Skip to main content

13° passo. L’importanza del pesce in gravidanza

By 25 Ottobre 2014Aprile 3rd, 2017Salute
[fblike layout=”standard” send=”true” font=”lucida+grande” colorscheme=”light”] Button Text

Quanti dubbi vengono alle donne che rimangono incinte: come sarà il mio bambino? Cosa mi capiterà? Come cambierà la mia vita durante e dopo la gravidanza? Molti dubbi riguardano la nutrizione: si comincia a pensare maggiormente a cosa si può, si deve o non si deve mangiare. Da qui la domanda delle future mamme: quali cibi mettere nel piatto e quali invece evitare quando si aspetta un bambino? In questo “Passo” parliamo in particolare del Pesce.

Pesce in gravidanza: si può magiare? Assolutamente Sì! Il pesce è un alimento che non dovrebbe mancare nella dieta delle future mamme perché contiene sostanze indispensabili non solo per il loro organismo ma anche per il corretto sviluppo e crescita del feto. Il pesce, infatti, è ricco di proteine nobili, sali minerali come fosforo, selenio e zinco e alcune specie sono anche particolarmente ricche di acidi grassi essenziali, meglio conosciuti come omega-3.

[blockquote variation=”purple”]La quantità ottimale di DHA che le donne durante la gravidanza e l’allattamento devono assumere è pari a 200 mg di DHA giornalieri, pari a 2 porzioni alla settimana di pesce di mare ricco in grassi poliinsaturi (salmone, acciughe, sgombro, aringhe etc.)[/blockquote]
 Quali benefici ne derivano? Il ruolo degli omega-3 L’attenzione dei nutrizionisti da tempo è concentrata sui benefici degli omega-3, acidi grassi definiti “essenziali” in quanto il nostro organismo non è in grado di produrli, ma devono necessariamente essere forniti con la dieta. In particolare, gli omega-3 preziosi per la salute sono l’EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesaenoico), i quali rappresentano un valido aiuto non solo durante la gravidanza, agevolando lo sviluppo intrauterino del feto, ma anche durante i primi mesi della crescita del neonato. Gli acidi grassi omega-3, infatti, sono coinvolti in diverse attività biologiche e sono importanti per la fluidità ed il funzionamento delle membrane cellulari. In particolare, l’assunzione di DHA da parte della madre durante la gravidanza e l’allattamento, è essenziale per favorire il corretto sviluppo cerebrale, che aumenta a partire dalla 20° settimana, e della retina del bambino. Studi recenti dimostrano inoltre come gli omega-3 riducano l’incidenza di parto pretermine e l’incidenza di basso peso fetale alla nascita. Infine, alcuni lavori hanno mostrato che un’inadeguata assunzione di acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 e la loro conseguente deplezione sono associate a un maggior rischio materno di depressione post partum.

In un mare di pesci…quale specie privilegiare? Gli acidi grassi omega-3 si trovano in quasi tutti i pesci di mare, mentre le fonti vegetali sono rappresentate da mandorle, noci, tofu (formaggio di soia), sesamo, olio di lino.

Il pesce azzurro è considerata un’ottima specie dal punto di vista qualitativo. Oltre ai nutrienti tradizionalmente riconosciuti, contiene vitamine del gruppo A, e B ed è povero di grassi saturi ma molto ricco di omega-3 perché, a differenza del pesce bianco, li immagazzina nei muscoli, ovvero, nella parte che solitamente viene consumata. Con il termine pesce azzurro s’intendono quei pesci il cui colore tende all’azzurro e all’argento come sgombri, acciughe, aringhe e sardine.

Altri pesci che contengono in grandi quantità gli acidi grassi Omega-3 sono salmone, pesce spada, trota, tonno e sogliola.

E’ noto, tuttavia, come il consumo di pesce possa aumentare l’esposizione della mamma e del neonato a contaminanti ambientali, come ad esempio il metilmercurio. Per questo motivo, è bene diminuire il consumo di pesci predatori, longevi e di maggiori dimensioni (palombo, pesce spada, tonno) che accumulano livelli elevati di metilmercurio e potrebbero comportare un rischio per le mamme che li assumono regolarmente. Questo argomento verrà approfondito anche nel prossimo Passo, non perdetelo! In gravidanza, infine, è bene evitare pesce e crostacei crudi perché potenziali portatori di batteri, il pesce in scatola per la presenza di conservanti mentre il consumo di pesce fritto andrebbe ridotto per l’elevato contenuto di grassi. Le donne in gravidanza devono ancor più di altri quindi assicurarsi che il pesce sia fresco e ben cotto: per mantenere inalterate le proprietà nutritive è preferibile una cottura al vapore, al cartoccio, alla griglia o al forno.

 

Raccomandazioni e consigli per le mamme

Gli acidi grassi omega-3, contenuti nel pesce, si sono dimostrati capaci di influenzare la durata della gravidanza e la crescita fetale e neonatale con notevoli ripercussioni sullo sviluppo neurologico e visivo del bambino. La dieta della mamma dovrà pertanto comprendere cibi ricchi di acidi grassi omega-3, in particolare il DHA.

La quantità ottimale di DHA che le donne durante la gravidanza e l’allattamento devono assumere è pari a 200 mg di DHA giornalieri, pari a 2 porzioni alla settimana di pesce di mare ricco in grassi poliinsaturi (salmone, acciughe, sgombro, aringhe etc.). E’ importante ricordare che la migliore fonte di nutrienti, vitamine e minerali sono comunque sempre gli alimenti e che l’eventuale assunzione di supplementazioni dietetiche è raccomandata solo per chi non si nutre di pesce con la dieta o per chi appartiene a specifiche categorie di persone, note per osservare una dieta particolarmente povera di questi elementi.

Luca Mandia e Dott.ssa Arianna Laoreti – Unità Operativa di Ostetrica e Ginecologia, Ospedale “L. Sacco” Milano