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4° passo. La Toxoplasmosi in gravidanza

By 26 Ottobre 2014Aprile 3rd, 2017Salute
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SONO INCINTA E NON HO MAI AVUTO LA TOXOPLASMOSI, COSA DEVO FARE PER FAR NASCERE SANO IL MIO BAMBINO? 

E’ un problema, colpisce il 60% delle future mamme, ma è un problema risolvibile e gestibile.

Ci sono alcuni accorgimenti FONDAMENTALI però che non vanno MAI DIMENTICATI

  • Non mangiare carne cruda o poco cotta, salsicce crude, salame, prosciutto crudo, bresaola ed insaccati non cotti in genere.
  • La cottura a temperature superiori ai70°Cper almeno 5 minuti ed il congelamento a -20°Cper almeno 24 ore distruggono le cisti contenute nei tessuti
  • Lava bene frutta e verdura da mangiare crude
  • Lava le mani dopo avere maneggiato carne cruda, lava accuratamente utensili e superfici venuti a contatto con la carne cruda.
  • Evita il contatto con materiali potenzialmente contaminati con feci di gatto (lettiera, terriccio)Usa i guanti  facendo giardinaggio e lava accuratamente le mani successivamente.

Leggi il perché:[googleplusone size=”small” lang=”it”][tweet] [highlight2]Il Toxoplasma è un protozoo, che può infettare gli animali (mammiferi, rettili, uccelli…). L’infezione viene acquisita con l’assunzione di carne cruda di animali infetti o attraverso l’ingestione di alimenti che sono stati a contatto con terra sporcata da feci di un gatto infetto. L’infezione in soggetti adulti con normali difese immunitarie decorre, nella maggior parte dei casi, in maniera asintomatica o presenta sintomi simil influenzali; in una minoranza di casi si può presentare con febbre, ingrossamento dei linfonodi, mal di testa, mal di gola, stanchezza, ingrossamento di fegato e milza.[/highlight2]

Una volta contratta l’infezione, viene acquisita una immunità che perdura tutta la vita, poiché l’organismo risponde all’infezione con la produzione di anticorpi e linfociti specifici.

La Toxoplasmosipresenta rischi maggiori quando viene contratta da soggetti immunodepressi (per esempio portatori di infezione da HIV) o in gravidanza. In questo caso, in particolare, esiste il rischio che l’infezione venga trasmessa al feto per via transplacentare. In Italia, si stima che circa il 60% delle donne che affrontano la gravidanza non sia mai venuto a contatto con il Toxoplasma e non risulti, dunque, protetto verso questo microrganismo. Ogni donna che programma una gravidanza dovrebbe conoscere il proprio stato immunitario verso Toxoplasma gondii e dovrebbe eseguire prima del concepimento esami ematici per dosare i propri anticorpi specifici (IgG e IgM).

In Italia  il decreto del 10 settembre 1998, che regolamenta la prescrizione degli esami in gravidanza, prevede, per le pazienti che non abbiano contratto l’infezione in passato, la possibilità’ di eseguire il Toxo test mensilmente  a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Nel caso in cui una donna contragga la Toxoplasmosinel corso della gravidanza la probabilità di trasmissione dell’infezione al feto aumenta con la prosecuzione della gestazione, ma i feti contagiati nelle prime settimane di gravidanza sono quelli che presentano il maggior rischio di sviluppare conseguenze dovute all’infezione (aborto, danni neurologici, disturbi visivi…). Solo una piccola percentuale (inferiore al 10%) di bambini nati da madri che hanno contratto l’infezione in gravidanza presenterà sintomi dopo la nascita e questa probabilità può essere notevolmente ridotta con l’assunzione di una adeguata terapia antibiotica. Il trattamento più utilizzato è con Spiramicina, un antibiotico adeguato sia per la mamma che per il feto; l’utilizzo di altri antibiotici, che possono risultare più efficace, ma che sono anche più “pericolosi” se assunti in gravidanza (Pirimetamina e Sulfadiazina), deve essere discusso e può essere preso in considerazione qualora sia stato dimostrato il passaggio transplacentare dell’infezione con la rilevazione di Toxoplasma gondii nel liquido amniotico tramite amniocentesi.

Nel caso in cui si abbia il sospetto di infezione in gravidanza è necessario, quindi, rivolgersi a centri di riferimento che possano fornire informazioni adeguate, ma la cosa più importante è la prevenzione che riduce il rischio di infezione materna di più del 60%.

In particolare le misure che la donna in gravidanza deve adottare per evitare di contrarrela Toxoplasmosisono:

  • Non mangiare carne cruda o poco cotta, salsicce crude, salame, prosciutto crudo, bresaola ed insaccati non cotti in genere.

La cottura a temperature superiori ai70°Cper almeno 5 minuti ed il congelamento a -20°Cper almeno 24 ore distruggono le cisti contenute nei tessuti

  • Lavare bene frutta e verdura da mangiare crude
  • Lavare le mani dopo avere maneggiato carne cruda, lavare accuratamente utensili e superfici venuti a contatto con la carne cruda.
  • Evitare il contatto con materiali potenzialmente contaminati con feci di gatto (lettiera, terriccio)
  • Usare i guanti  facendo giardinaggio e lavare accuratamente le mani successivamente.

La conoscenza del proprio stato immunitario e l’applicazione di queste semplici misure di prevenzione sono fondamentali per ridurre il rischio di contagio e di infezione fetale.

Serena Dalzero, Ginecologa in Formazione, Ospedale San Paolo – Milano