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4° Consiglio: Anoressia alla ricerca del difficile equilibrio …

By 9 Gennaio 2015Agosto 13th, 2015Salute

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4° Consiglio: l’equilibrio… per diventare mamma!

LO SPECIALE SULL’ANORESSIA E SULL’ANORESSIA PRIMA E DURANTE LA GRAVIDANZA

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Se sei troppo magra o anoressica, il tuo cervello invia all’organismo un segnale d’allarme, che porta anche alla scomparsa del ciclo mestruale ed alla riduzione delle possibilità riproduttive [fblike layout=”standard” send=”true” font=”lucida+grande” colorscheme=”light”]

 

Luigi Gariglio© Carlotta www.luigigariglio.comCos’è l’anoressia?

Si può guarire dall’anoressia?

L’anoressia è collegata all’amennorrea?

Si può indurre l’ovulazione in una pazienta anoressica?

E’ possibile per una paziente anoressica concepire?

Quali i rischi di una gravidanza in una paziente anoressica?

Esistono nuove varianti dell’anoressia?  Cos’è la drunkorexica?

 

Cos’è l’anoressia?

“L’impatto dei disturbi dell’alimentazione sulla fertilità:  LE ANORESSIE”
E’ meglio parlare non di anoressia ma di “anoressie” o ancora più correttamente dei “Disturbi del comportamento alimentare” (DCA). Con la sigla DCA si identificano una serie di  condizioni cliniche  specifiche, spesso di vera e propria pertinenza psichiatrica,  che si traducono in un alterato rapporto fra l’individuo ed il cibo.

I DCA possono schematicamente essere ricondotti a cinque principali categorie:

  • Anoressia nervosa, AN
    • con restrizioni
    • con abbuffate/condotte di eliminazione
  • Bulimia nervosa, BN
    • con condotte di eliminazione (vomito, diuretici, lassativi)
    • senza condotte di eliminazione (solo attività fisica eccessiva)
  • Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge eating disorder) BED
  • Obesità
  • Picacismo (ingestione ripetitiva di sostanze non nutritive quali terra, gesso, sabbia , legno…)

Anoressia e bulimia sono senz’altro a livello femminile le patologie di più frequente riscontro.
L’insorgenza dell’anoressia nervosa avviene tipicamente in età adolescenziale – dalla prima adolescenza ai 20-25 anni – con una distribuzione bimodale che mostra due picchi a 14,5 ed a 18 anni; sono descritti però anche casi ad insorgenza tardiva oltre ai 30 anni. La sua frequenza è purtroppo in costante e progressivo aumento sia nei paesi occidentali che nel resto del mondo: nel nostro paese ha attualmente una prevalenza dello 0,5-1% (di tutte le donne).
Altra caratteristica tipica dell’anoressia è quella di essere un disturbo prettamente femminile: circa il 90% dei casi, infatti, si sviluppa nel sesso femminile.

Il marcato rifiuto del cibo e la paura ossessiva di ingrassare che la caratterizzano, se non opportunamente corretti, possono tradursi in gravi condizioni di malnutrizione ed inedia fino addirittura all’exitus.
La  cospicua perdita di peso (più del 15% di peso corporeo per età) è infatti causa di una serie di complicanze che coinvolgono la maggior parte degli organi e degli apparati, dal muscolo-scheletrico al gastroenterico al cardiovascolare e, non da ultimo, all’apparato riproduttivo.

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L’anoressia è collegata all’amenorrea (mancanza ciclo mestruale)?
La perdita della regolare ciclicità mestruale (amenorrea) è un fenomeno costante dell’anoressia: si tratta di un’amenorrea detta “ipotalamica” perché è proprio a livello dell’ipotalamo (una struttura del cervello deputata al controllo della secrezione degli ormoni ipofisari FSH ed LH che, nella femmina, controllano la funzione dell’ovaio sia in termini di crescita follicolare e relativa ovulazione che in termini di produzione di ormoni sessuali, estrogeni e progesterone) che si genera un blocco funzionale cibo-dipendente e tale disfunzione inibisce dall’alto la regolare cascata di eventi che garantisce di norma la corretta funzione dell’ ovaio e la conseguente mestruazione.
Tenendo conto delle esigenze energetiche insite nel processo riproduttivo, dal concepimento alla crescita del feto in utero fino al nutrimento al seno del neonato dopo il parto, appare intuitivo che con questo meccanismo di blocco dell’ovulazione la natura prevenga la possibilità dell’instaurarsi di una gravidanza in una condizione fisica di grossa carenza nutrizionale.

L’importanza del peso corporeo femminile in relazione al corretto funzionamento del controllo endocrino dell’ovulazione è chiaramente dimostrato dai picchi di natalità che si osservano nelle popolazioni nomadi del deserto del Kalahari: soggetti che stagionalmente alternano un buon apporto calorico e conseguentemente un peso corretto a fasi di dimagramento in carenza di cibo presentano picchi significativi di natalità solo nove mesi circa dopo il momento di massimo guadagno nutrizionale, che ha coinciso quindi con il massimo picco di ovulazioni e relativi concepimenti. Nei mesi invece ad apporto calorico ridotto l’anovulazione e la conseguente amenorrea rappresentano un mezzo naturale di controllo del concepimento.

Si può indurre l’ovulazione?
In condizioni di carenza di peso corporeo è possibile intervenire farmacologicamente inducendo un’ovulazione e quindi favorendo un concepimento. L’impiego di microinfusori che si sostituiscono all’ipotalamo immettendo in circolo la giusta quantità di ormone mancante, piuttosto che l’uso mirato dell’FSH ipofisario – sempre somministrato in dosi controllate per stimolare direttamente la funzione ovarica – possono con facilità ripristinare la funzione ovulatoria e consentire quindi un concepimento.

E’ possibile per una paziente anoressica concepire? 
L’amenorrea è una costante dell’anoressia in fase conclamata e svolge un ruolo protettivo nel prevenire un concepimento in condizioni di apporto energetico inadeguato.
E’ comunque possibile indurre farmacologicamente un’ovulazione ma devono essere valutati accuratamente i rischi di un concepimento e di una gravidanza in una paziente che non abbia risolto, o abbia risolto solo parzialmente il proprio disordine alimentare.

Cos’è la pregnorexia? (Anoressia in gravidanza)
E’ necessario sottolineare che in gravidanza è assolutamente importante mantenere un regime alimentare che consenta il corretto nutrimento della madre e del feto. In questo senso appare evidente come la presenza di un disturbo alimentare non risolto o risolto solo parzialmente possa essere un serio fattore di rischio per lo sviluppo del nascituro e per la salute della madre: la gravidanza infatti ed i cambiamenti corporei che ne derivano possono destabilizzare la paziente  esponendola al rischio di sviluppare la cosiddetta pregnorexia, termine che deriva dall’unione di  “pregnancy” (gravidanza) e “anorexia” (anoressia),  un disordine alimentare simile all’anoressia, che colpisce appunto le donne durante la gravidanza.

La sottonutrizione della madre durante la gravidanza pone la salute del nascituro a rischio: essa infatti può contribuire a causare un ritardo di crescita intrauterina e da tempo sono noti i rischi collegati a basso peso alla nascita e a peso e dimensioni ridotte rispetto a quelle normali per l’età gestazionale. Ricordiamo che i bambini che presentano un ritardo di crescita intrauterina sono a rischio di sviluppare vari problemi in età adulta, come ad esempio diabete mellito di tipo 2, obesità, malattie cardiovascolari, problemi nella regolazione della pressione sanguigna, problemi nella regolazione del metabolismo glucidico e lipidico.
Anche condotte alimentari “ortoressiche” possono essere potenzialmente pericolose per una corretta crescita fetale in utero. Il termine ortoressia significa letteralmente “alimentazione corretta, giusta” e sta ad indicare la scelta di consumare unicamente alimenti di un certo tipo, per esempio solo cibi biologici o animali allevati in determinate condizioni. Ortoressici sono dunque coloro che propendono per un’alimentazione estremamente selettiva, come nel caso dei vegetariani o dei vegani, e tale tipo di scelta alimentare in gravidanza potrebbe portare all’esclusione di sostanze nutritive necessarie per il fabbisogno dell’organismo, con un conseguente problema di crescita fetale in utero, parto pretermine, peso corporeo e dimensioni alla nascita inferiori alla norma, sviluppo deficitario di ossa e di denti.

In sintesi … sull’anoressia:

l’anoressia è una patologia multifattoriale in costante incremento ed il  ruolo e l’ importanza  dei singoli fattori scatenanti (culturali, familiari, ambientali, biologici, psicologici, da stress…. ) non sono ancora stati completamente chiariti.

 

Si può guarire dall’anoressia?
E’ possibile guarire solo se se si è motivati a farlo e se si è assistiti nel proprio percorso da una equipe medica multispecialistica (psichiatra/psicologo, endocrinologo, nutrizionista, ginecologo).
L’assunzione di farmaci antidepressivi in concomitanza con una psicoterapia singola e/o di gruppo sembrerebbe essere un valido approccio per alcune pazienti, ma non è possibile generalizzare uno schema terapeutico per tutti i casi di anoressia; ogni paziente necessita di un approccio personalizzato.
Attenzione comunque sempre al rischio di recidiva!

Quali i rischi di una gravidanza in una paziente anoressica?

(leggi quanti Kg una donna deve prendere in gravidanza – clicca sull’immagine)

Possono manifestarsi sia rischi materni che rischi per il prodotto del concepimento.

Dal versante materno il rischio più temibile è la riacutizzazione della malattia ed un’incidenza maggiore di depressione sia durante la gravidanza che in fase puerperale. Ne consegue la necessità di un valido sostegno medico e psicologico in tutte le fasi dal concepimento al post partum.

Per il feto una condizione di inadeguato apporto nutrizionale può promuovere un rischio aumentato di anomalie di crescita intrauterina, maggiore rischio di parto pretermine, peso corporeo e dimensioni alla nascita inferiori alla norma con maggior incidenza di patologie croniche già evidenziabili nei primi anni di vita.

 

 

FALSI MITI: Meno mangi, più sei sano, importante è il normopeso.

Esistono nuove varianti dell’anoressia?  DIGIUNI E UBRIACHI – LA NUOVA ANORESSIA
Purtroppo si, si chiama Drunkorexia il nuovo disturbo dell’alimentazione che sta colpendo sempre più adolescenti nel corso degli ultimi anni: etimologicamente una crasi fra ubriaco ed anoressia, cioè digiuni ed ubriachi!
Restare a digiuno per raggiungere l’apporto calorico giornaliero solo grazie ai cocktail ed agli alcolici. A stomaco vuoto tra l’altro l’alcol entra in circolo più velocemente, facendoci conquistare precocemente lo stato di ebbrezza.
Un grave disturbo dell’alimentazione che si associa ad un severo effetto su fegato e stomaco in particolare e con drammatici risvolti caratteriali e comportamentali.

Quali i rischi di una gravidanza in una paziente drunkorexica? Gli stessi già evidenziati per la gravidanza in una paziente anoressica a cui peraltro si sommano, sul versante fetale, i pesanti danni da “sindrome alcolico fetale” (Fetal alcohol sindrome, Fas) la più severa fra le patologie del feto indotte dal consumo di alcol durante la gravidanza, caratterizzata tra l’altro da ritardo pre e post-natale della crescita, peculiarità fisiche specifiche, soprattutto della testa e del volto, con microcefalia e  disfunzioni del sistema nervoso centrale e danni conseguenti. Unica valida prevenzione: l’astensione dal consumo anche di modeste quantità di alcolici durante tutto il corso della gravidanza.

 

 Dott. Anna Maria Mattei

Prof. Mauro Busacca

Revisione – Cetin, Frassà, Viganò