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Quali libri non regalare a Natale?

By 10 Dicembre 2018CRAMUM, Cultura
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Zsolt Asztalos, My Story my version – BARBARA, 2014

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie siamo colti da una smania da regalo che sfocia spesso nell’ansia da prestazione: cosa comprare per piacere? Come spendere poco e fare bella figura?
Molti optano per i libri. Assistiamo così ad una folla nelle librerie che nemmeno a inizio di anno scolastico si ha. In fondo i libri sono “oggetti” tutto sommato economici, gradevoli e non impegnativi … quasi sempre.
Così se è vero che l’Italia è regina di “non lettori” (nel 2016 il 40,5% contro il 62,2% della Spagna, il 68,7% della Germania, del 90% della Norvegia), a Natale sembra cambiare qualcosa… o quasi.

Infatti questa folla di persone non compra libri per sé, mossi non dalla voglia di apprendere quanto da quella di fare un regalo, spesso a buon mercato. Se risparmiare in tempi di crisi ed economia asfittica non è una colpa, fanno più riflettere i titoli dei libri donati: tanta la cosiddetta lettura di intrattenimento.
Non conoscendo e non maneggiando bene i libri a essere premiati sono comici, calciatori, influencer, “mogli di”, ovvero tutte persone che di lavoro non scrivono (scritti perciò da ghostwriter). I libri regalati posso anche essere volumi incentrati su hobby e passioni (che poi siamo sicuri di conoscere veramente hobby e passioni di chi ci circonda?): brulicano sempre più testi di cucina e hobby; quest’anno è l’anno della “calligrafia”!

Laura de Santillana, Senza titolo, vetro e oro, 2014

Cosa guida tali scelte? Moda-trend, marketing e poco altro. Si compra ciò che è ben comunicato, ciò che siamo sicuri non offenda, annoi e possa far nascere un sorriso in chi lo riceve. L’italiano e il contenuto dei libri non sono criteri determinanti per la scelta d’acquisto.

Il problema non è perciò l’incapacità degli scrittori ombra, quanto la logica che muove l'”editoria natalizia”: i libri che vengono pubblicati devono essere comprati e compresi da chiunque, anche da quel 59,2% di popolazione che non legge quasi per nulla, anche da quella crescente parte della popolazione che soffre di analfabetismo funzionale (cioè chi, pur essendo in grado di capire testi molto semplici, non riesce a elaborarne e utilizzarne le informazioni). Si è del resto quasi sicuri del fatto che molti dei destinatari dei libri regalati a Natale non finiranno il primo capitolo del libro regalato, che molti altri terranno il libro come mero oggetto e che pochissimi rifletteranno sul contenuto del libro donato.

Elena Modorati, Nicchia, Cera e carta giapponese, 2008

Cosa resta di tale lettura e di tutti questi libri? L’importante ricordo e l’affetto di chi l’ha regalato e poco altro. In un mondo così frenetico e scarsamente empatico è forse già questo un risultato, ma siamo onesti è un risultato al ribasso abbastanza, a ben pensare, deprimente. Stiamo regalando manuali di istruzioni o poco più, non scritti bene, in cui l’importante è al 90% copertina (per estetica e/o nome dell’autore). Non sono questi i libri che diminuiscono il dramma dell’analfabetismo funzionale, né che aumentano il senso critico necessario per conservare i principi democratici che fondano il nostro Paese e ogni democrazia.
Se è comprensibile che le case editrici, strette da un’interminabile crisi dei lettori, facciano di tutto per rimanere a galla, a chiunque di noi venga colto dalla tentazione di regalare un libro a Natale l’onere e la possibilità di scegliere un romanzo scritto da un giovane scrittore emergente. Sarà un regalo più rischioso, magari meno apprezzato subito, ma più autentico e proficuo. Se ci piace invece l’oggetto libro, consideriamo che esistono tantissimi e pregiati libri d’artista, oltre a opere d’arte ispirate ai libri: per citarne alcuni l’ungherese Zsolt Asztalos o le italiane Elena Modorati e Laura de Santillana.

Infine se poi non abbiamo tutto questo coraggio e preferiamo regalare ciò che conosciamo, magari anche per il piacere di confrontarsi con chi lo riceve, perché non regalare un grande classico, che ha fatto la storia nostra e della nostra società democratica?
Un bel libro porta a pensieri nuovi, che fanno crescere noi e chi ci sta intorno. Un bel libro è per sempre.
Questa è la nostra classifica dei 10 classici da regalare per il Natale 2018. Consigli per gli acquisti? No consigli per un mondo migliore o per salvare e mantenere la nostra democrazia!

  1. Orlando, Virignia Woolf, 1928
  2. Lavorare stanca, Cesare Pavese, 1936
  3. Antigone, Sofocle, 442 a.C.
  4. De beneficiis, Seneca, 62 d.C.
  5. L’idiota, Fëdor Dostoevskij, 1869
  6. Novelle per un anno, Luigi Pirandello, 1922-1937
  7. Il trentesimo anno, Ingeborg Bachmann, 1961
  8. Meditazioni metafisiche, (Renato) Cartesio, 1637
  9. Amado mio, Pasolini, 1982
  10. Bariona o il figlio del tuono. Racconto di Natale per cristiani e non credenti, Jean-Paul Sartre, 1940