3 luglio 2017

Immagine di copertina: Codice bianco di H.H. Lim, 2014 – Courtesy by Zoo Zone Art


Elena Ferrara. Nata a Brescia il 18 marzo 1958. Laureata al DAMS di Bologna, docente di educazione musicale. Eletta per la prima volta in Parlamento il 24 febbraio 2013 dopo un lungo percorso politico amministrativo, già Assessore e Sindaco del Comune di Oleggio e Segretaria Provinciale del PD. Nel corso della legislatura partecipa ai lavori della Commissione Istruzione pubblica e beni culturali, di cui è capogruppo per il PD, della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, nonché della Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza. Il 17 maggio 2017 viene approvata la Legge 71/17 per la prevenzione ed il contrasto al cyberbullismo di cui è prima firmataria.