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IODIO: tra verità e falsi miti … non solo in gravidanza

By 6 Febbraio 2015Aprile 3rd, 2017Salute

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Lo iodio è un micronutriente importante per la salute di tutti noi e diventa ancora più importante per le – future – mamme: durante la gravidanza e l’allattamento la quantità di iodio necessaria aumenta di circa il 30% (fino a 250 mcg al giorno). Anche se questo micronutriente è presente nel pesce, nella frutta-verdura, nei pesci e nelle uova si consiglia a tutti (a prescindere dalla gravidanza) l’uso del sale iodato (per assicurare il corretto apporto di iodio). Alle – future – mamme bisogna ricordare che non è ancora chiaro il tempo necessario prima del concepimento per raggiungere una condizione nutrizionale ottimale dal punto di vista delle riserve di iodio. Secondo alcuni studi la supplementazione prenatale con multivitaminici contenenti iodio dovrebbe essere fortemente incoraggiata per le future mamme povenienti da regioni con forte carenza di iodio.

Rispondono alle domande di S.M. Frassà: I. Cetin (Direttore Nutrizione “Ama Nutri Cresci” e  Clinica Ostetricia e Ginecologia Ospedale Luigi Sacco di Milano); A. Laganà (Ospedale G. Martino di Messina) e M. Mazzocco (Ospedale Luigi Sacco di Milano) .
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[pullquote2 align=”LEFT” variation=”coffee” textColor=”#3000b0″] 1° FALSO MITO
Non è vero che il sale marino è ricco di iodio (ne contiene solo in minima quantità!)[/pullquote2]Cosa provoca la carenza di iodio?

IN TUTTE LE PERSONE: la grave carenza di iodio può causare ipotiroidismo (ossia una riduzione della produzione degli ormoni tiroidei).

NELLE – FUTURE – MAMME : alcuni studi hanno evidenziato che l’ipotiroidismo materno può essere causa di comuni patologie ginecologiche/ostetriche come l’infertilità (verrà approfondito nella puntata del 12 febbraio) e l’aborto spontaneo.

IN GRAVIDANZA E NEL NEONATO: la carenza iodica materna può essere alla base di un deficit tiroideo alla nascita (ipotiroidismo neonatale): tale patologia nella sua forma lieve è caratterizzata clinicamente da ritardo mentale lieve e ritardo di crescita.

 

[pullquote2 align=”LEFT” variation=”coffee” textColor=”#3000b0″] 2° FALSO MITO
Non è vero che si può migliorare l’assunzione di iodio respirando l’aria di mare, poiché l’assorbimento di questo elemento mediante la respirazione è minimo! [/pullquote2]
Quanto e come posso assumere iodio?

Il fabbisogno iodico per l’adulto è di 150 microgrammi(μg) al giorno, che in gravidanza aumenta fino ai 250 microgrammi al dì. In natura, la fonte principale di iodio è rappresentata dagli alimenti ed il contenuto dipende dalla concentrazione del microelemento nell’ambiente. I cibi più comuni ad alto contenuto di iodio sono il latte con 10μg/100g, le uova con 72μg/100g, il pesce con 115μg/100g, i crostacei con 300μg/100g.

La quantità assunta con gli alimenti non è però sufficiente a garantirne l’adeguato apporto giornaliero. Il metodo più utilizzato per correggere la carenza di iodio in tutto il mondo è il sale iodato (Universal Salt Iodisation – USI); in Italia ogni chilo contiene circa 30 mg di iodio, quindi l’abituale consumo di 4 g di sale da cucina al giorno fornisce 120 microgrammi di iodio.
Nei paesi in cui non è diffuso l’utilizzo di sale iodato viene consigliato un supplemento di 150 μg/die di iodio per le donne in età fertile non in gravidanza e di 250 μg/die per le donne in gravidanza (al fine di assicurare gli ormoni tiroidei per le esigenze del feto) ed in fase di allattamento. La maggior parte degli studi, infatti, sostiene che l’integrazione di iodio debba essere continuata fino al termine dell’allattamento per arricchire di iodio il latte materno.

L’assunzione giornaliera di iodio superiore a 500 μg/die non è necessaria per aumentare gli effetti benefici di questo elemento, anzi potrebbe portare ad alterazioni della funzionalità tiroidea.
Nella maggior parte dei comuni integratori multivitaminici dedicati alla gravidanza è contenuto anche lo Iodio, al fine di garantire un adeguato apporto di tale elemento. Button Text

 

 

[pullquote2 align=”LEFT” variation=”coffee” textColor=”#3000b0″] 3° FALSO MITO
Non è vero che chi soffre di patologie tiroidee non può assumere il sale iodato, poiché questo serve a garantire un apporto fisiologico di iodio con la dieta![/pullquote2]
Iodio in gravidanza: perché il sale iodato?

Il sale iodato è usato come integratore di IODIO, anche in gravidanza. Del resto il fabbisogno di Iodio aumenta durante la gravidanza poiché è essenziale per la produzione degli ormoni tiroidei, i quali sono importanti nella crescita e nello sviluppo del sistema nervoso centrale del feto. Nel primo trimestre di gestazione, infatti, la madre è l’unica fonte di ormoni tiroidei. Verso il 3° trimestre di gravidanza, il feto sviluppa la capacità di produrre ormoni tiroidei, ma il suo fabbisogno iodico rimane dipendente dalla capacità di captazione materna.

Button Text In gravidanza, si verifica un aumento dei fabbisogni che porta quindi ad un aumento della captazione e dell’utilizzo di iodio da parte della tiroide materna (per produrre ormoni tiroidei). Questo a sua volta si può associare, in caso di carenze di assunzione, ad una riduzione della riserva di iodio fino al 40% rispetto ai livelli pre-gravidici. In aree geografiche con sufficiente apporto di iodio nella dieta, ciò non causa solitamente variazioni nella funzionalità e nel volume della tiroide, mentre in aree carenti questo depauperamento può portare, in alcuni casi, ad un aumento di volume della ghiandola (tiroide) che cerca di sopperire in tal modo alla carenza iodica; in altri casi se la carenza è molto grave può portare ad una insufficiente produzione di ormoni tiroidei, condizione detta ipotiroidismo.

La presenza di iodio nell’ecosistema varia notevolmente tra le aree geografiche. In Europa solo in percentuali variabili tra 13-50% delle donne in gravidanza si registra un corretto apporto di tale elemento. Le regioni italiane soggette ad una maggior carenza iodica sono le aree extraurbane dell’arco alpino, del dorsale appenninico e soprattutto le zone meridionali e le isole.

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Come posso scoprire di avere una carenza di iodio?

  • La carenza iodica nella donna si può manifestare con aumento di volume della tiroide che è una ghiandola a forma di farfalla, collocata nella parte più bassa e anteriore del collo e al di sopra della fossetta del giugulo (parte superiore dello sterno). Inoltre tramite il dosaggio ematico del TSH (Thyroid Stimulating Hormone) e degli ormoni tiroidei (tetra-iodotironina o tiroxina: T4; tri-iodotironina: T3) si può evidenziare un ipotiroidismo da carenza iodica caratterizzato da valori elevati di TSH e diminuzione degli ormoni T3 e T4.
  • Nel neonato, il test di Guthrie, eseguito mediante la raccolta di poche gocce di sangue prelevate dal tallone tra la seconda e la terza giornata di vita su una speciale carta assorbente, è in grado di evidenziare l’eventuale ipotiroidismo neonatale (indicato da valori ematici elevati di TSH) al fine di attivare una rapida correzione dell’insufficienza tiroidea.

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